Il lavoro, l’accesso al credito e la MassoMafia ai tempi del Covid-19. Whistleblowers, punto di partenza per un nuovo mondo.

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La Costituzione della Repubblica italiana tutela il LAVORO, quale diritto umano inviolabile. La crescita professionale garantisce l’equilibrio socio-economico di una persona e, spesso, comporta la necessità di ricorrere ad un credito. Il credito è assicurato dal SISTEMA BANCARIO ed è vincolato al rispetto dei Trattati Europei. In Italia l’accesso al credito è difficile ed appesantito da iter burocratici tortuosi. Oggi, nonostante l’emergenza sanitaria CoViD-19 e la crisi economica senza precedenti che ci apprestiamo a vivere, le difficoltà del ricorso al credito sono aumentate. E’ evidente la necessità di garantire e snellire il ricorso al credito e l’accesso a contributi a fondo perduto per chi ha dovuto sospendere o chiudere definitivamente la propria attività produttiva o per chi era ed è disoccupato e non abbiente.

La tenuta del Welfare, della democrazia e della sicurezza nazionale sono in pericolo. E’ inevitabile che in questo contesto la presenza della MassoMafia (il sistema criminale organizzato ed infiltrato in tutte le Istituzioni della Pubblica Amministrazione) che gestisce un’enorme massa di capitali derivante soprattutto dal traffico internazionale di stupefacenti e dall’enorme giro di profitti ad esso collegati, avrà una ulteriore occasione di entrare nella c.d. “economia legale”. La MassoMafia gestisce potere e soldi ed è, ormai, una realtà economica che ha un suo PIL e con la quale non possiamo non fare i conti.

In assenza di una politica socio-economica forte e determinata, il CoViD-19 darà una nuova occasione al “denaro sporco” derivante dalla MassoMafia per miscelarsi, prevalere e confrontarsi con i profitti del commercio onesto e legale e con i risparmi dei lavoratori italiani che pagano le tasse. Pecunia non olet, e la MassoMafia non soffre, ma anzi approfitta della crisi economica da CoViD-19.

Uno dei primi interventi distorsivi del “denaro sporco” sarà il ricorso all’usura, prima ancora dell’estorsione. L’usura, come sappiamo, può essere immediatamente seguita dallo spossessamento di beni mobili ed immobili o di attività produttive. Il “doping finanziario” generato dalla MassoMafia uccide l’impresa sana e, dopo averla uccisa, ne prende il posto. Lo Stato resta il grande assente. I grandi capitali mafiosi, spesso occultati da multinazionali o fondi patrimoniali (anche esterovestiti e ammantati di grande candore pubblico), hanno una facilità estrema nel comprare interi settori della Sanità o del Patrimonio Italiano, privato ma anche pubblico. Nell’era della MassoMafia i metodi si sono modernizzati:

  • Non ti strangolo. Ma ti “arruolo”. Perché sei pulito e sei un ottimo prestanome per nuove e lucrose attività economiche e produttive.
  • Non ti uccido o ti faccio saltare la macchina. Ma ti lascio senza lavoro e senza credito nel sistema bancario. Ti trasformo in un “morto bianco”. Affamo te e la tua famiglia e quindi ti rendo schiavo, perché bisognoso.
  • Se denunci qualcosa, ti perseguito in tutti i modi possibili fino a farti ammalare e morire o fino a farti diventare un “morto bianco” o a spingerti a gesti estremi autolesionistici.

La MassoMafia non ha bisogno di accordarsi con lo Stato. Essa ormai ha creato l’AntiStato, infiltrandosi in tutte le Istituzioni ed in tutte le realtà produttive. Questo avviene progressivamente da almeno 25 anni e l’esperienza tragica del CoViD-19 ha accelerato le tempistiche ed aggravato il quadro generale. Esiste una zona grigia di professionisti e pubblici funzionari (Magistrati, Boiardi di Stato e Politici, sempre più o meno gli stessi nomi, Forze dell’Ordine e Servizi Segreti deviati) che sono “organici” agli apparati MassoMafiosi nazionali ma anche internazionali. Siamo di fronte ad una nuova pericolosissima dimensione di illegalità diffusa, fortemente golpista ed antidemocratica, dove il bene ed il male si confondono. Per distinguere l’uno dall’altro occorre rafforzare la presenza dello Stato “sano” e la consapevolezza dei cittadini.

I reati correlati alle procedure di gare pubbliche, alla corruzione e concussione o ad un generalizzato traffico di influenze illecite vengono realizzati in modo permanente e strutturato, anzi diventano fatti fisiologici e quasi consuetudinari dentro interi segmenti vitali della Pubblica Amministrazione. Chi partecipa alla filiera, spesso fa da relatore ai Convegni dove si discute del fenomeno, stigmatizzandolo dal leggio, mentre ne è, in realtà, magari uno dei principali esecutori. Immaginiamo ad esempio quei Convegni dove mega-esperti di appalti pubblici espongono il loro verbo su come essi debbano essere gestiti e controllati. Sono piece teatrali di altissimo livello. L’Antistato è maestro, in ciò. Va individuato il disegno e la strategia criminale (di “Menti Raffinatissime”… avrebbe detto qualcuno trent’anni fa) che sottende ad un insieme di fatti, di per sé, singolarmente considerati, leciti. Il disegno diventa visibile, per chi ne coglie la raffinatezza perché lo studia organicamente o da esso è segnato in profondità, solo dopo tanto tempo.

Occorre urgentemente e fortemente riaffermare il ruolo dello Stato e delle Istituzioni repubblicane:

  • nelle Università, dove la nuova classe dirigente mafiosa si sta formando con competenze e possibilità economiche fuori traccia, per evitare che intere generazioni di studenti siano attratti in questa logica e disegno perverso di assoggettamento MassoMafioso.
  • in tutte le forme di controllo dei servizi sociali e degli appalti pubblici.
  • nell’ascolto e protezione dei whistleblowers e degli Agenti Provocatori, ad oggi sempre più perseguitati e non tutelati.
  • nei mass media, stimolando la libera circolazione delle informazioni e contrastando la “disinformazione orientata” ed il predominio sulle scelte editoriali degli editori collusi.

La MassoMafia ha paura del libero pensiero e di chi lo esercita: è fondamentale quindi il ruolo della libera informazione in qualsiasi maniera veicolata e non ostacolata e la riaffermazione dell’art. 21 della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana. Ecco perché gli unici concretamente minacciati di morte non sono più gli uomini delle Istituzioni, quanto piuttosto quelli che esprimono pubblicamente il loro dissenso e che denunciano apertamente anche attraverso i c.d. “social” il sistema MassoMafioso che, ormai, non ha più bisogno, come tanti anni fa, di sparare ai Magistrati o alle Forze dell’Ordine. Da quanti anni non sentiamo di omicidi di magistrati ? Nessuno si è chiesto il motivo ?

Testimoniare con la propria vita la lotta alla illegalità criminale della MassoMafia è forte ed è efficace, perché genera voglia di emulazione nei più giovani. E questo, le Massomafie, non lo possono tollerare. Robert Kennedy ha detto: “il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.” Una conclusione, quella del Senatore americano troppo presto sottratto alla vita, che ben rappresenta da che parte sta la ragione e soprattutto l’Etica pubblica. Sono, pertanto, da combattere l’assenza di senso collettivo dello Stato, il trionfo dell’egoismo e dell’individualismo, la perdita dei valori di solidarietà sociale, la superficialità, l’edonismo, la scarsa attenzione alla cultura ed agli ideali collettivi.

La cura di questi fenomeni sociali degenerati è l’avvento di una nuova classe dirigente giovane di illuminati da un nuovo senso ETICO e CULTURALE. La MassoMafia ha creato e diffuso a macchia d’olio i “white collar crimes”. Lo Stato potrebbe supportare attivamente i whistleblowers – ovvero i veri “colletti bianchi” – coloro che hanno pubblicamente denunciato illegalità ed hanno pagato da soli le conseguenze di una persecuzione, senza fine, che ricorda quella dei Cristiani da parte degli antichi Romani. Il motore dello sviluppo “sostenibile” del nuovo ordine non potrà che essere un nuovo e rinnovato profondo SENSO ETICO che guiderà top-down o bottom-up ogni sviluppo umano innovatore verso una nuova catena di valori fatta di fiducia e sostenibilità. Jean Monnet ha scritto “gli uomini accettano il cambiamento solo nella necessità e percepiscono la necessità solo nella crisi”: niente di più vero. La terribile epidemia da CoViD-19 può rappresentare, nella sua grande drammaticità e tragicità, una gigantesca occasione di cambiamento e di miglioramento, se sapremo coglierla e se avremo sufficiente coraggio per osare e rompere i lacciuoli che ci tengono prigionieri di questa situazione attuale.

Ci uniamo, quindi, alla richiesta dell’International task force “Jean Monnet” acting pro bono for NEW EUROPEAN UNION:

  • approvare la Direttiva UE 2019-1937 a tutela dei primi 1.000 whistleblowers italiani;
  • realizzare corsi di approfondimento e di studio in ogni grado di istruzione primaria, secondaria e superiore, di materie come la libertà individuale e collettiva, l’etica pubblica, l’educazione civica;
  • realizzare un piano di Cittadinanza Attiva 4.0, per formare nuove coscienze ed una nuova etica di cittadinanza, fortemente orientato verso le nuove generazioni.

In conclusione, uno dei principali fardelli che ci portiamo addosso, ormai da troppi anni, è la nostra inerzia ed indifferenza all’assalto al mondo dei nostri valori etici e storici, che le MassoMafie stanno portando avanti senza interruzioni da tanti anni in Italia.

Fermare questa deriva è assolutamente vitale e bisogna farlo quanto prima.

Di, Avv. Maria Pia Capozza specialista in Rotale, Whistleblower – Dott Francesco Russo, ricercatore medico confermato Dip. di Chirurgia, Università di Roma Tor Vergata

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