Manovra: Il governo italiano ha optato per una strada che porterà probabilmente allo scontro con l’Ue, inviando a Bruxelles una lettera che conferma la precedente impostazione dei conti: il rapporto deficit/Pil nel 2019 sarà al 2,4% e la crescita stimata sarà di +1,5%, contro le previsioni di Commissione Ue (+1,2%) e di Fmi (+1% come espresso ieri). Il Consiglio dei Ministri ha però inserito un’importante modifica, alzando da 0,3% ad 1% gli introiti dalle privatizzazioni per diminuire il debito pubblico, l’equivalente di 18 miliardi di euro. Le previsioni sul debito al 2021 segnano quindi ora quota 126% del Pil, contro il 126,7% precedente. E’ stata inoltre confermata l’introduzione di una clausola taglia-deficit in caso di superamento dei limiti. La clausola si aggiunge alla decisione già presa di finanziare quota 100 e reddito di cittadinanza, ma di dettagliarle solo con norme successive alla legge di bilancio. Ieri sono arrivati importanti commenti sull’orientamento tenuto finora dall’esecutivo gialloverde. Prima da Angela Merkel, che ha criticato “chi pensa di risolvere i problemi creando nuovo debito” di minacciare la stabilità della moneta unica. Poi dall’Fmi, da cui sono arrivati rilievi su reddito di cittadinanza e quota 100, pur sottolineando la correttezza dell’esecutivo Conte nel puntare a una politica economica espansiva. La prima riforma presenta assegni troppo alti e che potrebbero disincentivare il lavoro, mentre la seconda avrebbe un impatto troppo alto soprattutto sui più giovani.
Governo ko: molti giornali oggi evidenziano con risalto il primo stop per il governo di Giuseppe Conte, bocciato in commissione Senato Ambiente e Lavori Pubblici su un emendamento al Decreto Genova. Si tratta del tanto discusso condono ad Ischia, su cui è passata la proposta di FI e appoggiata dal Pd per depotenziare gli effetti della norma. Ad essere decisivi i senatori dissidenti Gregorio De Falco e Paola Nugnes, su cui ora si specula di un possibile allontanamento dal M5S. Lega e M5S dovrebbero però facilmente riparare all’inconveniente in Aula, dove il decreto approda oggi.
Libertà di stampa: E’ intervenuto anche il premier Giuseppe Conte sul dibattito sulla libertà di stampa, tornato di attualità dopo gli attacchi di alcuni importanti esponenti del M5S. “Questo governo è per la libertà di stampa, non dovete assolutamente temere” – ha rassicurato Conte – “non sarà mai messa in discussione, è un principio fondamentale”. Il presidente del Consiglio si è comunque rivolto ai giornalisti spiegando che “come voi attaccate violentemente può accadere che veniate attaccati violentemente, con espressioni lessicali eccessive”. Dal blog dei 5 Stelle sono però stati rinnovati gli attacchi ai principali editori di quotidiani, colpevoli di conflitto di interesse e di “orientare l’opinione pubblica”, anziché “informare i cittadini”.
Vertice di Palermo: Si è conclusa la due giorni dedicata alla Libia con risultati incerti. I principali protagonisti del Paese hanno raggiunto un accordo sul piano proposto dall’inviato Onu Salamé, che prevede una conferenza nazionale in Libia a gennaio 2019 ed elezioni entro la prossima primavera. L’intesa non è stata però suggellata da nessun documento scritto, lasciando aperta la possibilità di passi indietro e scontri tra le diverse fazioni presenti nel complesso scenario libico. Il premier Conte è riuscito ad ottenere una foto con una triplice stretta di mano tra lui, Al Sarraj e Haftar. Da parte del generale è arrivata la garanzia di mantenere la tregua fino a quando i libici riusciranno finalmente a votare.
fonte cdo