La terna commissariale è arrivata. Ecco i problemi che trova.

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La lunga attesa dell’arrivo della terna commissariale è dunque finita e i problemi sul tappeto sono già lì ad attenderli e con le loro, i timori e le attese di una popolazione sfibrata da tre commissariamenti consecutivi, caso forse unico in Italia. L’atmosfera che troveranno i tre rappresentati dello Stato non è certo delle migliori. La città ha vissuto un Natale molto sottotono, fiaccata da mesi di polemiche di cui si avverte una certa stanchezza, con una emigrazione che ha di nuovo cominciato a palesarsi. Il tutto, mentre un manipolo di persone, sparso tra gruppi, gruppetti e associazioni cerca di tenere alta la bandiera dell’amor loci e dell’attaccamento alla Città. Non è questa comunque la sede per un’analisi dettagliata degli umori della popolazione, su cui ritorneremo in seguito, all’atto dell’insediamento della terna commissariale stessa. Ci preme invece compiere una panoramica sulle principali questione aperte e su quelle che ancora attendono di essere ultimate.

Porto. Basta rileggersi la suggestiva cronistoria della vicenda, tracciata da Ricciotti Mileto in un suo memorabile scritto, per scoprire quanto sia annosa la questione che sembra la versione amministrativa della famosa “tela di Penelope”. Siamo tra quelli che riteniamo che il porto turistico a Nicotera marina, sia una di quelle opere fondamentali per assicurare lo sviluppo turistico del comprensorio nicoterese, pur dando ragione a chi giustamente osserva, che quest’opera vada inserita in un serio piano complessivo di rilancio turistico –culturale della città e di riqualificazione urbana e territoriale. Il turismo di oggi, difatti, è un turismo profondamente diverso da quello dei primi impavidi avventori con sacco a pelo sulle spalle, che si avventuravano fino qui a pernottare sulle spiagge di Capo vaticano nei primi anni sessanta-settanta del secolo scorso. Il turista, non solo è diventato esigente e richiede sempre più cose e servizi ma si sono anche differenziati i target di appartenenza all’interno del flusso turistico complessivo. Tra questi, sta crescendo un turismo nautico, cioè composto di gente che solca il Mediterraneo con le proprie imbarcazioni come un tempo la piccola e media borghesia italica si poneva in movimento sulla rete autostradale nazionale a bordo delle prime roulotte. E non si tratta più solo di gente danarosa con panfili e yacht ma anche di gente semplicemente benestante che si compra un piccolo cabinato e parte, facendo tappa nei vari porti delle principali località turistiche del Mezzogiorno e non solo, cioè persone che rifiutano la logica del passare le vacanze solo in un luogo ma usano il mare per spostarsi. Due – tre anni di commissariamento è un tempo sufficientemente lungo per riprendere in mano questo dossier e rilanciarlo con forza, al fine di stabilire quella necessaria partnership pubblico-privata, che sola può attirare i cospicui finanziamenti necessari per questa opera che certo porterebbe molto benefici al nostro territorio, secondo i progetti già agli atti del Palazzo.

Piano Strutturale Comunale. L’assetto del territorio è la fondamentale premessa per il suo corretto utilizzo, per preservarne le ricchezze e per assicurare un suo sviluppo armonico e razionale. La cornice è stata definita e crediamo che sia stata saggia la decisione del legislatore comunale di definire le principali traiettorie dello sviluppo urbano: quante nuove abitazioni consentire, dove localizzarle, quali caratteristiche, quali forme di tutela del territorio e del paesaggio, quali attività produttive consentire e/o incentivare e dove localizzarle questo con l’intenzione: a) di  evitare al massimo la cementificazione; b) individuare le aree per gli insediamenti produttivi e c) puntare alla riqualificazione del centro storico. Tuttavia mancano adesso delle direttrici che definiscano le opere infrastrutturali di cui il territorio comunale necessita e quelle relative alla viabilità, nonchè gli importantissimi piani attuativi a cominciare dal Piano Urbano del Traffico, dal Piano di recupero e riqualificazione del centro storico e dal Piano del Colore.

Frazioni. Parlando di territorio è impossibile non dimenticare che Nicotera è impreziosita dalla presenza di ben quattro nuclei urbani rispetto a quello principale. – tre collinari e uno marittimo – che devono essere valorizzati, anche perché senza di essi, un piano di sviluppo globale della città risulterebbe monco. Negli ultimi anni, a onor del vero, sono stati avviati numerosi interventi di riqualificazione urbana ma trenta e più anni di completo abbandono, necessitano di ulteriori sforzi. Si tratta poi anche qui di dare una vocazione precisa a ognuna di queste realtà, per assicurarne dapprima il pieno recupero e poi lo sviluppo.

Centro storico. Il cuore della città, a parte le zone – Corso Umberto I° e la Giudecca, l’antico quartiere ebraico – interessate da lavori di riqualificazione, giacciono in uno stato di preoccupante abbandono. Questo è anche ovviamente il risultato di una scellerata politica dei decenni passati che da un lato, ha svuotato il nucleo fondativo della città e dall’altro, ha creato – tramite un’urbanizzazione selvaggia – quartieri che non sono nient’altro che giganteschi dormitori senza un’anima.  Due aree che sembrano due paesi diversi piuttosto che componenti dello stesso tessuto urbano, e a i quali poi, vanno aggiunte le frazioni. Il Rione Baglio, Santa Caterina, Piazza Duomo e le vie attigue, meritano un restyling. Mentre gli splendidi quartieri  del Borgo e di Palmentieri – il cuore popolare della città – possono diventare la sede di micro-attività ricettive nel quadro del progetto, sempre citato e mai decollato, del cosiddetto “Paese- albergo”. Ma bisogna muoversi in fretta, perché il patrimonio abitativo-edilizio di queste zone si sta deteriorando, così come appaiono in sofferenza le vestigia del tempo che fu, come i vecchi mulini e la storica Porta Palmentieri.

Ambiente.  Quattro appaiono qui le grandi questioni. La prima è sicuramente l’avvio, per troppo tempo atteso, della raccolta differenziata dei rifiuti. Nicotera non potrà mai essere un paese normale e a passo con i tempi se non si da via a questa, che non è una folle moda ecologista ma un segno di civiltà. Occorre anche qui tirare fuori i faldoni che già esistono negli uffici di Palazzo Convento e portare l’iter al suo definitivo compimento. Una città che del resto si propone come polo turistico e possibile “Città del benessere” non può sottostare alla perenne minaccia di vedere le sue strade colme di rifiuti, quando le discariche regionali si intasano e si bloccano. L’altra questione, è invece data dalla necessità di addivenire ad una riqualificazione dell’unica area verde esistente in città e cioè quella della pineta di Nicotera marina che può anche diventare un valore aggiunto per l’attrattività turistica della frazione marittima. In terzo luogo, infine, è opportuno continuare l’installazione almeno su tutti i pubblici edifici, delle moderne apparecchiature in grado di assicurarci energia rinnovabile e pulita e proseguire nel piano di ammodernamento dei punti-luce. Necessario inoltre, avviare un serio monitoraggio e una bonifica, dai tetti delle case, del micidiale eternit.

Mare. Parlando di ambiente ovviamente non possiamo dedicarci solo a quello che accade sulla terra ma anche a quello che sta davanti alle nostre belle spiagge e cioè il mare. La lotta contro ogni fonte possibile di inquinamento marino deve essere una della priorità dell’amministrazione commissariale perché il mare, come disse una volta un sindaco campano “Può essere una fontana che butta soldi”.

Acqua. Come tuti sanno, nei mesi scorsi, soprattutto la frazione di Nicotera marina è stata teatro di un moto di protesta da parte di alcuni segmenti della popolazione – poi aggregatisi nel “Movimento 14 luglio” – che hanno vivacemente protestato contro l’acqua torbida che esce da molti rubinetti, anche se fortunatamente non da tutti. Un problema che sembra non essere stato risolto nemmeno con gli interventi posti in essere dalla Sorical. E consentiteci di dire, che stare qui a parlare del diritto all’acqua potabile, nell’anno di grazia 2016, è veramente un fatto vergognoso. Sarebbe inoltre ora, nel risolvere questo problema, continuare nell’opera di scavo di nuovi pozzi per rendere il comune autosufficiente dal punto di vista idrico, staccandosi così dalla Sorical, alla quale come collettività, per il tramite delle casse comunali, versiamo una congrua somma.

Sicurezza. La città ha già subito la chiusura del presidio della Guardia di finanza e non si può permettere altri scippi. Semmai, coloro che sono inviati proprio dal Ministero degli interni, massimo organo istituzionale preposto alla sicurezza dei cittadini, dovrebbero far presente a chi di dovere, che urge un potenziamento dei presidi di sicurezza. Così come è parimenti necessario, reperire fondi al fine di realizzare un sistema di videosorveglianza, quantomeno nei punti nevralgici della città.

Tributi e burocrazia comunale. La questione del sacco delle casse comunali da parte della Sogefil deve indurre i nuovi legislatori comunali a prospettare un nuovo modo di procedere nell’esazione dei tributi comunali. Vi è inoltre da studiare il modo, fin da adesso, di come far funzionare la macchina burocratica comunale, visti i ritiri dal servizio dovuti ai pensionamenti di alcuni dipendenti e quelli che si prospettano nel prossimo triennio.

Viabilità. Un serio Piano del traffico che non si riduca, come al solito, in una semplice inversione dei sensi di marcia è quanto mai auspicabile. Parimenti, si deve provvedere alla creazione di nuove arterie viarie, soprattutto per trarre il centro storico dal suo isolamento e alla realizzazione di nuovi parcheggi e di isole pedonali, in una città che sembra più a misura d’automobile che di pedone.

Sanità e welfare. Ci si deve muovere, di concerto con l’ASP, per decidere una volta per tutte cosa si vuole fare del “mausoleo” comunemente chiamato plesso ospedaliero di Nicotera. Per prima cosa, occorre potenziare il 118 e dotarlo di mezzi e personale adeguato e poi cercare una soluzione non estemporanea per l’utilizzo del plesso in questione. Non progetti faraonici ma un qualcosa che sia fattibile e che serva a mantenere in vita anche i pochi presidi sanitari ancora colà allocati. In un paese che invecchia inoltre, occorre predisporre almeno un punto di aggregazione e di ascolto per gli anziani.

Cultura. Qui si deve continuare nella politica di attivazione dei vari presidi esistenti. I musei cittadini vanno conglobati in un unico sistema museale. Va attivata presso la sua sede di Piazza Cavour, la Casa della cultura quale “contenitore” di strutture aggregative diverse – oltre alla mediateca già presente – come da progetto già esistente, va potenziata la pinacoteca comunale e realizzato, nel Palazzo Polito, il previst Ccentro di studi sull’ebraismo in Calabria. Va infine posta in essere una seria interlocuzione con la diocesi per togliere dal suo “favoloso isolamento” le istituzioni culturali diocesane presenti in città. Così come va acquisita al patrimonio comunale, una volta per tutte, la cava romana e rilanciato, presso l’immobile confiscato alla ‘ndrangheta, il Centro sperimentale di cinematografia.

Dieta Mediterranea. Anche su questo tema il discorso va assolutamente ripreso mediante una progettualità condivisa con gli attori presenti, con l’obiettivo di studiare e realizzare tutti quei accorgimenti che – nel quadro del rilancio turistico-culturale della città – possano servire a qualificare Nicotera come “città del benessere e della cultura”.

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