Intervista al Maestro Paolo Lanza

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Il nobile maestro Paolo Lanza di Messina, apprezzato iconografo bizantino, in esclusiva per il nostro giornale, ci ha concesso la seguente intervista, prima dell’emanazione dell’ultimo DPCM.

1) Maestro come ha scoperto l’arte dell’iconografia?

Ho sempre apprezzato i lavori fatti su tavola dei grandi maestri del 200 e del 300.

Non avrei mai pensato che l’iconografia sarebbe diventata la mia vita.

Sono approdato all’iconografia attraverso un sogno profetico.

Anni fa mi sono recato in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e dopo aver guidato tutta la notte, mi sono sentito male.

Appena arrivato sono stato colto da dolori improvvisi ed ho  cercato un B&B per riposare.

Mi sono subito addormentato e ho sognato Papa Paolo VI che dopo avermi fatto una carezza mi ha donato delle immaginette.

Nel donarmele ha detto:” Te le dono perché un giorno dovrai dipingerle. So che ami tanto la Madre di Dio”.

Al mio risveglio ho avvertito una pace immensa, i dolori erano scomparsi.

Dopo aver fatto colazione, con grande stupore ho scoperto  che la via dove si trovava il B&B era intitolata a Paolo  VI e  ho ricordato anche  che quelle immaginette non raffiguravano statue di Santi,  ma delle icone bizantine.

Ritornato a casa  ho   cercato  notizie su Paolo VI, scoprendo che questo papa aveva incontrato Atenagora il patriarca di Costantinopoli, a Gerusalemme il 5 e 6 gennaio 1964. In questi incontri, le due guide avevano levato insieme le scomuniche che gravavano sulle loro rispettive Chiese sin dal grande scisma del 1054.

Come diceva Madre Raffaelina Borruto, che ho avuto il privilegio di conoscre: ”Le coincidenze non esistono, sono  dei fili invisibili che muovono i nostri passi. Fili voluti da Dio nostro padre”.

2) Come hai deciso di diventare iconografo?

Sono laureato in Beni Culturali, sono critico d’arte e  docente presso l’Accademia di Belle Arti.

Ho sempre dipinto ad olio, amavo Caravaggio e l’arte sacra.

Poi ho incontrato grandi maestri che mi hanno portato all’iconografia (come le ho detto prima, qualcuno ha mosso i miei passi).

Adesso l’iconografia è la mia ragione di vita. E’ diventata una missione. Dipingo tutti i giorni per donare al mondo emozioni.

L’iconografia è per me divulgazione della Parola scritta.

Attraverso le mie icone dipingo la Parola di Dio, e la bellezza di Maria.

3) Qual è l’aspetto che più la  emoziona di questa nobile arte?

Quando mi rendo conto che una tavoletta presa sulla spiaggia, portata dal mare, dopo averla curata e medicata come il Buon Samaritano e dopo averla dipinta, mi emoziono da morire.

Un’emozione che non si può spiegare con semplici parole.

Mi emoziona quando da un semplice legno, nasce il Volto di Gesù e di Maria.

Vede il mondo ha bisogno di bellezza, troppo dolore e male attanagliano questo mondo.

Il Covid-19 ha dato il colpo di grazia. Io attraverso le mie icone cerco di edificare l’anima  di chi le guarda. Regalo emozioni.

4) Qual è l’aspetto più difficile da trasmettere oggi?

Vede, oggi  tutti cercano oggetti e capi di vestiario firmati.

Tutti vogliono apparire, danno più importanza all’avere e non all’essere.

La bellezza però abita nel Sacro, nel Divino.

Io vorrei insegnare ai giovani che le cose più  belle, non sono le cose materiali, ma Dio.

Le gioie terrene sono effimere.

5) Un consiglio a chi si avvicina a questa nobile arte.

Di avvicinarsi con amore. Non è esercitazione, né lavoro.

E’ preghiera.

E’ relazione intima tra l’artista e il divino.

Inoltre ci vuole spirito di umiltà, perché c’è sempre da imparare, da attingere dai grandi maestri. Non ultimo essere come dai bambini, cioè stupirsi.

Non dobbiamo mai perdere il senso dello stupore.

6) Qual è la sua icona preferita?

Come una mamma che ha tanti figli e li ama tutti allo stesso modo, io amo tutte le mie icone.

Ogni parto è una grande gioia.

Le amo tutte indistintamente dalla  prima all’ultima.

 

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