Sta diventando un caso nazionale la mancata vittoria del candidato a sindaco di Nicotera, Antonio D’Agostino. Egli era a capo del movimento14 luglio sostenuto dall’associazione Abra Calabria che ha eletto a consigliere Salvatore Pagano e dall’associazione CambiaVento che ha solo portato voti al mare magnum, senza eleggere alcun candidato. Quindi sono tre gli eletti nella lista di Antonio D’Agostino denominata MoviVento con quota rosa Maria Buccafusca, riuscendo a rosicchiare il terzo alla lista della Lega di Antonio Macrì perso per non aver raggiunto il quorum. Il Sindaco eletto è stato Giuseppe Marasco con una lista civica di centro destra raccogliendo 1500 voti, secondo D’Agostino con 1359 e ultima la Lega di Antonio Macrì con 509 voti.
Il Pd, con il suo segretario Manuel Reggio, (in foto) aveva lanciato più appelli a mezzo stampa, senza riscontare risposta all’invito accorato e responsabile per ritrovarsi in una lista tra partiti democratici allargata alla società civile. D’Agostino ha preferito non raccogliere l’invito e gareggiare con altre due associazioni perdendo le elezioni e da alcuni giorni sui social e sui giornali invia comunicati e contro comunicati, nel tentativo di analizzare il voto per capire perché tizio, caio e sempronio, non lo hanno votato, nonostante il voto è e deve rimanere segreto. Non si da pace sul fatto che, a suo dire, il Pd non lo abbia votato come se da questi pretendesse un voto d’obbligo frutto di un calcolo cinico, da vecchia volpe politica, avendo probabilmente pronosticato che alla lega il PD non avrebbe potuto dare i voti e così neanche alla lista civica di Marasco perché di centro destra. Pertanto D’Agostino si sarà detto: perché aderire alla chiamata e coinvolgere nella lista il PD se questi alla fine è obbligato a votare MoviVento? D’Agostino probabilmente avrà fatto i conti senza l’oste, non calcolando che il PD non partecipando direttamente alle comunali, ha lasciato l’elettore libero di votare secondo coscienza. La domanda sorge spontanea: perché D’Agostino ha snobbato l’appello del PD ed oggi ne rivendica i voti? La risposta sorge altrettanto spontanea: di sicuro D’Agostino riteneva di ricevere tanto consenso da poter fare a meno dei candidati del PD e di tutto il resto della società civile.
Purtroppo gli elettori lo hanno messo a “dieta” di voti, preferendo Marasco presentatosi con un programma più chiaro, trasparente e moderato, inserito in uno stile di vita che è piaciuto a tutti gli elettori sia quelli popolari con una visione nazionale che quelli più esigenti con una visione mediterranea. Ha ragione l’ex consigliere provinciale Salvatore Rizzo allorquando analizza il voto e mette il dito nella piaga dei pochi voti ricevuti dai candidati di riferimento del movimento 14 luglio, rispetto ai voti ricevuti dai candidati di riferimento delle due associazioni che hanno aderito alla lista D’Agostino. Altrettanto corretta è stata l’analisi del segretario del PD Manuel Reggio, diffusa sui media, nel definire sbagliata e autoassolutoria l’analisi sul voto fatta da Antonio D’Agostino.
Riteniamo abbastanza stucchevole analizzare il dopo voto con così tanta particolarità e desta inquietudine questa ricerca disperata dell’elettore “traditore” resa difficile, per grazia di Dio, dalla mancanza del “motto” di democristiana memoria che un tempo permetteva di controllare, illecitamente, il voto. Altresì scorretto e infamante da parte di esponenti del 14 luglio è scrivere di “mancia politica” in merito alla legittima scelta del Sindaco di affiancarsi delle figura di un professionista della comunicazione, un portavoce di riconosciute qualità, facendolo passare come un scambio frutto di accordi elettorali svolti DURANTE la campagna elettorale. Una caduta di stile che getta un’ombra sinistra sull’affidabilità futura del movimento che guarda alle pagliuzze negli occhi degli altri, ma tace, D’Agostino, su quella trave che getta ombre funeste da parte della cronista intervistatrice fulminata sulla via di Damasco dalla Lega di Macrì e che, dopo aver lisciato a dovere D’Agostino, a elezioni concluse, lancia accuse di “compromessi” di “un contesto non ancora pronto al voto libero e non condizionato…da certi giochi…”, eppure D’Agostino dovrebbe avere dimestichezza nel rispondere DELL’ACQUA che inquina e sporca i pozzi, nel mare della politica locale. Ma questa è un’altra storia.
Eppure, basterebbe un minimo di umiltà per ammettere la cocente sconfitta che, in ogni caso, sarebbe tale sia con un distacco di 141 voti che di un solo voto. Questo è il bello della democrazia elettiva e rappresentativa. Altresì, D’Agostino, dovrebbe prendere atto di un qualche possibile errore effettuato in fase di comunicazione elettorale, forse inefficace e spesso risultata dannosa nel “Botta e risposta” (vedi esempio screenshot) usato per suonarsela e cantarsela sul programma come fecero i musicanti di Brema. Sotto alcuni versi è apparsa macabra anche la comunicazione post elettorale con alcuni “corvi” fatti svolazzare sui social incombendo sulla lista D’Agostino i cui video offrono, con una attenta analisi freudiana, la risposta sul mancato successo; per non parlare poi dell’eclatante bocciatura dei video del Corvo 1-2- e 3 da parte della nota, affermata e seguitissima Web Woman, Pina Gaglianò. Forse, alcuni simpatizzanti del PD, evocando la carica dei 101 contro Crudelia De Mon, avranno preferito votare scheda bianca e scheda nulla, in totale proprio 101.
D’Agostino, nonostante il lodevole sforzo mediatico profuso in campagna elettorale, non è riuscito a destare l’interesse nelle preferenze degli elettori né durante avendo votato solo il 51,23% dei nicoteresi nonostante l’aiutino delle europee, né dopo non riuscendo ad appassionare i cittadini alla stucchevole litania del perché, lo specchio delle sue brame comunali, non abbia suscitato il successo al voto verso il più bello del reame! Rimane sempre attiva l’opzione b) per come si vocifera in città, cioè quella di fare un passo indietro e far entrate in consiglio comunale il giovane rappresentante della componente CambiaVento, Domenico Mazzitello, dimostrando così senso di democrazia, di rappresentatività e lungimiranza, rivestendo la duplice figura di padre nobile della lista e di capo popolo del movimento 14 luglio.
Seppur con qualche nota stonata, è il caso di prendere atto che il rappresentante della Lega, Antonio Macrì, ha dimostrato maggiore stile politico tacendo sull’altrettanta cocente sconfitta elettorale. Da segnalare l’ironia dei candidati della lista Marasco che, in una simpatica foto di gruppo, esponevano la scritta “Si potava fare”, in risposta al diffusissimo motto di auspicio di D’Agostino: “Si può fare”. A distanza di oltre 10 giorni è saggio chiudere questa fase di post campagna elettorale complessa, appassionata e tragicomica, invitando tutti a seppellire l’ascia di guerra, per concorrere, uniti, verso la rinascita di Nicotera decretata attraverso l’elezione libera e democratica a Sindaco di Pino Marasco e della sua Giunta, giovane e volenterosa.