Venezia, l’Ufficio scolastico regionale della Puglia invita l’ex brigatista Franceschini a tenere una lezione su Moro, insorge Fervicredo

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mirko schio
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Alberto Franceschini, co-fondatore ed esponente di spicco delle Brigate Rosse assieme a Renato Curcio e Margherita Cagol, viene invitato a partecipare a un incontro sulla figura di Aldo Moro promosso dal consiglio regionale e dall’Ufficio scolastico regionale della Puglia, in programma per giovedì 14 marzo, e subito scatta la protesta dell’associazione “Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere” (Fervicredo). L’ex brigatista non è la prima volta che partecipa a dibattiti su Aldo Moro, ma questa volta la reazione di Mirko Schio, presidente di Fervicredo, è più che mai dura.

aldo moro
aldo moro

<Siamo sconcertati – afferma – e non finiremo mai di indignarci di fronte a queste situazioni che sono una vera e propria oscenità. Un insulto intollerabile alla memoria delle Vittime del terrorismo, qualcosa che non ha nulla a che fare con la cultura, con la libertà di espressione e, meno che mai, con l’educazione. L’unica seria opera di educazione sarebbe che un soggetto con un tale vergognoso curriculum citi uno ad uno i nomi di ciascuna delle persone massacrate dalla violenza, dalla barbarie, dall’odio dei terroristi; che citi uno ad uno i nomi delle Vedove, degli Orfani, di ciascuno dei Familiari a cui è stata distrutta la vita da una banda di criminali senza scrupoli che hanno sempre e solo voluto sovvertire lo Stato con la prepotenza e la prevaricazione; che chieda perdono ancora e ancora – prosegue – e non basterà mai. Gli organizzatori di questa iniziativa devono assolutamente rivedere le proprie intenzioni e togliere a questo soggetto l’onore di potersi rivolgere ai nostri giovani come fosse qualcuno che si è guadagnato per merito il rispetto di vedersi affidare un microfono per rivolgere un qualsiasi tipo di insegnamento>. Schio, in sostanza, stenta a credere al “ripescaggio” dell’ex brigatista ed il suo malumore non ha limiti.

<E’ letteralmente nauseante – sottolinea – vedere come si esalti sempre la figura dei carnefici, dando loro visibilità in un modo o nell’altro, e mai quella delle Vittime. Nascondersi dietro alla presunta volontà di studiare o approfondire i fatti da un punto di vista storico, politico o culturale – aggiunge – non vale a nulla, anzi, è un’ulteriore offesa al ricordo e alla dignità di chi ha versato il proprio sangue per questo Paese, nonché all’intelligenza e alla sensibilità di tante Famiglie innocenti, che pure meriterebbero la considerazione di uno Stato le cui Istituzioni perseverano, purtroppo, a mostrarsi in simili casi ingrate e noncuranti. Spesso, è bene ricordarlo, la forma – conclude – è sostanza>.

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