Nubifragio. La Calabria è stanca

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Pino Macino, da Pupari & Pupi

La Calabria sprofonda nella melma dell’abbandono. Lo sfasciume pendulo sul mare, così visto da Giustino Fortunato, mostra tutta quanta la sua fragilità. Da cinque giorni piove…e  solo dalla durata delle giornate, quando ancora a sera la luce è imperiosa, ti accorgi  che siamo a pochi giorni dal solstizio d’estate. Alluvioni, bombe d’acqua, trombe d’aria, fulmini. Nicotera travolta, Gioia Tauro allagata, la Tonnara di Palmi sconvolta, Scilla isolata……. E l’acqua – che non perde mai la memoria – ritrova le sue antiche strade, gli alvei oramai ignorati ed asciutti degli antichi torrenti. Frana la terra per congiungersi al mare, le strade vengono cancellate alla vigilia di una estate speranzosa di sole e di guadagni. E si torna all’eterna fatica di Sisifo…alla necessità di fare per rifare, senza voglia e senza speranze. Anche  da questo viene la rassegnazione di noi calabresi per questa terra ” spaccata dal vento dei secoli” e sempre più simile ad “una capra in doglia di parto che cerca invano da bere”. Ma le potenti allegorie di Repaci non ci consolano più. Siamo stanchi di soffrire.

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