San Remo 2020 con Rula e Diletta. Conduce Amadeus, ma non ispira all'amore verso il “deus” Cristiano. San Remo 2020 con Rula e Diletta. Conduce Amadeus, ma non ispira all'amore verso il “deus” Cristiano.

San Remo 2020 con Rula e Diletta. Conduce Amadeus, ma non ispira all’amore verso il “deus” Cristiano.

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A San Remo 2020 di cristiano ci sta solo il nome della città e Malgioglio. La prima serata è stata impostata verso l’esaltazione dell’Anticristiano progressista. Insomma una fissa che non trova pace tra gli autori. A quando un San Remo laico e canoro? Fiorello ha dovuto accontentare la linea della Direzione Artistica interpretando un prete progressista come don Matteo, benedicente e pacificatore. Dopotutto l’Ariston è un teatro e, solo una volta l’anno, un palcooscenico canoro. Il ravennate Amadeus è stato fregato dal catanese Fiorello facendogli fare delle imitazioni buffe che confermano, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, chi è  il vero intrattenitore delle serate dell’Ariston.

Dopo la plateale figuraccia di Tiziano Ferro che ha toppato nel tentativo maldestro di imitare una cantante con la “C” maiuscola, come Mia Martini, ha provato a far risaltare un “Tu che sei diverso” riuscendo, così, a dimostrarlo. L’unica intonata, con un buon testo orecchiabile e che ce le ha sapute cantare, è stata Rula Jebreal. Una bella donna, anche giornalista che, nonostante abbia spesso toppato in passato, ieri sera è stata splendida e commovente nel monologo che ha ricordato la sofferenza di sua madre Nadia, suicida, per aver subito, come donna, l’onta della violenza. Un storia che però stride sul palco dell’Ariston dove si prevede anche la presenza di Junior Cally, un cantante rapper che, nel suo passato, si è mostrato fautore della violenza sulle donne e non solo.

Sembra che la direzione artistica del festival di San Remo non abbia voluto mostrare gli attributi nel prendere una linea editoriale e canora sociale e positiva, ma si sa che lo share e la trasgressione devono farla da padrona perché, anche quest’anno, non si ricerca la migliore canzone ma il miglior indice di ascolti.

L’Achille Lauro non è affondata ma è stata tenuta a galla dall’omonimo cantore che ha fatto più scalpore per l’abitino da “Cavatore Catanzerese” e da bigotto scimmiottatore della nudità di Francesco, il Santo Cristiano che, invece, avremmo voluto vedere così succinto, addosso al sensuale corpicino di  Diletta Leotta donna bella, brava e intelligente.

Romina e Albano sono stati l’unica cosa di classico e tradizionale, abbondantemente intrattenuti sul palco, giusto per accorgerci che ci sono stati perché loro due di San Remo hanno sempre una “nostalgia canaglia”. Meglio, anzi, brava è stata Rita Pavone con una grinta e una voce inimitabile. Il resto dei cantanti non sono degni di nota perché già bravi di loro, senza scimmiottature e caricature di necessaria visibilità.

Archiviata la prima serata, puntiamo alla seconda, volgendo uno sguardo…al Cielo sperando nella riproposizione della bellezza nelle sculture dell’orafo, Michele Affidato. 

 

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