Antonino Tindiglia (Fgu Gilda Calabria), “Immissioni in ruolo del personale docente nel caos totale”

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“Come ogni anno sono iniziate le operazioni di immissioni in ruolo del personale docente (del personale Ata non se ne parla minimamente) nel caos totale, in locali angusti con un caldo afoso africano, un elevato numero di persone neo docenti tra cui mamme che allattano i piccoli e gestanti future mamme, nella più assoluta indifferenza dei dirigenti ministeriali nazionali e grande dedizione e spirito di sacrificio dei funzionari ed impiegati periferici, che malgrado la fatica e la privazione delle ferie cercano di portare avanti le procedure e tutti i lavori necessari per far quadrare i conti, con il rischio elevato di commettere errori causa i tempi contingentati e la mancanza di un adeguato numero di personale addetto”.

Esordisce così il responsabile Fgu Gilda Calabria, Antonino Tindiglia, riguardo le operazioni di immissioni in ruolo del personale docente iniziate lunedì 31 presso la Direzione generale di Catanzaro.

“Ogni anno – afferma – segnalo questi disagi e modi inumani di operare, ma niente si muove nella direzione del cambiamento, del miglioramento. Ultimamente con la Legge 107/2015 anzi tutto è peggiorato. Sono peggiorate le funzioni del dirigente “lo sceriffo” che deve distribuire il bonus e deve fare la chiamata diretta, cosi non vanno in ferie neanche loro (glielo dicevamo che questa riforma era dannosa anche per loro). Dove sono i fatidici due mesi di ferie dei docenti? “

“Docenti – evidenzia Tindiglia – costretti a produrre curriculum, certificati, a partecipare ai corsi di formazione organizzati dalle scuole polo (non obbligatori) ma sbandierati dal solito Dirigente Scolastico di turno come obbligatori. A tal proposito, ci è stato riferito che in un mega corso organizzato dalla scuola polo il relatore ha detto che una parte delle ore possono essere seguite on line, da casa mentre si friggono le melanzane o sotto l’ombrellone, questo a dimostrazione della serietà ed importanza con cui sono tenuti questi corsi che secondo il mio parere sono solo uno spreco di risorse circa ottantamila euro per scuola d’ambito che le organizza, e si traducono nel rilascio del solito “pezzo di carta” che attesta la partecipazione con ricaduta “zero” sull’apprendimento, perché l’apprendimento è un processo serio che presuppone uno stato d’animo ed una serenità che non può avere chi è costretto a recarsi la mattina al lavoro in classe ed il pomeriggio al corso o in estate con questo caldo africano. Intanto il caldo avanza”.

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