Adottata, all’unanimità, dal consiglio comunale una deliberazione per denunciare la grave situazione in cui versa la strada provinciale 23 chiusa al traffico, da novembre 2017, dall’amministrazione provinciale a causa dell’ennesima frana. Ad oggi, però, nessuna determinazione ufficiale è stata presa dall’Ente e la strada continua a rimanere ancora chiusa.
Una situazione che, a detta del civico consesso, “lede alcuni basilari diritti costituzionali fino ad oggi negati da questo stato di cose, come il diritto allo studio, il diritto alla sicurezza e alla liberta di movimento”. Il consiglio ha deciso, quindi, di rivolgere formale richiesta al prefetto affinché intervenga con l’autorevolezza di ufficio territoriale di Governo per sensibilizzare l’amministrazione provinciale e la Regione sulla grave situazione della 23 interessata, in particolare del tratto Joppolo-Coccorino, da atavici fenomeni franosi e di caduta massi non adeguatamente attenzionati nel tempo. Inoltre, il civico consesso ha autorizzato il sindaco Carmelo Mazza a chiedere formalmente alla Provincia l’istituzione di un tavolo tecnico permanente al fine di definire, in sinergia con la stessa amministrazione, la tempistica e le modalità d’intervento a breve e medio-lungo periodo per la risoluzione di questa grave problematica e per far sì che i cittadini del comprensorio non vivano in uno stato di forte disagio, ma abbiano gli stessi diritti riservati a tutti i cittadini italiani e difesi dalla Costituzione Repubblicana, altresì, ha autorizzato il primo cittadino a coinvolgere formalmente i sindaci dei comuni viciniori, Nicotera, Limbadi, Ricadi, Spilinga, nell’istituendo tavolo tecnico permanente durante il quale le amministrazioni possono incontrarsi e confrontarsi.
Il Comune, intanto, avrebbe ricevuto numerose rimostranze da parte dei cittadini, non solo di Joppolo, in merito alle condizioni di grave degrado e all’elevata pericolosità del percorso alternativo, l’adiacente provinciale 25 che si trova in situazioni peggiori della 23, una vera e propria odissea per gli automobilisti che sono costretti a percorrere il “bypass” tra stretti, ripidi e pericolosi tornanti.
Per il protrarsi della situazione, gli alunni che devono raggiungere Tropea o quelli delle frazioni Coccorino e Coccorinello che devono recarsi a Joppolo, vivono quotidianamente un situazione di disagio subendo la riduzione dell’orario scolastico legato a ritardi in entrata ed anticipi in uscita. Lo stesso disagio è vissuto dai numerosi pendolari che risiedono sul territorio comunale e nei comuni viciniori. Da considerare, altresì, che l’ospedale più vicino è quello di Tropea, pertanto gli operatori del 118 per raggiungere Joppolo o altri comuni e prestare le cure di primo soccorso devono allungare il tragitto di parecchi chilometri compromettendo così l’efficienza del servizio e la vita degli stessi cittadini. Le stesse Forze dell’ordine devono affrontare delle vere e proprie peripezie per raggiungere i centri di Joppolo, Nicotera o Limbadi, in quanto il comando della Compagnia dei Carabinieri si trova a Tropea.
Nel mese di gennaio, nel tratto interessato dalla frana, sarebbe stato effettuato un sopralluogo informale alla presenza di politici, amministratori, tecnici e appassionati cittadini durante il quale sarebbe maturata l’idea circa l’opportunità-necessità di intervenire su due linee, la prima a breve periodo volta ad assicurare, nell’immediato, la viabilità e la fruibilità della strada, mentre la seconda a medio-lungo termine al fine di risolvere in maniera definitiva la tormentata questione.
E’ ormai palese che l’intera rete viaria provinciale versa in una stato di profondo degrado. Così come la “Strada del mare”, asse viario Pizzo-Rosarno, la più grande opera pubblica progettata per la provincia di Vibo Valentia, importo complessivo 63 milioni di euro, rappresenta un collegamento stradale strategico della “Costa degli Dei”, attraversando, infatti, Tropea, Ricadi, Joppolo e Nicotera lungo il tracciato dell’ex statale 522. In particolare, per il tratto Joppolo-Coccorino, nel 2005, al fine di evitare i continui smottamenti in località “Petto della Torre”, fu prevista la realizzazione di una galleria lunga 800 metri, il cosiddetto “terzo lotto”, appaltata per un importo di 6,8 milioni di euro. All’epoca i lavori furono avviati, ma la galleria non è stata mai terminata.
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