In un momento difficile e doloroso quale l’attuale, dove il mondo sembra orientato verso la scristianizzazione, dove i giovani non hanno più punti di riferimento, in quanto anche la scuola non gode di ottima salute, con insegnanti oberati tra burocrazia, progetti e classi pollaio.
Oggi più che mai c’è bisogno di sacerdoti e suore che siano punti di riferimento e per questo bisogna pregare molto.
Attualissimo è il passo del Vangelo Secondo Luca : “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe”.
Nelle comunità, soprattutto in quelle più disagiate è di vitale importanza la presenza dei religiosi, in particolar modo delle suore, che possono diventare punto di riferimento per i giovani e anche per gli adulti.
Soprattutto nelle scuole dell’infanzia quando “la piccola pianta” ha bisogno di crescere con l’acqua dell’amore, in fondo “la morale si forma nei primi anni di vita”.
In questo, un ruolo fondamentale lo hanno le Salesiane Oblate del Sacro Cuore, fondate da Mons. Giuseppe Cognata nel lontano 8 dicembre 1933 nella piccolissima diocesi di Bova, in Calabria.
Mons. Giuseppe Cognata, allora era vescovo di quella diocesi e subito dopo il suo arrivo si rese conto che la diocesi che gli era stata affidata, era molto povera e versava in condizioni difficili, con le parrocchie sparse in diversi punti dell’Aspromonte.
Povertà e analfabetismo imperavano sovrani.
In tutte le località della diocesi non c’era né acqua e né luce.
Molte chiese e case canoniche non erano altro che fatiscenti costruzioni.
Il clero era scarso, non c’erano suore per l’educazione dei piccoli e l’aiuto ai più poveri, non c’erano asili.
Monsignor Cognata allora chiese consiglio al papa Pio XI e a soli sei mesi dal suo ingresso il 17 dicembre del 1933(nello spirito di don Bosco), diede inizio alle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, indicando alle sue figlie l’oblazione con Cristo, come ideale e stile di vita, nell’umiltà, nella piccolezza, nel sacrificio, nella ricerca dei luoghi più poveri e più difficili.
Mons. Cognata spiegò che “la parola d’ordine dell’oblazione è: tutto per Gesù”, e che le sue suore dovevano vivere in totale unione con Gesù-Ostia nel sacrificio eucaristico dell’altare.
“L’Oblazione è la perfezione della vita cristiana vissuta in olocausto di carità, uniti a Gesù, che tutto offrì per nostro amore”.
Le prime tre oblate: Grazia Anastasi, Caterina Ptizalis e Antonietta Morano.
Le case delle Oblate furono chiamate Missioni, perché destinati a luoghi disagiati, vere terre di missione.
La prima missione fu Pellaro San Giovanni, dove il 17 dicembre del 1933 arrivarono tre missionarie, per aiutare il parroco, desolato per la partenza di altre suore e per l’abbandono dell’asilo per esse costruito.
Da quella prima missione nacquero tante altre caratterizzate dalla fecondità propria delle opere di Dio.
Nel 1935 si aprì il noviziato a Bova Marina e l’8 dicembre dello stesso anno si ebbero le prime professioni.
Nel luglio del 1952 il noviziato da Bova fu trasferito a Tivoli e l’incarico di madre maestra passò a suor Bice Giuseppina Carini.
Il 5 giugno 1959, festa del Sacro Cuore, la pia società delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore divenne Congregazione religiosa e in ottobre si ebbe il 1° Capitolo nel quale fu eletta madre generale suor Bice Giuseppina Carini.
Dal 1983, le SOSC fanno parte della Famiglia Salesiana.
Oggi , la Madre Generale, è Madre Graziella Maria Benghini.
Attualmente le Salesiane Oblate del Sacro Cuore sono circa 250, sparse in Italia, Malta, Bolivia e Perù.
Suor Caterina Quattrone, Superiora Provinciale delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore della Calabria e della Sicilia, da noi recentemente incontrata, ha sottolineato che la missione delle Suore Oblate è “Raccogliere i pezzi avanzati perché nulla vada perduto…(Gv6,12)”.
Missione che sin dalla nascita trova il suo habitat naturale nelle parrocchie, soprattutto quelle più piccole e disagiate, nelle frazioni e nei luoghi più bisognosi di aiuti spirituali e nelle scuole dell’infanzia.
Gli ambiti sono la catechesi pastorale-giovanile; l’oratorio-grest, i campi scuola, le missioni estive nelle frazioni, l’accompagnamento spirituale delle famiglie e le missioni nel mondo; seguendo sempre l’esempio di San Francesco di Sales che attinse dal cuore di Gesù la dolcezza della carità, vivendo in uno stile di mitezza e umiltà.
Suor Caterina ha aggiunto: “Come egli ebbe il cuore pieno “solo di Dio” che lo rese faro radiante bontà verso tutti, anche noi oblate ci impegniamo a testimoniare la dolcezza dell’amore di Dio Padre ai fratelli. Inoltre ci ispiriamo all’esempio di San Giovanni Bosco il quale donò ai giovani “ogni suo respiro”, imitando il suo esempio, ci impegniamo ad essere seminatrici di bontà ,sorriso e speranza”.
Una grande congregazione, come grande fu il suo fondatore Mons. Giuseppe Cognata.