L’UE vuole una manovra di tre miliardi ma i danni del terremoto ammontano a dieci miliardi.

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In questi giorni, le cronache politiche registrano un vivave dibattito in merito alla richiesta pervenuta da Bruxelles di una manovra correttiva di oltre tre miliardi di euro. Anche noi di mediterraneinews siamo europeisti – e del resto non avremmo chiamato così il nostro giornale che vuole essere un omaggio anche a quella “dimensione mediterranea” che insieme alle altre (“la dimensione nordica”, la “dimensione baltica”, ecc.) formano la più grande casa comune europea – ma di certo ci è chiaro il concetto di “interesse nazionale”.

Sappiamo quanto il nostro deficit pubblico pesi sulla credibilità internazionale dell’Italia ma ci chiediamo se sia giusto chiedere ulteriore sacrifici ad una nazione che ha ancora addosso i postumi di una lunghissima recessione costatagli punti e punti di Pil e ci chiediamo se i nostri rappresentanti nelle varie istituzioni europee abbiamo informato gli euroburocrati delle tante emergenze che vive il nostro paese – da quella dell’immigrazione al terremoto. Noi pensiamo di si, perchè è noto l’attivismo dei nostri europarlamentari e dei nostri connazionali che ricoprono posti di responsabilità nella burocrazia comunitaria e allora ci chiediamo se i vertici dell’Unione – dopo il disastro della Brexit – si vogliano giocare quel che resta dello spirito europeista in quello che è sempre stato uno dei paesi più euroentusiasti, continuando sulla cieca strada del richiamo al “rigore monetario”, lo stesso che Francia e Germania a suo tempo hanno bellamente ignorato, approfittando del fatto di aver un deficit più basso del nostro.

L’Europa ci chiede tre miliardi eppure – secondo quanto ha riportato oggi il il Corriere della Sera, – a seguito del terremoto che ha devastato ad agosto scorso, l’Italia centrale, il 40% degli edifici sottoposti a verifiche nelle zone colpite dal sisma, risulterebbero inagibili e i danni complessivi ammonterebbero a 10 miliardi di euro, mentre oltre 13mila sono gli sfollati da assistere. E tenendo conto che dopo il primo sisma, c’è stato quello di ottobre e poi l’ondata di maltempo che non sembra avere precedenti, si è stimato che a questa cifra debbano aggiungersi altri 3.5 miliardi.

E allora ci si chiede: con quale coraggio si chiedono tre miliardi ad un paese che deve affrontare simili problematiche?

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