I 30 anni del Sistema Bibliotecario Vibonese. Un appello a istituzioni e cittadini.

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Il Sistema Bibliotecario Vibonese compie quest’anno 30 anni di attività. Un traguardo importante che merita di essere celebrato ma che è anche un occasione per il suo Direttore Gilberto Floriani (nella foto) di lanciare un appello ai cittadini vibonesi e alle istituzioni che pubblichiamo integralmente.

Ricorre quest’anno, il trentesimo anniversario dalla fondazione del Sistema Bibliotecario Vibonese, una lunga storia che ha portato la nostra istituzione, sostenuta da numerosi comuni della provincia, a realizzare la più importante “Biblioteca Pubblica” della Calabria e non solo, un grande centro di promozione della lettura e un Polo culturale dalle numerosissime attività, che pur operando localmente, riesce a dialogare con la grande cultura italiana.

Nonostante viviamo in un paese che investe sempre troppo poco sulla cultura – a dispetto dell’enorme patrimonio esistente – abbiamo pensato un programma di celebrazione quest’anniversario. Un momento che vuole essere anche di “condivisione” con la “comunità” (cittadini, scuole, associazioni, enti, ecc.) che da sempre, trova in noi, un Istituzione pronta ad accogliere le sue istanze, sia attraverso l’erogazione di servizi che l’elaborazione di percorsi progettuali comuni.

E che il Sistema Bibliotecario Vibonese sia diventato negli anni, con impegno e sacrificio, un polo culturale d’eccellenza, unico nel suo genere sull’intero territorio regionale, lo dicono, da un lato, i numeri (con 100.000 presenze all’anno, con 20.000 mila utenti iscritti ai suoi servizi e più di 70 mila libri, riviste, cd e dvd prestati ogni anno) e dall’altro le migliaia di iniziative che sono state realizzate o ospitate ovvero alle quali il SBV stesso ha fatto, per così dire, da “incubatore”. Senza contare poi, il fatto di aver mantenuto in vita la rete di cooperazione del Servizio Bibliotecario Regione, e aver realizzato il Festival LeggereScrivere, uno degli eventi culturali più importanti della Calabria e del Mezzogiorno.

Un polo culturale d’eccellenza insomma che – come dice il suo stesso nome, si è realmente fatto “sistema” – articolato e pluralistico, specchio fedele di quella parte di società che vorrebbe emanciparsi e costruire il suo futuro con la cultura ed è divenuto, nel tempo, una “casa” accogliente per gli utenti.

E aver fatto ciò, in una situazione in cui è cresciuta la domanda di cultura e di socialità – che non ha trovato spesso risposta da parte di altre istituzioni pubbliche – e nonostante i continui tagli dei finanziamenti e il venir meno di altri fonti di entrata, come il contributo provinciale e quello che, per statuto, dovrebbero versare alcuni comuni che del Sistema stesso sono parte integrante, è sicuramente un fatto degno di lode.

E’ questo, anche in considerazione del fatto che, il Sistema Bibliotecario, si confronta quotidianamente con una realtà territoriale tra le più difficili in Italia, oppresso da molte emergenze: la disoccupazione giovanile, una condizionante presenza mafiosa, una crisi sociale ed economica di straordinaria gravità, l’emigrazione intellettuale, la povertà educativa, contribuendo però con la sua sola presenza e soprattutto con la sua azione, in vario modo, a fronteggiare sul piano culturale e conoscitivo questi problemi, dando risposte a un gran numero di cittadini, stranieri e italiani senza distinzione.

E il Sistema bibliotecario Vibonese ha saputo anche adattarsi a questa profonda trasformazione della propria “mission originaria” che da centro dedito alla conservazione del sapere lo ha fatto diventare polo di diffusione dei saperi e persino centro di aggregazione sociale e polo multifunzionale. Un merito che non può essere ascritto di certo solo al singolo ma anche ai tanti volontari che vi prestano servizio e a un personale altamente qualificato per il quale, peraltro, nessuno ha mai trovato i soldi per la sua formazione.

Per tutti questi motivi, pensiamo quindi che questo trentennale debba essere non un vuoto e retorico momento auto-celebrativo ma un momento di riflessione: per i cittadini che tramite l’avvio pochi mesi fa della campagna “Bibliocard” possono sostenere con un piccolo contributo il SBV e per le istituzioni (regione, provincia, comuni, ecc). affinché capiscano che ulteriori tagli metterebbero seriamente a rischio l’esistenza di questo soggetto, rischiando di buttare a mare quanto è stato realizzato in questi 30 anni di duro, silenzioso, efficace lavoro. 

E a questo punto noi – che mai nulla abbiamo chiesto se non la necessaria attenzione per ottemperare ai nostri compiti – chiediamo alla società vibonese, alle istituzioni e alla politica di assumersi la responsabilità di dire con chiarezza se ritengono che la cultura e alcuni dei suoi luoghi, come le biblioteche, siano inutili, marginali e superate e se la società calabrese, pur con le percentuali di lettori più basse d’Italia, i più alti indici di povertà educativa, la crisi demografica dei piccoli comuni, l’emergenza criminalità, non debba più aver bisogno dei loro servizi e quindi deve lasciare lentamente deperire e poi chiudere queste istituzioni.

Ma noi tutti sappiamo invece che le biblioteche, le attività culturali, e la cooperazione bibliotecaria, sono davvero utili proprio perché oltre ai servizi che erogano si sono trasformate nel tempo in luoghi di coesione sociale, in strumenti per la costruzione di identità positive e democratiche per le città e i paesi, in moderne piazze del sapere per i cittadini e luoghi di formazione civica.

La politica, e le istituzioni ma anche gli stessi corpi sociali intermedi e i cittadini sono chiamati quindi ad una vera e propria assunzione di responsabilità nei confronti di questi presidi: la Regione chiarendo una volta per tutte se intende realmente investire e in modo migliore su questi, anche garantendo l’accesso alla risorse europee e mantenendo così la promessa di sostenere questo comparto con risorse comunitarie di cui c’è la disponibilità;  i secondi entrando a far parte della grande comunità del Sistema Bibliotecario Vibonese perché, se maggiore sarà il numero di coloro che dona qualcosa a Noi, migliori saranno i servizi, maggiori saranno le cose che potremmo realizzare o semplicemente continuare a fare e soprattutto meno povero sarà un territorio come quello vibonese – nel nostro caso – già “socialmente desertificato”.

Noi crediamo che la risposta sarà positiva, forti dei commenti e delle opinioni positive della gente, dei riconoscimenti ottenuti, degli accessi quotidiani ai nostri servizi e ai nostri siti. E saremo ancora una volta qui ad accogliere tutti, con il garbo, l’attenzione la disponibilità che abbiamo sempre riservato a ciascuno”.

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