Nascita di un assassino stragista tra suprematismo e razzismo elegante.

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Suprematismo bianco e «etnosoldati» neonazisti, islamofobi, antisemiti

  • Da Anders Behring Breivik, a Brenton Tarrant, passando per Alexandre Bissonnette, Darren Osborne e Luca Traini, stessa ideologia, stesso odio, stessi siti web neonazisti, islamofobi, antisemiti, e un presente dominato dalla narrazione dell’”invasione” musulmana contro cui è dovere combattere. I muri, o sparando.
  • ‘The Great Replacement’, la grande sostituzione, il titolo del manifesto di 87 pagine “anti-immigrati e anti-musulmani” messo in rete dallo stragista di Christchurch. La visione del mondo che arma quella mano.
  • Nel suo ‘testamento ideologico’, Tarrant denuncia un ‘genocidio dei bianchi’ per ‘immigrazione di massa’, e la sua solo una vendetta. Si ispira a Candace Owens, una commentatrice americana filo Trump, e il presidente definito ‘simbolo di rinnovata identità bianca’.
  • Il mondo dei ‘suprematisti bianchi, possono contare su oltre 1022 siti con idee e pratiche razziste, che indottrinano e addestrano in rete, come “2083 Dichiarazione di indipendenza europea”, il memoriale di Breivik, ‘cristiano conservatore, patriota e nazionalista’.
  • ‘Vienna 1683’, scrive sull’arma l’assassino australiano. Quattro secoli dopo, 2083, la ‘liberazione’ prevista dall’assassino norvegese quattro secoli dopo il fallito attacco di Vienna.
  • Una ideologia di morte che ha i suoi riti, i suoi riferimenti storici, le sue pratiche reiterate, i suoi innumerevoli canali social, osserva Di Giovannangeli sull’HuffPost. «Come i terroristi dell’Isis o di al-Qaeda. Non meno determinati, non meno pericolosi».

Chi è Brenton Tarrant come cresce il diavolo in casa?

Come nasce un assassino stragista? Suprematismo, il razzismo elegante
Brenton Tarrant, australiano, 28 anni, dice di essersi ispirato all’autore nel 2011 della strage di Utoya e al suprematista che nel 2015 assassinò nove afroamericani in una chiesa di Charleston. “Volevo vendicare Ebba Akerlund” ha detto riferendosi alla bimba assassinata a Stoccolma nel 2017 «Sono un uomo bianco qualunque», si descrive Brenton Tarrant nei suoi deliri online, e in un manifesto di ottanta pagine pubblicato poco prima di entrare in azione. Razzista, anzi,  ‘suprematista bianco’ come dicono oggi i razzisti finti colti, e di essere ideologicamente e politicamente nazista. Non male come premessa a quanto uno spera di riuscire a capire, se mai esiste una spiegazione possibile all’orrore. Brenton Tarrant, si descrive di fatto nei suoi deliri online: un manifesto di ottanta pagine pubblicato poco prima di entrare in azione e il Facebook Live della strage,

Anders Breivik

Breivik ‘giustiziere’

«Vengo da una famiglia di lavoratori, gente che ha sempre guadagnato poco», dice di sé il killer, quasi che ciò possa giustificare il suo odio e la sua rabbia infinita. Straparla e scrive accatastando frasi e concetti alla rinfusa. Riferimenti che vanno da Anders Breivik, autore nel 2011 della strage sull’isola norvegese di Utoya dove morirono 69 persone, a Dylann Roof, il giovane suprematista bianco che nel 2015 assassinò nove fedeli afroamericani nella chiesa metodista di Charleston, in Carolina del Sud.
«Ho letto gli scritti di Roof e di molti altri. Ma il mio vero idolo, colui che mi ha ispirato è il cavaliere e giustiziere Breivik».

‘Vendicatore planetario’

Tarrant ha scritto di aver compiuto la strage per vendicare la morte della piccola Ebba Akerlund, la ragazzina di 11 anni morta nell’aprile 2017 nell’attacco terroristico di Stoccolma sull’arteria pedonale Drottninggatan, dove un camion travolse la folla causando la morte di 5 civili. La polizia ha deciso di non diffondere il ‘Manifesto’ che l’australiano aveva pubblicato su un suo profilo social e dove, fra l’altro, racconta che l’attentato è stato preparato nell’arco degli ultimi due anni e che avrebbe dovuto essere messo in atto in Australia. Poi la decisione di colpire la Nuova Zelanda per dimostrare che nessun paese può ritenersi al sicuro dal terrorismo.

Traini

Da Breivik a Traini

Gli eventi e i protagonisti a cui l’attentatore della strage in Nuova Zelanda ricollega il suo gesto. Le armi del massacro con i nomi degli esempi da seguire o delle vendette da compiere e l’assassino che va alla strage ascoltando una canzone che glorifica il criminale di guerra serbo bosniaco Karadzic. Riferimenti a eventi storici e protagonisti di attentati contro immigrati e musulmani. Proviamo a decifrarli.
Luca Traini
Autore dell’attentato di Macerata del 3 febbraio 2018 in cui ferì sei immigrati dopo avere sparato colpi dalla sua auto. Traini è stato condannato a 12 anni di carcere per strage con l’aggravante dell’odio razziale.
Alexandre Bissonnette
Si tratta dell’attentatore responsabile dell’attacco in Canada a una moschea a Quebec City il 30 gennaio 2017 che causò la morte di sei persone. Bissonnette, studente franco-canadese, è stato condannato a 40 anni di carcere.

Poi la storia

Sebastiano Venier
Fu il comandante della flotta della Repubblica di Venezia che con al Lega Santa sconfisse i turchi durante la battaglia navale di Lepanto del 1571. Lo scontro interruppe l’avanzata dell’impero ottomano in Europa. Venier divenne in seguito l’87° doge di Venezia.
Shipka Pass
E’ una scontro avvenuto in Bulgaria tra l’impero russo e quello ottomano nel 1877.
Novak Vujosevic
E’ il protagonista della battaglia di Fundina che avvenne nel 1876 a Kuci, in Montenegro, combattuta tra l’esercito cristiano montenegrino e quello ottomano.
Vienna 1683
La battaglia di Vienna avvenuta l’11 e il 12 settembre del 1683 concluse l’assedio dell’esercito turco alla capitale austriaca durato due mesi. Nello scontro la coalizione delle forze cristiane (polacchi, austriaci, bavaresi e sassoni) sconfisse l’impero ottomano.
Carlo Martello
ll re dei Franchi combattè la Battaglia di Poitiers in cui sconfisse Abd al-Rahaman frenando l’espansione musulmana verso l’Europa occidentale.

Remove Kebab

Tra le scritte sul fucile compare anche ‘Remove Kebab’. Un’espressione offensiva nei confronti dei musulmani diffusa su Internet basato sulla canzone di propaganda nazionalista ‘Serbia Strong’ nelle guerre degli anni ’90 che hanno cancellato la Jugoslavia. La canzone glorifica il leader politico serbo bosniaco Radovan Karadzic, imprigionato nel tribunale dei crimini di guerra delle Nazioni Unite a L’Aia, per genocidio e altri crimini di guerra contro musulmani bosniaci.
Un video di YouTube per la canzone mostra prigionieri musulmani emaciati durante la guerra. “Attenti agli Ustascia e ai Turchi”, dice la canzone, usando termini dispregiativi in uso nel corso del massacro bosniaco. Quando l’assassino finisce la strage alla prima moschea, dagli altoparlanti della sua auto la canzone ‘Fire’ che urla, «Sono il dio dell’inferno!»

In collaborazione con Ennio Remondino, per approfondimenti remocontro.it

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