“Viaggio nella Calabria che non può scomparire: Pizzoni (Terza puntata).

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A circa 24 km a a sud-est di Vibo Valentia, nel comprensorio dell’Alto Mesima, posto a 290 mt di altitudine vi è il piccolo borgo rurale di Pizzoni.

Alcune leggende vogliono che il paese si chiami così perchè il primo nucleo urbano venne fondato da fuggiaschi provenienti da Pizzo calabro che cercavano di sfuggire alle incursioni dei saraceni ma se restiamo alla storia la prima menzione del paese risalirebbe al 1316, anno in cui in un registro d’epoca viene segnalata la presenza di una ferriera di una cartiera e di un’antica fornace per la produzione di materiale edilizio. Fu comunque casale della baronia i Vallelonga, a sua volta compreso nello “stato” di Arena e poi fu amministrato dai domenicani di Soriano. Si pensa che il noto filosofo calabrese Tommaso Campanella, durante la congiura contro la dominazione spagnola, abbia trovato rifugio proprio a Pizzoni in uno dei due conventi ivi presenti, uno dei frati agostiniani e l’altro di origine basiliana su cui poi sarebbe sorto un convento  domenicano chiamato Santa Maria del Soccorso dei Padri Predicatori Domenicani. Gravemente colpito dal terribile terremoto del 1783 divenne poi comune autonomo nel 1811, durante il periodo della dominazione francese in Calabria. Nel 1909 la sede municipale venne incendiata dalla popolazione infuriata per la tassa sul focatico, cioè sui nuclei familiari.

Il piccolo borgo racchiude un discreto patrimonio storico e artistico. Da visitare assolutamente sono le tante chiese presenti: la Chiesa parrocchiale di San Nicola, che è stata ricostruita all’inizio del 1900, dove al suo interno è possibile ammirare un dipinto di di scuola napoletana del 700, la chiesa di San Francesco, risalente al 1800 e che conserva al suo interno importante crocifisso d’argento del ‘400, la chiesa di San Basilio del XIX secolo,  la chiesa del Rosario, ricostruita dalla famiglia Sacchinelli, nel 1800 ela chiesa delle Grazie risalente al 1600 che custodisce una statua lignea di pregevole fattura opera del Mancini e al cui interno è possibile ammirare, sul soffitto, un bassorilievo raffigurante l’episodio di quanto grazie all’intercessione della Madonna sul piccolo paese non franò a seguito del terremoto, la collina che lo sovrasta. Tra le cose da vedere anche la Fontana detta “Della Sirena” scolpita in pietra da Giuseppe Drago nel 1840. Da vedere anche un antico mulino restaurato da un privato, il cosiddetto mulino La Corte. Nel visitare Pizzoni, è possibile poi compiere anche una escursione naturalistica tra i boschi che circondano il paese magari sostando nelle aree pic nic poste lungo i corsi d’acqua presenti: Trivio e Cerasia.

Pizzoni vanta anche un proprio patrimonio di riti religiosi e civili. Tra le principali festività religiose ricordiamo: “a Cunfrunta”, la rievocazione dell’incontro tra il Cristo Risorto, sua Madre e San Giovanni che si svolge domenica di Pasqua, la festa in onore della Madonna delle Grazie (ultima domenica di luglio); la festa di San Francesco di Paola (seconda domenica di agosto); la festa di Maria Addolorata (quarta domenica di settembre); la festa del Rosario (seconda domenica di ottobre) e la festa patronale di San Nicola (6 dicembre). Altri importanti appuntamenti sono la Fiera del 2 luglio, la Sagra della Castagna che si tiene nel mese di ottobre, latradizionale “Gara del gallo” e “dell’uva” che si tengono l’ultima  domenica di ottobre e l’allestimento dei presepi rionali nel mese di dicembre.

L’economia del piccolo borgo, un tempo oltre che sulla già citata cartiera si fondava sulla produzione di lino ma anche sui frantoi presenti. Le maggiori risorse economiche derivano invece oggi, dall’agricoltura e dall’allevamento ovino e caprino.

Anche Pizzoni, dal punto di vista demografico, ha subito i pesanti contraccolpi dovuti all’emigrazione e allo spopolamento che hanno colpito sopratutto le aree interne della Calabria. Il paese infatti che nel 1951 contava 3079 abitanti oggi ne conta appena 1094 e quindi ha perso oltre il 64% della sua popolazione, riportandosi addirittura sotto il livello registrato al momento dell’unità d’Italia quando contava 1545 persone. E’ quindi tra i dieci comuni più colpiti dell’intero vibonese dal fenomeno dello spopolamento stesso. Oggi vi risiedono in tutto 499 famiglie. Pizzoni ha il settimo indice di vecchiaia più elevato dell’intero vibonese con 253.27 punti (a fronte di una media provinciale di circa 153 punti) e il 27.5% della sua popolazione è composto da ultra 65enni mentre gli under 14 rappresentano solo il 10.8% dei cittadini.

Eppure anche perdere la piccola Pizzoni costituirebbe un grave vulnus per questa parte del territorio ma anche per il patrimonio storico artistico del vibonese. Il piccolo paese inoltre è posto sulla direttrice Mileto – Soriano – Serra San Bruno, tutti e tre importanti centri culturali e data la bellezza del suo territorio può essere invece valorizzato e fatto scoprire ai turisti.

 

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