Interessante lezione sulle fusioni tra comuni nell’ambito del Corso di Pedagogia della Comunicazione dell’Università della Calabria tenuto da Mario Caligiuri.

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Come, perché e quando nasce e si consolida nell’opinione pubblica l’idea, l’ambizione ed il progetto della fusione tra Corigliano e Rossano? Quale è stato il ruolo della Politica, delle istituzioni e delle associazioni locali? Quale chiave di lettura può essere data sull’affluenza al referendum di domenica 22 ottobre nei due territori? E poi: qual è stato il ruolo dei gruppi di pressione nella genesi e nell’accompagnamento del processo in atto da anni ed ora consacrato dal responso democratico? Inoltre la comunicazione che ruolo ha avuto nel convincimento degli elettori? E chi l’ha prodotta? Infine, il grado di istruzione e la conoscenza delle parole quanto hanno influito nella scelta di come votare o non votare?

 Sono state, queste, le tante coordinate della lezione dal titolo “Le lobby nel processo di influenza dell’opinione pubblica: il caso della fusione di Corigliano calabro e di Rossano” tenuta da Lenin Montesanto, comunicatore e lobbista, nell’ambito del Corso di Pedagogia della Comunicazione dell’Università della Calabria tenuto da Mario Caligiuri. Questa parte del corso si tiene nell’ambito del progetto Il Quotidiano in Ateneo promosso dall’Osservatorio Permanete Giovani-Editori diretto da Andrea Ceccherini  e che – ha spiegato  Caligiuri – ha l’intenzione di fornire elementi interpretativi agli studenti in modo che possano comprendere la realtà, in una società della disinformazione segnata dall’eccesso dell’informazione.

 A poche settimane dal risultato referendario che ha formalizzato la vittoria del Sì alla fusione tra le due importanti Città calabresi, Montesanto che cura da anni la comunicazione istituzionale dei due centri della Sibaritide (circostanza mai accaduta prima nella storia delle due amministrazioni comunali) ha tentato di identificare e di inquadrare, con le sollecitazioni e l’inquadramento teorico e storico dello stesso Caligiuri ed alla luce dell’esperienza personale e professionale maturata nei due rispettivi contesti, l’effettiva iniziativa e il reale peso avuto dalla comunicazione e dai gruppi di pressione nella formazione delle due opinioni pubbliche locali rispetto al dibattito sul progetto, alle determinazioni dei due consigli comunali e agli esiti referendari.

 Inquadrando la questione calabrese nell’ambito delle vicende del referendum sull’indipendenza della Catalogna e in Spagna oltre che del referendum autonomista avvenuto in Lombardia e Veneto, Montesanto si è soffermato sul valore spesso predominante delle reali motivazioni economiche in quasi tutti i processi di autodeterminazione (separatisi o unionisti); sulla capacità  dimostrata da singoli e comitati nella definizione del dibattito pubblico sulla questione specifica della fusione (come nel caso di Rossano e Corigliano) e, più in generale, sul rapporto complesso tra consenso democratico, media, élite sociali e formazione delle classi dirigenti.

Montesanto ha affrontato ruolo e dinamiche del lobbying, nel suo significato professionale di informazione strategica ai decisori pubblici e politici, anche alla luce di altri casi oggetto di analisi, emersi e sollecitati nel corso delle due ore di confronto in aula con gli studenti, tra i quali quello relativo al finanziamento del trasporto pubblico locale in Calabria, alle prescrizioni comunitarie sul divieto di pesca della neonata/bianchetto ed al fenomeno dell’associazione “Basta Vittime sulla SS106”.

La lezione di Montesanto ha seguito quella del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri ed ha preceduto quella del caposervizio della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati e di Pasqualino Pandullo, giornalista della RAI calabrese.

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