Dopo il grido di allarme dei giorni scorsi da parte del Sindaco di Polistena Michele Tripodi, seguono quelli di Marcello Anastasi, il quale sottolinea come dal 2018 nel Reparto di Cardiologia del locale Ospedale, si stesse registrandosi un positivo cambiamento, dimostrato sia dal raddoppio dei ricoveri che dall’avvio anche di alcune importantissime attività diagnostiche e terapeutiche che ormai non si facevano più da anni.
In quest’arco di tempo si è quintuplicato il numero degli impianti di pacemakers e device vari, per far crescere notevolmente l’attività di cardio stimolazione.
Tutto questo nonostante i pochi medici a disposizione i quali, purtroppo, si ridurranno ulteriormente da qui alla prossima primavera.
Due dei medici a disposizione infatti avrebbero già chiesto di andare in pensione facendo venire meno in organico altre due unità. Ciò comporterà dal mese di aprile in poi l’impossibilità a garantire il servizio di guardia interna e quindi conseguentemente sarà necessario o attingere nuove energie oppure, in mancanza di alternative, si rischia di chiudere il reparto. Nel frattempo, gravi difficoltà si registrano nell’esecuzione di alcune indagini diagnostiche di qualità, considerando che per le stesse, da circa un anno e mezzo, è stato chiesto l’acquisto di un ecocardiografo multidisciplinare al fine di offrire la possibilità di fare delle ecocardiografie a giovani pazienti che invece vengono inviati giornalmente verso altre strutture sparse nel territorio per potersi sottoporre ad una semplice ecocardiografia pediatrica. Questo significa spendere molto di più con un rischio clinico che sale in maniera esponenziale nel portare i giovani pazienti in giro piuttosto che comprare un ecocardiografo con tali caratteristiche per consentire ai medici del reparto le suddette indagini diagnostiche. Di fatto viene a mancare quell’aspetto importante che garantisce l’assistenza ai malati e che si chiama cardiologia di precisione. I medici del reparto sono impediti di fare la cardiologia di precisione in quanto manca la strumentazione idonea. Si constata che il cosiddetto piano di rientro ha messo seriamente in ginocchio la Calabria mentre a breve saranno pubblicati degli studi che già documentano come nella nostra Regione, la mortalità sia cresciuta del 2,7%. E’ indispensabile che i cittadini sappiano che se in Calabria ancora si muore per malasanità sicuramente una buona parte di responsabilità ricade sulla gestione del “piano di rientro” in maniera del tutto inusuale e manichea. Quanto detto è stato ripetutamente evidenziato e stigmatizzato ai Responsabili del Settore Sanità della Calabria, chiedendo di garantire il governo clinico dei reparti attraverso la gestione e la formalizzazione delle cosiddette gerarchie, intese come strumento necessario per garantire il governo clinico del reparto di cardiologia.
A Polistena il 90% dei reparti è privo di primario, ma il problema più grave rimane la mancanza di medici e di strumentazioni idonee.