Limbadi, don Ennio Stamile (Libera): Nei beni confiscati iniziative di livello europeo

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Il progetto dell’Università dell’antimafia ubicato nei beni confiscati alla criminalità organizzata rinascerà a nuova vita. Il lavoro sviluppato sino a pochi mesi fa da Riferimenti e altri soggetti non sarà del tutto accantonato anzi il solco tracciato dalle tante iniziative sarà arricchito con nuovi semi e nuove idee. E’ questo l’impegno di don Ennio Stamile, coordinatore regionale di Libera, che, anche nella sua qualità di responsabile dell’associazione “San Benedetto Abate” di Cetraro, alla quale recentemente sono stati assegnati in gestione i beni confiscati, aspetta di ricevere una comunicazione ufficiale da parte del Comune di Limbadi per mettere in moto la macchina organizzativa. <Per noi – afferma – è un obbligo portare avanti il progetto dell’Università dell’antimafia. Anzi, lavoreremo per farne un qualcosa di più ampio e allargarne i confini a livello europeo. Il nostro è un progetto ampio e ambizioso; dobbiamo aver il tempo di elaborarlo al meglio sapendo di poter contare sul sostegno della Regione che lo condivide in pieno>.

don ennio stamile
don ennio stamile

E non si tratterà più di dialogare solo con i giovani e gli studenti, ma <nelle strutture confiscate – prosegue don Ennio Stamile – troverà spazio un centro per la formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione sulla normativa anticorruzione. Non basta. Riprenderà vita – spiega – anche il Centro per lo studio del fenomeno della ‘ndrangheta>. Di certo, il progetto dell’Università dell’antimafia cambierà denominazione. <Si chiamerà – preannuncia il responsabile regionale di Libera – “Università della ricerca, della memoria e dell’impegno” e sarà dedicato a Rossella Casini, studentessa fiorentina vittima della ‘ndrangheta>. Una storia triste la sua, fatta di sangue e brutale violenza. Don Stamile, col garbo che gli è proprio, la sottrae all’oblìo e le ridà vita perché certe vicende non vanno dimenticate, ma devono continuare a stimolare l’impegno collettivo contro la crudeltà dell’uomo. Rossella, a 22 anni, si era innamorata di uno studente di Palmi, un amore forte che la spingeva a trasferirsi in Calabria dove finiva negli ingranaggi di una faida nata tra la famiglia del suo ragazzo e un’altra cosca locale. Probabilmente ignara di quanto le ruotava attorno, veniva rapita e fatta scomparire il 22 febbraio del 1981. Grazie all’iniziativa di don Stamile rivivrà. Nei beni confiscati.

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