“Che fai rumore qui, E non lo so se mi fa bene, Se il tuo rumore mi conviene, Ma fai rumore sì, Che non lo posso sopportare, Questo silenzio innaturale Tra me e te”! Ha fatto rumore, e tanto, fino a vincerlo meritatamente questo Sanremo 70 Diodato, il raffinato cantautore tarantino, che dedica proprio alla sua città questa vittoria, in un perfetto mash-up tra futuro e passato, in cui è il secondo a trionfare! E non a caso a vincere questa edizione è una canzone, finalmente dopo anni, tipicamente Sanremese, per musica, atmosfera ed interpretazione, sia pure con un testo forte che parla della necessità di comunicare – tema caro a Diodato che già con la sua partecipazione a Sanremo 2017 incitava a vivere “Adesso” lanciando in aria i telefonini!
Anche l’ultimo famoso successo del talentuoso autore, “Vita meravigliosa”, colonna sonora dell’ultimo film di Ozpetek, contenendo nel testo un forte ossimoro – “vita meravigliosa questa vista dolorosa”– sembra in linea perfetta con questa edizione del Festival! Il vero nuovo è il vecchio! L’unico futuro è il passato! La vera trasgressione è la normalità! E di tutto questo un normale “ragazzo” come Amadeus ne ha dato prova, non solo portando alla vittoria una pacificazione generazionale, tra una divertente ed allegorica Lamborghini ed una leonessa come la Pavone, tra un forzatamente scenico Achille Lauro ed un bizzarro ma grintoso nonno come Pelù, ma sopratutto facendo trionfare la bellezza e l’autenticità dei buoni sentimenti, primo tra tutti quello dell’amicizia con il suo, anzi il nostro, Super Fiorello! Il plauso maggiore va proprio ad Amadeus che ha saputo, insieme a tutti i gli autori, lanciare un messaggio positivo attraverso la musica, omaggiando anche la nostra italianetà in apertura della finale, con il nostro inno di Mameli suonato dalla Banda dei Carabinieri!
Un commento merita anche il bravissimo Tiziano Ferro, un quarantenne sensibile che rivendica per tutti noi “il diritto alla felicità” – scomodando la Dichiarazione di indipendenza del 1776- e, sopratutto per noi che negli anta “ci siamo o ci siamo quasi”, inneggia alla forza della consapevolezza che questi anni meravigliosi ci regalano – condivido naturalmente il suo pensiero, perché non cambierei mai la mia attuale maturità con la mia insicurezza dei 20anni! Tiziano ci ha regalato fortissimi emozioni, emozionandosi anche lui, cantando brani storici ed emotivamente impegnativi di altri interpreti – su tutti Almeno tu nell’universo-, ieri sera però ha dato il meglio di sè cantando sè stesso, colonna sonora ormai di questo ultimo ventennio!
Si conclude così una lunghissima edizione, quasi interminabili vista la durata …. Ma senza alcun dubbio bellissima!
Finisco dicendo che, se si è voluto fare trionfare sul palco la normalità, frammentata, complessa e mai univoca, l’unica cosa che ieri sera sul palco dell’Ariston non era normale era Biagio Antonacci!! Perché a 56 anni non è normale essere così belli e bravi! Grazie anche a lui … Di esistere!
Al sempre bravo commentatore e giornalista, Vincenzo Mollica, colto e garbato, va il saluto e la gratitudine di noi tutti per la sua meritata pensione! Auguri…
E dal divano di casa mia è tutto!
di Maria Rosaria Corigliano