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Gratteri. 25 fermati nell’operazione di ‘ndrangheta “Ossessione”. Manca l’uomo alle “dipendenze dei Boss” indicato su Fb dalla Dell’Acqua?

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Dalle indagini coordinate dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e dal sostituto procuratore Annamaria Frustaci, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e dello Scico di Roma della Guardia di finanza, hanno eseguito venticinque fermi nei confronti di soggetti organici e/o legati ai Mancuso di Limbadi, tutti indagati per traffico internazionale di stupefacenti nell’operazione denominata “Ossessione”, derivata dalla effettiva ossessione degli indagati di sentirsi sotto controllo costante delle forze inquirenti. I canali di approvvigionamento della cocaina, è stato accertato, erano provenienti dalla Colombia, dal Venezuela, dalla Repubblica Domenicana e dall’Olanda, con stretti contatti con un personaggio marocchino residente a Milano di cui non è trapelato il nome, che metteva la cosca in diretto contattato con i più importanti cartelli magrebini, per l’importazione di massicce quantità di hashish, a conferma dell’internazionalizzazione della ‘ndrangheta, nel contesto mondiale.

Le 25 persone sottoposte a fermo giudiziario sono: Gaetano Muscia, 55 anni, di Tropea, Gennaro Papaianni di Comerconi di Nicotera, Stilo Giovanni di Nicotera, Narciso Antonio di Vibo Valentia, Elisabeta Koyta, Accursio Giuseppe, Aquilano Damiano, Bosco Daniele, Bosco Vito Jordan, Campisi Giuseppe, Carugo Gianfranco, Cuccia Carlo, Forgione Gina Alessandra, Garcia Rebolledo Clara Ines, Limardo Maria Antonia, Mancuso Francesco, Mariani Giorgio, Mendolocchio Luigi, Menotta Ivo, Murillo Figueroa Julio Andres, Papandrea Salvatore, Pilati Fabrizio, Safine Abderrahim, Scaglio Francesco, Scotti Michele.

Dall’inchiesta è emerso come i vibonesi erano in affari anche con esponenti legati al clan dei Mazzaferro di Gioiosa Ionica (RC). L’indagine ha fatto rilevare altri nomi di spicco, tra questi Murillo Figueroa Julio Andres, noto narcotrafficante colombiano, ospitato dai calabresi a Milano per pianificare l’arrivo della cocaina dai paesi dell’America Latina; Michele Viscotti, esperto broker di origine pugliese il quale curava i rapporti con i produttori recandosi spesso in Sudamerica per contrattare il prezzo e le quantità della merce da inviare verso l’Italia.

Nella rete degli inquirenti anche i fratelli Salvatore, Giuseppe e Fabio Costantino, pienamente inseriti nella cosca e, al pari di Gaetano Muscia, risultano anche coinvolti nella nota operazione “Black Money”. I fratelli COSTANTINO, stavano trattando con l’organizzazione magrebina l’acquisto di 3000 kg di hashish per un introito stimato tra i 4 ed i 5 milioni di euro.

Un ruolo importante nell’intera vicenda, è quello ricoperto Carlo Cuccia, di Varese, conosciuto alle cronache televisive per essere stato una comparsa nella serie “Gomorra” come “specchiettista”, mentre nell’organizzazione criminale lo stesso era vero attore criminale con il compito di reperire le armi, unitamente ad un suo compaesano, Ivo Menotta anch’egli sottoposto al fermo odierno.

Viene spontaneo domandarsi se tra i fermati vi sia l’uomo indicato su Facebook da Enza Schutzenberger Dell’acqua . La stessa, il 4 gennaio.u.s., rispondendo al ricadese Maurizio Pantano degli Etnopathos che chiedeva una rettificava alla notizia dell’annullamento dello spettacolo in piazza del 30.12.u.s. “a tutela dei cittadini di una città che merita di sapere la verità“, pubblicava un post nel quale parlava di un’anonima persona della stessa zona dei 25 fermati odierni, scrivendo che “…lo sanno tutte le pietre che è alle dipendenze dei boss…”. Quanto dalla stessa asserito assurge a notizia di reato. Alla cronista e alla cittadina, se rispettosa della legalità e dell’etica professionale, corre l’obbligo, anche di informare i lettori, di sporgere denuncia nei confronti dell’individuo da lei conosciuto e definito alle dipendenze dei boss, perchè è certo che, ad oggi, contro di lui non ha scritto alcun articolo di giornale. Sotto si allegano gli screenshot della conversazione Facebook con il Pantano, che la redazione di Mediterraneinews provvederà ad inoltrare all’autorità giudiziaria, stante la grave notizia di reato di cui è venuta a conoscenza. Il tutto, al fine di accertare se esiste veramente quell’anonimo delinquente e sapere se i fatti descritti avranno documentale riscontro della grave realtà rappresentata. Se quanto scritto dalla Dell’Acqua risponde a vero ed è dimostrabile, inevitabilmente quel pericoloso delinquente colluso e al soldo dei boss va denunciato e messo in galera per il suo comportamento odioso al pari di chi usa la calunnia come arma dei miserabili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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