” L’ombra del Passato”, il nuovo romanzo di Stefano Sciacca.

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Stefano Sciacca,  è nato a Torino nel 1982.

Si è laureato in giurisprudenza e specializzato nelle professioni legali all’Università degli Studi di Torino, ha studiato all’Università di Oxford e collaborato con l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale. Ha pubblicato testi di critica cinematografica e letteraria e il romanzo

 Il diavolo ha scelto Torino (2014).

Ha pubblicato Sir William Shakespeare, buffone e profeta (Mimesis Edizioni) e il saggio Prima e dopo il noir (Falsopiano 2016).

Adesso Sciacca torna sul mercato editoriale nazionale con una nuova opera dal titolo “L’ombra del passato” (Mimesis Edizioni).

In questo romanzo lo scrittore svolge un particolareggiato e suggestivo lavoro di rievocazione, ispirandosi al cinema nero hollywoodiano, del quale ricorrono tutti i principali motivi.

Nondimeno, l’approfondimento psicologico dei caratteri, l’accurata descrizione dell’ambiente sociale e urbano, la riflessione sul senso dell’esistenza umana e sul funzionamento del destino assicurano a “L’ombra del passato” una forte personalità, che non potrà lasciare indifferente neppure il lettore meno esperto del genere.

Steve Della Casa, noto critico cinematografico e direttore artistico italiano, curandone la prefazione ha scritto: “L’ombra del passato è un vero noir, con colpi di scena, azione, sorprese, segreti nascosti. Leggendolo, mi venivano in mente le ambientazioni de Il bandito di Alberto Lattuada oppure de Il bivio di Fernando Cerchio, due noir neorealistici che sono tra i film più belli di quel periodo. Ma poi me ne dimenticavo, e questo è il complimento migliore: perché nulla è peggio di leggere un libro pensando ad altro. La storia invece tiene, è tesa e coerente, funziona da sola, non ha bisogno del salvagente delle citazioni. Sì, il noir è una miniera infinita: consente di essere originali, anche nel 2020.”

Nelle pagine di questo romanzo la Seconda Guerra mondiale ha restituito un mondo tutt’altro che normale, un mondo senz’anima. E chi invece, un’anima, ancora la possiede, non può fare a meno di sentirsi a pezzi. Proprio come la città, alla quale si ritrova suo malgrado incatenato. Michele Artusio è un investigatore privato squattrinato, avido, cinico e miscredente. Eppure conserva, da qualche parte, quanto resta della sua etica professionale. E certe notti questo può rappresentare un bel problema!

“Narrare in prima persona una vicenda investigativa – ha dichiarato l’autore – può sembrare una scelta controtendenza. Ma io vivo controtendenza. E calarmi nei panni di Artusio mi ha concesso di aggirarmi attraverso una città e un’epoca tragicamente sconvolte eppure assai più sane di oggi e di esprimere, secondo le caratteristiche tipiche dei chiaroscurali antieroi noir, cinismo, malinconia e sfiducia nei confronti dell’essere umano, della società borghese, delle istituzioni moderne. Ma sempre con una certa dose di spirito … se non altro, spirito alcolico!”. 

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