Era fine aprile del 2016 quando la gloriosa filiale della Banca Carime di Nicotera – gruppo Ubi-banca – chiudeva i battenti dopo un attività durata decenni che ha accompagnato le vicende professionali, imprenditoriali e umane di centinaia di concittadini. Un fatto, che oltre a segnare un altra rovinosa tappa nel lento ma costante processo di perdita di tutti i principali presidi al servizio della collettività che la città ha dovuto subire – quasi sempre per scelte calate dall’alto ma a cui la stessa non si è opposta nel generale clima di sfiducia che si è pian pian impadronito della gente – ha comportato anche disagi per gli utenti.
Adesso quindi, in città, è rimasta solo la filiale del Monte dei Paschi di Siena (Mps), lungo la provinciale Foschea.
La filiale fa parte dello storico gruppo Mps una banca nata nel 1472 come monte di pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione della città di Siena, che è la più antica banca in attività ed è ritenuta anche la più longeva al mondo. Mps costituisce, assieme alle altre società del gruppo, il terzo gruppo bancario italiano per numero di filiali: il Gruppo Montepaschi, dopo Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Ebbene, si da il caso che per via di una serie di operazioni finanziarie non propriamente brillanti ,come l’acquisto di Banca Antoventeta dagli spagnoli di Banco Santander, nel 2011 il gruppo fu costretto a chiudere l’anno con una perdita di oltre 4.6 miliardi di euro. Il gruppo è stato quindi successivamente costretto a varare una profonda rioganizzazione strutturale che ora investirà – secondo quanto annunciato dall’Amministratore delegato e direttore generale Marco Morelli – anche i dipendenti e gli sportelli, in cambio della ricapitalizzazione da 8,1 miliardi coperta per 5,4 miliardi dal Tesoro italiano e dello smaltimento dei cosidetti “crediti deteriorati” che hanno portato il gruppo in una situazione di sofferenza, un piano per il quale è arrivato in questi giorni anche l’ok della Commissione Ue.
Lo stesso Morelli quindi – nel presentare il nuovo piano industriale 2017-2021 del Monte dei Paschi di Siena stesso – ha annunciato una cospicua riduzione del personale (5500 unità in tutto in buona parte “coperte” dal cosidetto Fondo di solidarietà) e la chiusura di ben 600 delle duemila filali del gruppo. In pratica quasi una su tre.
La notizia riportata da tutti i media – tv, internet, carta stampata – non è sfuggita ai correntisti nicoteresi che quindi ora temono che tra le filiali a rischio di chiusura possa esserci anche quella di Nicotera. Ovviamente, al momento, non ci sono certezze ma vi è una possibilità concreta che questo accada davvero, anche perchè Nicotera è una piccola piazza con una economia molto asfittica che quindi non genera un cospicuo flusso di denaro che è il “carburante” necessario per tenere in piedi strutture come questa. Una motivazione – quella del ridotto giro d’affari – che fu la principale causa della chiusura della fliale di Ubi-Carime l’anno scorso.
E se è vero che il detto popolare dice che “non bisogna fasciarsi la testa prima di cadere” è anche vero – dice un altro motto locale ca “cu si guardau si sarvau”. Un appello quindi alle istituzioni per seguire con attenzione le prossime mosse di Mps in attesa di sapere quali saranno le filiali che il gruppo chiuderà.