Come molti ricorderanno il governo con il decreto legge del 20 giugno scorso n. 91 – “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” – ha istituito le cosidette ZES – Zone economiche speciali – “al fine di favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo, in alcune aree del Paese, delle imprese gia’ operanti, nonche’ l’insediamento di nuove imprese in dette aree”.
Per ZES chiariva poi il decreto stesso, si intendeva “una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purche’ presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T)”.
Il decreto specificava poi che per l’esercizio di attivita’ economiche e imprenditoriali le aziende gia’ operative e quelle che si insedieranno nella ZES potevano “beneficiare di speciali condizioni” tra cui: “a) procedure semplificate, individuate anche a mezzo di protocolli e convenzioni tra le amministrazioni locali e statali interessate, e regimi procedimentali speciali, recanti accelerazione dei termini procedimentali ed adempimenti semplificati rispetto a procedure e regimi previsti dalla normativa regolamentare ordinariamente applicabile, sulla base di criteri derogatori e modalita’ individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri; b) accesso alle infrastrutture esistenti e previste nel Piano di sviluppo strategico della ZES; c) un credito d’imposta commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il 31 dicembre 2020 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50 milioni di euro. Il riconoscimento delle tipologie di agevolazione è soggetto al rispetto delle seguenti condizioni: a) le imprese beneficiarie devono mantenere la loro attivita’ nell’area ZES per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti; b) le imprese beneficiarie non devono essere in stato di liquidazione o di scioglimento.
Ebbene nella seduta tenutasi in data odierna, la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali, ha approvato il testo definitivo del DPCM (Decreto Presidente Consiglio dei Ministri) sulla istituzione delle Zes (Zone Economiche Speciali) stesse.
E all’importante riunione ha partecipato anche il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, accompagnato dall’assessore regionale alla Logistica, al Sistema portuale regionale e al “Sistema Gioia Tauro”, Francesco Russo che – in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Regione – hanno espresso la loro soddisfazione per l’approvazione dell’importante provvedimento. Tra le ZES istituite vi è infatti quella relativa all’area portuale di Gioia Tauro.
La Conferenza – si legge nella nota in questione che riporta le parole dello stesso Oliverio – ha accolto ed approvato le proposte migliorative del testo presentato dal Governo avanzate dalla Regione Calabria poichè “nel rispetto della norma vigente, che vincola la istituzione della Zes alla presenza di una infrastruttura portuale classificata TEN-T” si è inserito ora nel DPCM che “la Zes è di norma composta da territori quali aree portuali, retroportuali, anche di carattere produttivo ed aeroportuali” il che permetterà di “definire una proposta di Zes che, assumendo come centrale Gioia Tauro, potrà essere articolata anche ad altre aree portuali e retroportuali oltre che aeroportuali della nostra regione”.
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