Decreto dignità: sabato Luigi Di Maio ha annunciato una versione potenziata del decreto dignità, frutto delle integrazioni parlamentari e definita “2.0”. Con le novità, il decreto si svincola parzialmente dai temi forti della prima stesura e assume sempre più le sembianze di un decreto omnibus riguardante svariati campi. Il lavoro resta comunque centrale e vedrà il ritorno dei voucher, con una norma che “non punta allo sfruttamento” come sottolineato da Di Maio, l’abolizione del limite dei 36 mesi per le supplenze nelle scuole, le assunzioni extra nei centri per l’impiego regionali nel prossimo triennio. Per riequilibrare la stretta sui contratti a termine, vengono proposti inoltre due bonus finalizzati ad incoraggiare le assunzioni stabili. Il primo consiste nella restituzione del contributo aggiuntivo dello 0,5% applicato per ogni rinnovo di un contratto a tempo determinato, misura già introdotta dall’ex ministro Fornero nel 2012, mentre il secondo incentivo ricalca quello proposto dal governo Gentiloni e permette il dimezzamento dei contributi previdenziali, per tre anni e per un tetto di 3mila euro, alle aziende che assumono un giovane precario under 35. Il governo Conte vorrebbe estendere la misura anche nel 2019 e 2020, mentre il precedente esecutivo prevedeva di limitarlo agli under 30 dal prossimo anno. Altre misure del decreto 2.0 riguardano l’abolizione della “tassa sull’acqua” per i venditori di sigarette elettroniche.
Matteo Salvini: Intervista a trecentosessanta gradi a Matteo Salvini sul Corriere della Sera, dove il vicepremier si esprime su Cdp, per cui non esclude l’utilizzo delle sue risorse per le politiche di governo, Rai, che deve perseguire come obiettivo “un’informazione più equilibrata” e la maggiore valorizzazione dei centri di produzioni e sedi regionali, e sul supposto scontro con il ministro Tria, derubricato a un’“invenzione dei giornali” e consistente in semplici “incomprensioni, e non in mia presenza”. La partita delle nomine non è ancora finita, come conferma Salvini che sottolinea come non sia “buona prassi occuparsi di nomine dopo che gli elettori si sono espressi”, ma che anzi “educazione vorrebbe che i vertici di ogni autorità governativa si mettano a disposizione del nuovo governo”. Passando all’ambito economico, il leader della Lega conferma la volontà di cambiare “alcuni numeri scelti a tavolino a Bruxelles, che molti paesi Ue ignorano bellamente”, riferendosi a Francia, Spagna e Germania, e pone al centro crescita, pace fiscale e riforma delle pensioni, necessaria “per aprire il mercato ai giovani”. Salvini assicura quindi che “la manovra di autunno sarà diversa rispetto a quella degli ultimi anni” e conterrà “le prime e significative risposte sulla riduzione delle tasse”. In chiusura il vicepremier si esprime sull’Ilva, concordando con Di Maio sulla necessità di maggiore attenzione nella gara, ma escludendo la possibilità di chiuderla poiché è “una potenza industriale”.
fonte cdo
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