Sono passati 150 anni dalle prime collusioni ‘ndranghetiste documentate, che portarono all’annullamento delle elezioni comunali di Reggio, quando la Calabria, come istituzione giuridica repubblicana, ancora non esisteva. Eppure la mafia già condizionava in maniera massiccia la vita pubblica, imponeva le sue regole e cominciava una sorta di scalata sociale che l’ha portata negli ultimi decenni a emanciparsi dallo stereotipo di una criminalità rurale, diventando classe dirigente e sostituendo la lupara con gli strumenti dell’alta finanza, la coppola con giacca e cravatta. È questo percorso che Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, e Antonio Nicaso, docente universitario tra i massimi esperti di ‘ndrangheta al mondo, raccontano nel libro “Padrini e padroni” (Mondadori), che sarà presentato da Gratteri venerdì 3 febbraio, con inizio alle 16,30 nell’auditorium comunale di Filadelfia.
L’incontro con l’autore è stato promosso dall’associazione Filadelfia nostra, presieduta da Rosetta Chiaravalloti. Non è la prima volta che il sodalizio culturale, che ha da poco celebrato il decennale della sua intensa attività, invita il procuratore Gratteri per parlare di un suo lavoro editoriale. Avvenne già nel 2010, con “La Malapianta”, scritto sempre insieme a Nicaso.
«Fu un momento di grande intensità, con una partecipazione da parte della nostra cittadina che andò oltre ogni aspettativa – ricorda Chiaravalloti -. Non sempre iniziative culturali di questo tipo lasciano una traccia indelebile, ma in quel caso successe. Ecco perché, in occasione dell’uscita del nuovo libro, abbiamo voluto invitare nuovamente Gratteri, che ha accettato con grande disponibilità proprio sulla base dell’esperienza già fatta a Filadelfia».
A introdurre la discussione sul libro sarà la dirigente dell’Istituto omnicomprensivo di Filadelfia, Maria Viscone, mentre a intervistare il magistrato e a moderare l’incontro sarà il giornalista Enrico De Girolamo. In sala ci saranno anche gli studenti di Filadelfia, che avranno la possibilità di porre domande e interagire con l’autore.
«Gratteri ha chiesto esplicitamente che venissero coinvolti soprattutto i più giovani – conclude Chiaravalloti -, in sintonia con l’approccio divulgativo che contraddistingue i suoi incontri pubblici e con l’obiettivo di far comprendere alle nuove generazioni la complessità e le ramificazioni della ‘ndrangheta».