Intelligence, Roberto Pollari al Master dell’Università della Calabria: “ Ogni Stato per tutelarsi ha necessità di porre in essere non solo un’attività normativa ma anche un’ attività informativa.

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Roberto Pollari, Ufficiale della Guardia di Finanza del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, ha tenuto una lezione dal titolo “ L’analisi di intelligence nel riciclaggio e nei crimini finanziari” durante il Master in Intelligence dell’Univerità della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

Pollari ha esordito affermando che il sistema finanziario di un Paese è la spina dorsale delle delle società democratiche avanzate, in un contesto globale in cui gli Stati sono concorrenti. “Nella logica della globalizzazione – ha affermato – le distinzioni ideologiche sono inesistenti ed ogni Stato opera in concorrenza con gli altri, per attirare risorse all’interno ed esportare beni e servizi all’esterno. La pandemia dovuta al covid 19 ha accentuato questo scenario. Pertanto ogni Stato per tutelarsi ha necessità di produrre norme specifiche e di elaborare informazioni pregiate. Pertanto, occorre che i dati diventino informazione e che l’informazione diventi conoscenza. L’ informazione può essere ottenuta attraverso il processo di intelligence, che permette di arrivare alla conoscenza necessaria per assumere decisioni adeguate”. Pollari ha poi proseguito sostenendo che “l’aspetto finanziario è strettamente collegato all’attività di intelligence, perché bisogna tenere conto di alcuni fattori essenziali ed analizzarli. Occorre quindi capire, ad esempio, com’è strutturato il sistema fiscale di uno Stato, com’è organizzato il suo bilancio, come viene determinato il mercato immobiliare. E’ necessario, inoltre, tener conto della tutela industriale che presenta interessi economici rilevantissimi”.

Per il docente “l’intelligence è chiamata a preservare la sicurezza e l’interesse nazionale, occupandosi anche di riciclaggio. In tale quadro, la Guardia di Finanza nel 1976 ha creato il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, che ancora oggi si occupa di valute e di mercati finanziari. Nel corso degli anni è stata perfezionata la disciplina antiriciclaggio che presuppone una collaborazione informativa tra pubblico e privato, che non sempre è agevole e non sempre si verifica”. Il docente ha poi ribadito che “il sistema antiriciclaggio, nel corso degli anni, si standardizzato a livello mondiale e si basa su tre principi di fondo: l’identificazione della clientela, il rispetto della legge e la collaborazione tra Autorità Giudiziaria e Polizia. A livello internazionale è stato creato il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (Gafi) , che ha lo scopo di promuovere le strategie di contrasto al riciclaggio, affiancandosi ad altri organismi di carattere nazionale”. “Il sistema di antiriciclaggio – ha continuato Pollari – è molto complesso e mette in forte tensione sia il segreto bancario, poiché le banche devono segnalare le operazioni sospette, sia il segreto societario. Inoltre l’obbligo di segnalazione non è legato a un limite preciso di importi ma al contesto complessivo all’interno del quale si verifica. La segnalazione di operazioni sospette, tuttavia, non rappresenta automaticamente una segnalazione di reato. Inoltre, i dati legati ad operazioni di antiriciclaggio devono essere conservati per dieci anni. Nonostante la normativa, tuttavia contestare tale reato è molto complesso, poiché spesso legato a reati di corruzione”. Pollari ha quindi concluso sostenendo che “per un maggiore contrasto all’attività di antiriciclaggio, è necessario ripensare ad una nuova collaborazione tra pubblico e privato che si basi su presupposti molto diversi rispetto a quelli attuali”.

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