Sull’inserimento dell’argomento della cimice asiatica all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale s’è fatta parecchia ironia suprattutto da parte dell’opposizione, che, a torto o a ragione, avrebbe preferito che nel corso dei lavori venissero affrontati argomenti ritenuti più urgenti e più importanti, a cominciare dall’inquinamento per finire alla differenziata. La questione cimice, in realtà, non è di poco conto e nel corso dei lavori consiliari l’assessore Marco Vecchio ha tenuto un’ampia relazione per spiegare il perché dell’attenzione rivolta ad un insetto che, dopo essere approdato in Liguria nel 2007, ha cominciato a diffondersi con effetti devastanti per l’agricoltura in Emilia (2012) e a seguire in Piemonte e Lombardia (2013), nonché nel Veneto, Friuli, Molise, Abbruzzi (2014) più Toscana e Lazio (2015). Negli anni successivi l’insetto ha fatto la sua apparizione in Campania, Calabria, Sardegna e Puglia (2016) per poi arrivare sino in Sicilia (2017) e Basilicata (2019). A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti, ma anche le altre associazioni che operano nel settore dell’agricoltura hanno alzato il livello d’attenzione anche perché le cimici asiatiche non si limitano ad infestare i frutteti e i campi, ma pare che, specialmente d’inverno, per sfuggire al freddo, cerchino rifugio nelle abitazioni.
L’amministrazione comunale, in realtà, non ha fatto altro che dar seguito all’appello lanciato dalla Coldiretti e mirato a tutelare i contadini. Sulla scorta della presa d’atto maturata in consiglio comunale, <gli agricoltori che hanno subìto o subiranno danni – ha spiegato il sindaco Pino Marasco – potranno avanzare richiesta di risarcimento danni>. C’è, un aspetto, poi, da non sottovalutare. Stando alle testimonianze fornite dai contadini del posto, la cimice asiatica non solo è arrivata in Calabria, ma è stata avvistata anche nelle campagne nicoteresi. Al momento non sono stati segnalati danni, ma il rischio pare sia davvero consistente. L’insetto asiatico, scientificamente noto come “Halyomorpha halys”, molto simile alla cimice verde volgarmente chiamata “piritara”, nelle regioni settentrionali ha già provocato danni enormi ai frutteti, ma anche agli ortaggi e a prodotti come soia e mais. Il ministero dell’Agricoltura ha previsto lo stanziamento di 80 milioni in tre anni per fronteggiare l’emergenza, nonché sgravi fiscali e contributivi del 50%. Anche l’Unione europea è pronta ad interventi straordinari per sostenere l’agricoltura italiana. Per avere un’idea di quanto sta succedendo al Nord, l’assessore Marco Vecchio ha fornito dati che parlano di circa 400milioni di danni per quanto riguarda la produzione di pere, pesche, kiwi, nocciole e mele con centinaia di migliaia di quintali di frutta andati in malora e migliaia di aziende finite in crisi. Combattere la cimice non appare cosa semplice anche perché il fastidioso ed estremamente puzzolente insetto resisterebbe bene ai trattamenti disinfestanti.