Il dopo Ruotolo. Echi di stampa alla splendida serata sul giornalismo d’inchiesta antimafia. Qualcuna dimostra di non aver compreso la lezione. Il dopo Ruotolo. Echi di stampa alla splendida serata sul giornalismo d’inchiesta antimafia. Qualcuna dimostra di non aver compreso la lezione.

Il dopo Ruotolo. Echi di stampa alla splendida serata sul giornalismo d’inchiesta antimafia. Qualcuna dimostra di non aver compreso la lezione.

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A margine dell’interessante incontro del 27 agosto con il noto giornalista Rai, Sandro Ruotolo, in una serata a Nicotera molto partecipata, con un pubblico che ha applaudito più volte l’illustre giornalista di inchieste antimafia. Ma, come al solito, all’indomani degli incontri annuali organizzati dal Gruppo dopo le 22, si è riascoltata la ritualistica nota stonata della campanona locale riversando rintocchi pieni di livore sulle pagine del Quotidiano del sud, dove trova spazio di cronaca, e poi sui suoi social, scrivendo una serie di lamentazioni infarcite da false informazioni.

Ruotolo, Conistabile, Campisi e Miceli

Ci sarebbe da domandarsi il perché di tanto livore da parte della cronista Enza Dell’Acqua del Quotidiano del sud, anche nei confronti dell’incontro con Sandro Ruotolo. Una nostra inchiesta giornalistica, avviata in tal senso, ci porta a scoprire una realtà sconcertante e disarmante. Pare che sia tutto riconducibile al fatto che la stessa non sia stata citata da Ruotolo come giornalista antimafia, pretendendo di accreditarsi in maniera subdola a quel mondo nobile delle persone impegnate nel giornalismo antimafia per accomodarsi tra le autorevoli autorità, nonostante irrispettosamente la stessa le abbia definite: “capizzoni”.

L’insensibilità della stessa verso l’antimafia si denota anche dal punto di vista etico per l’irriguardoso atteggiamento di critica verso le due giornaliste che hanno introdotto e condotto la serata con Ruotolo: Marialucia Conistabile e Orsolina Campisi, entrambe della Gazzetta del sud, la Campisi è giornalista anche nella redazione di MediterraneiNews da sempre impegnate nel giornalismo antimafia.

Dalla nostra inchiesta è stata altresì riscontrata una mancanza di sensibilità umana e professionale della cronista del Quotidiano del sud, per non aver pubblicato alcunché sul giornale per annunciare l’evento di Sandro Ruotolo e neanche sui suoi social. Cosa che invece hanno fatto altri giornalisti, lettori, e gente comune che hanno dimostrato, così, di avere maggiore sensibilità e cultura personale.

Vi è stato anche un tentativo maldestro di ammaliare Ruotolo inviandogli il giorno prima, “una miriade di mail” come imprudentemente la stessa cronista afferma sui social, nel tentativo di insinuarsi furbescamente nell’organizzazione altrui. Mail che citavano l’ormai rottamato elicottero e chi sa cos’altro. Nonostante ciò, è stata ignorata da Ruotolo e, di conseguenza, nessuna personale citazione durante la serata le è stata rivolta nel mentre era presente. Insomma, nonostante i continui flop e senza aver mai fatto una inchiesta sulla mafia e/o sulla ‘ndrangheta, pretendeva da Ruotolo la visibilità e la citazione urbi et orbi. Pur non essendo stata nominata, all’indomani ha scritto sui social che la serata per lei era stata “assai noiosa”, ma è rimasta fino alla fine…sperando.

Ruotolo a Nicotera

Ruotolo, invitato dal Gruppo dopo le 22, ha risposto alle domande sulla sua esperienza di vita e non certo doveva parlare ai nicoteresi delle storie paesane che egli, nei particolari, potrebbe pure disconoscere, ma che erano già tutte note ai presenti. Anzi, su alcuni passaggi, Ruotolo ha dimostrato di conoscere i fatti di Nicotera citando ad esempio, i tre scioglimenti comunali. Ha anche detto: <Bisogna capire, inoltre, la “sacralità” della notizia che può distruggere una persona e lanciare una campagna di odio, con il rischio anche di sgretolare intere comunità>. Frase molto allusiva che va a nozze in questo contesto!

La cronista è già nota alle cronache locali per il suo smisurato individualismo. Nel recente passato è stata oggetto di un articolo in cui ci si domandava a che titolo può esporsi pubblicamente per promuovere un corteo di solidarietà ad una vittima di mafia se è suo costume attaccare sui social rappresentanti dello Stato quali Nicola Gratteri, Franco Gabrielli e Antonio Miceli per citarne alcuni, impegnati sul fronte antimafia. Un corteo del 3 agosto che è stato un flop per l’individualismo smisurato e per non averlo pubblicizzato per tempo neanche sul sito ufficiale della sua associazione Kreonte, come denunciato nel nostro articolo del 31.7.u.s. Il tutto per non coinvolgere la società civile, finalizzato alla salvaguardia del proprio individualismo. Difatti per lo smisurato individualismo che spesso offusca le menti, in un successivo post confessorio si scrive in merito al corteo: <Abbiamo interrotto la dannata tendenza all’unanimismo… Essere sempre tutti in un calderone, ben nascosti e protetti, vuol dire perdere identità…>. L’antimafia, quella vera, non è un orticello riservato per esaltare la propria individualità. L’antimafia diceva il grande Leonardo Sciascia, è spesso fatta dai professionisti dell’antimafia, quegli stessi che l’ex presidente dell’Antimafia Francesco Forgione nel suo libro li definisce: “I tragediatori”.

Consapevole di non aver fatto alcunché per pubblicizzare anche l’evento di Ruotolo, la cronista si è lamentata pure sui social criticando il perché di alcuni assenti. Il Gruppo dopo le 22 avrà fatto i suoi inviti oltre alla locandina pubblicitaria aperta a tutti nessuno escluso. Anche alcuni giornalisti locali hanno pubblicizzato l’evento per l’obbligatorio dovere di informazione, sopratutto per omaggiare Ruotolo e dimostrare vicinanza e stima ad un noto collega antimafia. Ad esempio, fonti del Gruppo informano che è stata invitata a presenziare la famiglia Scarpulla/Vinci. Altresì è stata invitata l’avv. Lia Staropoli presidentessa dell’associazione ConDivisa, con piena disponibilità a “presenziare insieme al marito” e non è vero che “ha declinato l’invito” come falsamente è stato affermato dalla cronista del Quotidiano del sud. Sarebbe stata una notizia eclatante se la presidentessa Staropoli avesse veramente declinato lo specifico invito, un fatto grave e degno di nota giornalistica, ma così, giustamente, non è stato. Che poi non sia venuta non è motivo da imputare ad un fantasioso declinare, ma ad un più verosimile sopraggiunto imprevisto. In ogni caso, buona educazione vuole che non si faccia mai la conta degli assenti, bensì dei presenti.

Ruotolo, Conistabile e Campisi

Anche il tabaccaio Zappia è stato invitato, smentendo la versione della cronista del Quotidiano del sud. Zappia ha confermato la sua presenza, seppur anch’egli poi non fosse tra i presenti, ma ha avuto l’amabilità all’indomani di scusarsi per l’imprevisto. Ma la cosa stupefacente è che la cronista in questione si lamenta indicando solo Zappia e Piperno tra le famiglie che dovevano, a suo insindacabile giudizio, essere invitate, dimenticando colpevolmente che se inviti andavano fatti, bisognava ricordare anche altre famiglie vittime della violenza criminale e di mafia. Le famiglie Gaglianò, Valerioti, Timpano, Chindamo, Minniti per citarne alcune, non rientrano nel ristretto albo della cronista? E poi, certe foto dalla stessa postate sui suoi social, oggetto di recenti scritti anonimi, e certi post espliciti, dimostrano tanta opacità subdola e opportunista.

Infine, giusto per continuare a dare una corretta informazione, smentendo ancora la versione della cronista del Quotidiano del sud, il mazzo di fiori è stato donato dal Gruppo dopo le 22 alla giornalista della Gazzetta del sud, Marialucia Conistabile, dopo aver egregiamente e con estrema professionalità condotto la serata con domande appropriate, sensate e “contestualizzate”. E’ stata la stessa giornalista Conistabile, con un gesto di estrema sensibilità umana e professionale, che a fine serata, ha voluto omaggiare dei suoi fiori la signora Scarpulla, affinché li deponesse sulla tomba del figlio.

Il prossimo anno in occasione del programmato incontro da parte del Gruppo dopo le 22, faremo una petizione allo stesso affinché venga assegnato un posto riservato al finto giornalismo antimafia, chiedendo esplicitamente che venga citata la persona, per tutto ciò che di negativo ha fatto per l’intera comunità. E così, si spera finisca tutto questo pietoso e ridicolo teatrino che mira sempre a sporcare ciò che di buono fanno gli altri: quelli titolati a rappresentare la vera antimafia.

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