Nicotera: la vertenza degli alloggi di edilizia agevolata di nuovo sotto i riflettori

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alloggi via filuppella

Nell’elenco dei debiti che il Comune ha nei confronti di legali, privati, dipendenti e imprese non passa inosservata la vicenda dell’esproprio di un terreno legato alla realizzazione di 36 villette in località Filuppella. Una storia lunga più di vent’anni e che salta puntualmente fuori ogni volta che c’è una ricognizione della situazione di cassa a fronte di un’ipotesi di dissesto. Con un piccolo e non insignificante particolare: la somma di poche decine di migliaia di euro che inizialmente bisognava pagare a Cristina Cipriani e Yvonne Castella proprietarie del terreno espropriato per consentire la realizzazione degli alloggi di edilizia agevolata è lievitata a dismisura e oggi è inserita nell’elenco dei debiti per un importo pari a circa 600mila euro. Una patata bollente che sindaci e commissioni succedutisi nel tempo si sono guardati bene dal trattare nella consapevolezza che a cercare di pelarla la scottatura sarebbe stata sicura. Naturalmente, di fronte ad un esborso di qualche centinaio di migliaia di euro in più rispetto al previsto, aggravio che va sempre e comunque a gravare sull’ente comunale e, quindi, sulla collettività, non ci sono né giustificazioni né responsabilità. E non bisogna trascurare un altro dato: i 36 proprietari delle villette costruite sul terreno espropriato non vivono ancora sonni tranquilli perché Cristina Cipriani e Yvonne Castella a cui appartiene l’area in questione, non avendo incassato il dovuto, avviavano nel 2010 una lite giudiziaria chiedendo la restituzione del proprio terreno. In realtà, il Tar prima ed il Consiglio di Stato nel 2012 davano ragione alle ricorrenti sentenziando che <i terreni sui quali sono stati realizzati gli immobili debbono essere retrocessi e riconsegnati alle legittime proprietarie>.

marcello palmieri
marcello palmieri

Dell’esito della causa la famiglia Cipriani dava notizia a tutti i proprietari che entravano comprensibilmente in fibrillazione. Inoltrava, contemporaneamente, istanza al Tar <per la nomina di un commissario giudiziale che mettesse ad esecuzione coattiva quanto deciso dalle sentenze>. In un’altra lettera inviata agli inquilini delle villette per comunicare l’esito della sentenza del Consiglio di Stato, Cristina Cipriani e Yvonne Castella non mancano passaggi di stampo…medievale. Le due donne sottolineavano, infatti, che per accedere alle loro abitazioni gli inquilini non potevano usare la strada costruita sul terreno espropriato se non previo un accordo che prevedesse o la cessione dell’area occupata dalla strada oppure <il pagamento di un’indennità di transito>. Non accettando le soluzioni proposte, i trentasei proprietari degli alloggi avrebbero potuto raggiungere casa solo con…l’elicottero. Al Comune veniva data una possibilità per uscire dal pantano: l’acquisizione del terreno non più a prezzo d’esproprio, bensì a prezzo di mercato. Marcello Palmieri, responsabile della commissione straordinaria in quel momento alla guida di palazzo Convento, affrontava garantendo ai proprietari delle villette in stato di agitazione la immediata soluzione della vertenza. In realtà, si limitava a incaricare il geometra sovraordinato Graziano Mandaliti a determinare l’estensione dell’area interessata dal progetto e dell’area non utilizzata con l’obiettivo di restituire il terreno non utilizzato dalle proprietarie. Un evidente “escamotage” mirato a tutelare la commissione e a far scivolare la patata bollente al sindaco che si sarebbe insediato da lì a poco. In realtà, la subentrante Giunta Pagano non affrontava il problema ora è finito all’attenzione della terna commissariale. Con ogni probabilità, la vertenza andrà ancora avanti anche se non si capisce perché le proprietarie del terreno in questione, pur avendo in mano i titoli necessari, continuino a stare alla finestra. Aspettano…Godot?

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