Continua al Sistema Bibliotecario Vibonese la rassegna “Pellicole scomode” organizzato insieme ai giovani di Libera Vibo.

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Il Sistema Bibliotecario Vibonese, diretto dal Prof. Gilberto Floriani, è una di quelle istituzioni che ha perfettamente compreso come la cultura sia uno degli antidoti alla criminalità. Non è quindi un caso che domani, le austere stanze del complesso Santa Chiara – nell’ambito della  rassegna denominata  “Pellicole scomode” organizzato dai giovani di Libera Vibo – ospiterà la proiezione di “La Santa. Viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta”, uno dei pochi documentari sulla criminalità organizzata calabrese.

Il documentario – diretto dal giornalista e regista argentino, Ruben H. Oliva e dal  giornalista e scrittore italiano Enrico Fierro – è un viaggio all’interno dell’organizzazione criminale che più è riuscita a crescere e espandersi nel mondo e racconta, di come i cartelli dei Narcos colombiani lavorano per la ‘Ndrangheta, di come l’organizzazione che negli anni ’70 si è rinominata “Santa” o “Cosa Nuova” si sia radicata nei cinque continenti. I Santisti, riescono a mantenere un profilo basso, superando le diverse stagioni politiche ed economiche e investono in affari leciti, detenendo il controllo mondiale della cocaina. Il documentario mostra quindi anche scenari nuovi: L’Argentina, paese da cui parte la cocaina per l’Europa e il ruoloi dei paramilitari colombiani e delle FARC che consegnano le partite di cocaina agli stessi santisti.
Il documentario – che ha vinto il premio Paolo Borsellino edizione 2007. e il premio Globo d’Oro edizione 2007–2008, Premio Itaca 2009 ed è stato distribuito da Rizzoli in un cofanetto film+libro nel 2007 – pone poi, anche l’accento sulla struttura della ‘ndrangheta, facendo capire anchè il perchè della propria impenetrabilità, a causa della sua struttura interna a base familistica.

Dopo la proiezione dell’opera, si terrà un ampio confronto con Gianni Speranza, ex sindaco di Lamezia Terme, e quindi testimone politicamente impegnato su un territorio difficile quale quello lametino. Il dibattito – moderato dai ragazzi di Libera – sarà poi aperto alle domande dal pubblico.

 

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