Il Giorno della Memoria il 27 gennaio è una ricorrenza internazionale istituita nel 2005 dall’Assemblea delle Nazioni Unite con l’intento di non perdere nella memoria collettiva una delle pagine più drammatiche e nere della storia dell’umanità.
La data del 27 gennaio come giorno del ricordo dell’Olocausto non è casuale: si riferisce infatti a un preciso episodio accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, che ha cambiato per sempre la storia, infatti è proprio in questo giorno che le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, nel corso dell’offensiva Vistola-Oder contro la Germania, arrivano nella città della Polonia Oświęcim, meglio nota in lingua tedesca come Auschwitz.
Qui scoprono il famigerato campo di concentramento e di sterminio, il più grande mai realizzato dai nazisti e dove trovarono la morte oltre 1 milione di persone. I superstiti vengono liberati dai russi e inizia così a diffondersi la storia del tragico sterminio di ebrei e di tutte le vittime dell’Olocausto nazista.
Si ricorda, infatti, che la deportazione nei lager e il genocidio hanno riguardato uomini, donne, bambini di origine ebraica, minoranze etniche come rom e sinti, prigionieri di guerra, oppositori politici, persone affette da malformazioni e handicap.
La data del 27 gennaio 1945, quindi, viene scelta come il simbolo della vergognosa pratica nazista, radicata nelle torture e nelle uccisioni avvenute dentro i lager e uscite allo scoperto proprio a seguito della liberazione di Auschwitz.
A Rosarno all’Istituto Scopelliti-Green presieduto dal dott. Giuseppe Eburnea è stato celebrato il “Giorno della Memoria”.
L’iniziativa , patrocinata dall’ANPI di Reggio Calabria ha coinvolto i docenti e i ragazzi dell’Istituto, i quali, hanno ascoltato le testimonianze dirette di familiari dei combattenti per la libertà.
Presenti all’evento: il dirigente Giuseppe Eburnia; la docente Maria Caterina Scordo; Aldo Polisena autore del libro sul Partigiano “Alioscia”; Giorgio Castella autore del libro “Lotte e liberta’e Carmelo Azzarà autore del libro “La spiga di grano e il sole”.
Ha concluso i lavori il Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, Sandro Vitale.
“Bisogna ricordare e non dimenticare”, ha esordito il Preside Eburnea, affermando che la scuola ha il dovere di trasmettere la memoria del dramma rappresentato dall’olocausto e della Seconda Guerra Mondiale.
“Io ho avuto uno zio-ha esordito la docente di Storia, Maria Caterina Scordo-che è stato partigiano in Liguria e ogni volta che in famiglia raccontavamo la sua storia, quel giorno diventava per noi, un giorno della memoria”.
Subito dopo, Aldo Polisena ha raccontato la storia di suo zio Franco Sergio di Maropati, il Partigiano “Alioscia”, fucilato dai fascisti il 14 febbraio del 1945 a Serravalle Langhe in Provincia di Cuneo.
Giorgio Castella ha illustrato le storie degli antifascisti di Rosarno e della Piana; mentre Carmelo Azzarà ha voluto ricordare i suoi zii, Marco Porpiglia e sua moglie Giuseppina Russo, Partigiani in Liguria.
“Dopo un intermezzo musicale, a cura dei ragazzi dell’Istituto e dopo alcune domande rivolte ai relatori da parte degli studenti; Sandro Vitale ha ricordato le vittime dell’Olocausto e anche quelle delle Foibe Jugoslave.
“Noi non facciamo distinzione-ha sostenuto Vitale-le dittature, il Fascismo e il nazismo hanno generato dei mostri che si sono macchiati di orrendi crimini e delle vergognose Leggi Razziali .
Per questo ritengo che è ancora attuale il pensiero di Antonio Gramsci, quando scriveva che anche gli “indifferenti” hanno avuto la loro responsabilità per non essersi opposti alla violenza. I Partigiani lo hanno fatto e ci hanno reso la libertà”.