A distanza di qualche mese dal verdetto dei giudici amministrativi che avevano sospeso l’esecutività della sentenza con la quale il Tar del Lazio aveva annullato il decreto di scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea per infiltrazioni mafiose deciso il 12 agosto 2016, a mettere ora la parola “fine” all’intera vicenda è la III° sezione del Consiglio di Stato che in data odierna ha confermato lo scioglimento degli organi elettivi della “Perla del Tirreno”.
I giudici amministrativi di secondo grado hanno quindi accolto nel merito l’appello presentato dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Vibo. Al comune tirrenico vibonese resteranno così in carica gli attuali commissari straordinari.
Alla base della sentenza, il convincimento dei giudici del massimo organo di giustizia amministrativa italiana che il Tar del Lazio, avesse sbagliato, sia a valutare gli elementi posti a sostegno dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose che nella valutazione giuridica di alcune situazioni di fatto.
La vicenda – lo ricordiamo – era iniziata con l’invio della Commissione di accesso nominata dal prefetto Giovanni Bruno a fine ottobre del 2015. La Commissione era costituita dal viceprefetto vicario di Vibo, Lucia Iannuzzi; dal capitano dei carabinieri Francesco Manzone e dal capitano della Guardia di finanza Giovanni Torino. A giugno del 2017, poi la prima sezione penale del Tar del Lazio aveva però accolto il ricorso presentato dall’ex sindaco Giuseppe Rodolico e dagli assessori Rosalia Rotolo e Romana Lorenzo, contro lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del civico consesso cittadino deciso dal Consiglio dei Ministri nell’agosto del 2016 sulla scorta della relazione inviata dal successore di Bruno, il prefetto Carmelo Casabona. Nello scorso settembre infine, i giudici amministrativi di secondo grado, avevano però sospeso l’esecutività della sentenza che annullava il decreto di scioglimento per infiltrazioni mafiose.