Il problema dell’inquinamento del mare indicato nel fiume Mesima sta allarmando particolarmente i cittadini dei comuni di San Ferdinando e Nicotera in questa ennesima stagione turistica che vede il litorale interessato da fioriture algali e, a 200 metri dalla foce del Mesima, il continuo divieto di balneazione. Questo divieto comprende una fascia abbondantemente calcolata per essere a tutela dei bagnanti aldilà delle quantità più o meno variabili delle acque inquinanti del Mesima e del Vena, a parte le precipitazioni estive che portano una eccezionale quantità d’acqua che oltre a mescolare gli inquinanti, li diluisce abbondantemente nel mare.
Ma il Mesima sembra non essere il solo sotto osservazione, bensì anche il parallelo torrente Vena che parte da Galatro verso Rosarno per poi scaricare le acque proprio nella foce del Mesima, sembra essere il vero inquisito da decenni. In questi giorni si sta ripetendo il rito, in ritardo, dei lavori tampone sul Mesima e sul Vena con barriere di filtraggio in sabbia per la sedimentazione e mineralizzazione delle sostanze presenti. Nonostante le numerose denunce dei cittadini e di varie associazioni, le autorità, da anni, ignorano il problema del fiume e del torrente. Abbiamo anche di recente monitorato in collaborazione con con MediterraneiNews e PianaInforma, il torrente Vena dopo anni di filmati e documentazione rimasti nei cassetti delle autorità competenti e, pare, che il copione si stia ancora svolgendo in maniera identica in questi giorni di Luglio 2019 come se adesso si stesse scoprendo “l’acqua calda”. (vedi filmato)
In vari punti abbiamo documentato come il torrente Vena, da Rosarno, in zona svincolo autostradale, sia già maleodorante per poi ingrossarsi in quantità con acque sempre più sporche man mano che il torrente attraversa l’abitato di Rosarno sud, per poi attraversare la Nazionale 18 con evidenti scoli di abitazioni, attività commerciali e industrie varie che sversano impunemente nel torrente in maniera tanto evidente da vedersi ad occhio nudo gli scarichi dei singoli edifici.
Una situazione intollerabile, ancora più grave stante la piena collaborazione dei cittadini non omertosi, ma sensibili alla salvaguardia del territorio, dei fiumi e del mare. Che sia il privato o siano direttamente i Comuni a sversare nel torrente, conta pure, ma l’unico colpevole e sempre e solo lo Stato, attraverso i propri rappresentanti ai vari livelli, che permettono questo scempio senza intervenire e rimanendo, per giunta, impuniti. Ogni anno si verificano nel litorale delle fioriture algali sempre più evidenti che seppur non inquinanti e non influenti alla salute dei bagnanti, tanto che l’Arpacal e Goletta Verde definiscono i tratti di mare nell’abitato di Nicotera Marina “Eccellenti”, recano un disagio notevole, specie se associati al pascimento derivante dagli scoli del Vena e del Mesima che, seppur dissolvendosi nella quantità di mare non arrecando pericolo alle persone, devono comunque essere sbarrati alla foce e costruite delle vasche di sedimentazione e filtraggio a salvaguardia del mare.
Il mare eccellente di Nicotera, contrasta con le frequenti fioriture algali che si verificano da decenni e, di recente, sono state favorite dalle alluvioni eccezionali dello scorso anno che hanno distribuito pascimento nei fondali nonchè, dal mancato braccio a mare in località Tuccina in prossimità del torrente Britto realizzandosi una difesa naturale all’abitato di Nicotera Marina, salvaguardando e ingrossando, naturalmente, il litorale sabbioso senza più essere invaso da pietre della vicina “Preicciola”. Si è anche riscontrato da quest’anno, per via delle recenti alluvioni, l’accatastamento nei fondali della spiaggia adiacente la scogliera e, fino ai primi tre lidi, di un enorme presenza di pietrame accatastato nel fondale per un’altezza di circa 6/7 metri e un lunghezza di circa 300 m per 30 metri lineari dalla battigia, tanto che oggi si tocca rimanendo fuori con mezzobusto dall’acqua. Il torrente Britto e il fosso San Giovanni con l’affluente Ravello che sfocia nel centro della spiaggia, sono i due punti focali dell’inquinamento da tenere costantemente sotto controllo anche per gli sversamenti che spesso si verificano dagli impianti di sollevamento dei liquami fognari e dalle pompe dell’ex depuratore che dovrebbero spingere verso il depuratore di Gioia Tauro, ma che molto spesso non funzionano in sonorizzazione e sversano nel fosso San Giovanni, in mare, e nelle strade del prolungamento del lungomare.
L’enorme presenza di pietrame che risulta accatastato sotto forma di una “spugna” sottomarina, ospita limo e inquinanti ed altro pascimento algale generando una maggiore anidride carbonica che, combinata all’acqua, diviene elemento nutritivo per le microalghe, anche dal solo sciacquettìo del mare che emette e poi riconserva nella “spugna” il pascimento, provocando una continua fioritura algale favorita nelle ore solari calde per il fenomeno della fotosintesi clorofilliana. Insomma un processo naturale di biodiversità marina. Il litorale di Nicotera ha una conformazione a sacca, come una – J – rispetto a Pizzo, Tropea e Capo Vaticano che sono mari aperti dove le acque scorrono spinte dai venti dissolvendosi facilmente gli inquinanti in superficie, mentre a Nicotera la spiaggi a – J – o meglio a forma di lato di cuore, insacca e rimescola girandola intorno senza sfogare nel mare aperto. In sostanza Nicotera, San Ferdinando, Gioia Tauro, Palmi, Bagnara e Scilla non hanno sfogo aperto, per cui, ciò che galleggia, se non si assorbe, deve per forza spiaggiarsi, tranne quando soffia il vento di terra che trascina tutto al largo.
Altresì, un altro fenomeno giornaliero si verifica a Nicotera intorno alle ore 10.00-11.00, che i pescatori chiamano nel loro gergo “Rema”. Altro non è che la messa in circolazione di una corrente di acqua fredda del Mesima che si accumula in mare durante la notte e fino alle ore calde del giorno, per poi per “moto convettivo”, scontrandosi con l’acqua calda marina, tende a muoversi verso l’abitato di Nicotera o di San Ferdinando, a seconda delle correnti e dei venti, procedendo per rotolamento tra l’acqua calda e la fredda, smuovendo il fondale del limo presente nella biodiversità marina, fino a percorrere avanzando sull’intero litorale verso la scogliera, creando un’acqua leggermente torbida che appare, ingannevolmente, come se fosse inquinata.
L’unico tratto di mare non balneabile, da sempre confermato in tutte le analisi ufficiali, è la fascia dei 200 metri dalla foce del Mesima – tipica fascia di rispetto di ogni fiume nel tratto che sfocia a mare – fiume estremamente lontana dall’abitato di Nicotera Marina e dalle spiagge dei villaggi turistici e dei lidi, essendo lunghissimo il litorale di Nicotera. Tra l’altro la spiaggia di Nicotera viene dichiarata ogni anno “Bandiera Verde”, per la qualità salubre e la granulosità perfetta della sabbia, tanto che, per l’appunto, l’Associazione Nazionali Pediatri la indica come perfetta per la balneabilità dei bambini. Da quest’anno, Goletta Verde non cita più Nicotera quando parla del Mesima, perché non sfocia nel territorio comunale e né nella provincia di Vibo Valentia e, quindi, su intervento e segnalazione diretta e ben documentando il tutto da parte del Comitato Scientifico dell’Accademia della Dieta Mediterranea, quale punto di non balneabilità, viene adesso citata solo, come riferimento territoriale, la città di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria.
Il mare ha una sua biodiversità che andrebbe studiata, capita e conosciuta, rispettando la natura ma con i giusti allarmisti di inquinamenti fognari che ci sono come in tutte le spiagge del mondo dove vivono comunità di esseri umani, ma andrebbe individuata ed eliminata con urgenza.
Comunque, nonostante tutto, sono notevoli i disagi ai turisti e alle popolazioni locali per le frequenti fioriture algali estive pasciute dalla presenza di inquinanti, ma ancor più grave è ormai diventata la situazione per le attività balneari, commerciali e turistiche che vedono disdette le prenotazioni e ancor peggio, assistono inermi e sconfortati all’anticipata partenza dei vacanzieri alla ricerca di mari aperti e lidi più balneabili. A nulla sembra, siano servite anni di protesta e grida al lupo al lupo, stante i dati ufficiali e stante la triste situazione di crisi turistica che colpisce solo Nicotera e non le vicine Capo Vaticano e Tropea, che hanno le stesse problematiche, ma che affrontano uniti con una maturità e una visione d’insieme più portata alla filosofia che “i panni sporchi si lavano in casa” e non sui social. Nicotera paga anche una improvvisata e non professionale classe politica e di operatori turistici senza una visione d’insieme, tagliata fuori dai circuiti internazionali per incapacità e conflittualità spicciole caratteriali e meridionali. Il turismo vero è praticato a Nicotera solo dai villaggi internazionali quali, il Villaggio Sayonara e il Nicotera Bech Village con migliaia di presenze l’anno che, oltre al mare, offrono una serie di svaghi interni, preferiti dai villeggianti.
Un forte appello alle autorità preposte viene dalle dalla società civile contro le amministrazioni locali spesso inerti e complici del degrado, seppur ancora nutrono un minimo di speranza nello Stato, quello con la S maiuscola. Uccidere la speranza degli onesti cittadini, è il delitto più efferato.
A breve pubblicheremo una intervista ad un esperto del settore a conferma di quanto sopra scritto.