“Il Tar non ha rigettato il ricorso, bensì ha soltanto ritenuto che non vi fossero esigenze cautelari tali da dover sospendere l’efficacia della delibera impugnata rinviando l’analisi dei motivi di ricorso all’approfondimento tipico della fase di merito”.
E’ quanto affermano i consiglieri di opposizione che, a settembre, avevano presentato ricorso con istanza cautelare contro il Comune per l’annullamento, previa sospensione, della deliberazione del civico consesso di giugno 2017, concernente l’approvazione del rendiconto della gestione per l’esercizio 2016, annunciano, altresì, che proporranno appello al Consiglio di Stato affinché si pervenga ad una celere definizione della vicenda, nell’interesse dei cittadini di Joppolo ad avere un bilancio consuntivo “regolare, valido e senza ombre di invalidità”.
In particolare, il 29 maggio, il consiglio comunale deliberava, in assenza dei consiglieri di minoranza che avevano abbandonato i lavori, di aggiornare la seduta al 2 giugno, in quanto gli atti relativi al rendiconto di gestione, in discussione quel giorno, erano rimasti a disposizione dei consiglieri meno dei 20 giorni prescritti dalla legge. Secondo i ricorrenti, però, i “soli” 4 giorni di rinvio rappresenterebbero una “violazione delle norme sui termini e le modalità di convocazione e di svolgimento delle sedute ordinarie del civico consesso, in spregio al termine dilatorio di 5”.
“La prima sezione del Tar Calabria respinge l’istanza cautelare – si legge nell’ordinanza a firma dei magistrati Vincenzo Salamone, Giovanni Iannini e Germana Lo Sapio – considerato che ad un primo sommario esame le censure dei ricorrenti non appaiono suscettibili di favorevole apprezzamento, tenuto conto che la seduta del 2 giugno 2017 è conseguenza di un mero rinvio di una seduta già aperta, per cui non si pongono particolari esigenze connesse ai termini per la convocazione e all’organo che deve provvedervi e che, inoltre, il pregiudizio prospettato dai ricorrenti non risulta prevalente rispetto agli interessi pubblici correlati alla deliberazione impugnata”. Sarà fissata, quindi, una successiva udienza di merito per valutare la correttezza delle modalità di convocazione della seduta consiliare del 2 giugno.
“Emergono – dichiarano i ricorrenti – in tutta la loro validità, le argomentazioni prospettate dai consiglieri di minoranza sul fatto che quella seduta è stata convocata in violazione del termine di preavviso di cinque giorni e, soprattutto, oltre il termine di scadenza intimato dal Prefetto di Vibo Valentia, che aveva diffidato il Comune ad adottare il rendiconto di gestione entro il 29 maggio”.
L’Ordinanza del Tar Calabria: