Nicotera, il territorio, la sua identità storica, sociale e culturale, sono stati questi i temi alla base dell’incontro “Nicotera dagli albori al XX secolo – Un territorio, la sua storia” promosso, presso la sala “Giovanni XXIII”, dal Touring club italiano in collaborazione con le associazioni “Nicotera nostra” e “Proposte” e con il patrocinio del Comune di Nicotera e del Sistema bibliotecario vibonese.
L’occasione è stata la presentazione del libro “Nicotera dagli albori al XX secolo” di Pasquale Barbalace. Presenti all’incontro moderato dal presidente dell’associazione Proposte, Anna Maria Giofrè, oltre all’autore, Giovanni Bianco (Tci), Gaetano Gilberto Floriani (Sbv), Domenico Romano Carratelli, presidente dell’associazione nazionale bibliofili calabresi “G. Barrio” e il parroco della cattedrale “Santa Maria Assunta”, don Francesco Vardè.
I lavori sono stati introdotti da Gaetano Aurelio di Nicotera Nostra il quale si è soffermato sui concetti “cultura” e “storia”. “Il primo – dichiara – non è un libro da mettere in biblioteca ad impolverarsi, ma significa dinamicità come attesta l’opera concreta e positiva che sta svolgendo Nicotera nostra. La storia, invece, non serve per ricordare con nostalgia come eravamo belli in passato, ma deve divenire un fondamento per costruire il presente guardando anche al futuro, orgogliosi dell’essere nicoteresi sì, ma mettendosi in moto”. Aurelio ha proposto, inoltre, che il testo di Barbalace sia presente nelle scuole come approfondimento del territorio e nelle case dei nicoteresi rappresentando uno spaccato forte dell’identità cittadina.
Bianco ha sottolineato come il Touring, nel proprio statuto, ha come finalità la salvaguardia del territorio e la presentazioni di libri come quello di Barbalace.
Floriani ha ripercorso la storia di Nicotera evidenziando come la città ha bisogno di ricostruire oggi una sua identità staccandosi dal passato.
La prefazione al libro è stata firmata da Carratelli che ha estratto dal testo la questione del porto scenario fondamentale per Medma, le invasioni normanne, sveve e angioine.
Sul concetto di comunità si è soffermato don Francesco e sulla necessità di rimboccarsi le maniche e ricostruire quel tessuto sociale ormai assente perché “non c’è cosa peggiore del disamore per il proprio paese”.
Le conclusioni sono state affidate all’autore Pasquale Barbalace che ha raccontato le parti salienti della storia cittadina fino al Novecento.