Atto aziendale, dilaga la contestazione

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maria pompea bernardi

L’Atto aziendale, varato dall’Asp lo scorso 7 aprile, è ancora al centro delle polemiche. Il malumore dilaga e alle contestazioni scoppiate a Serra San Bruno e Nicotera, vanno, ora, ad aggiungersi anche le perplessità sollevate da Tropea. La tensione è palpabile soprattutto a Nicotera. <C’erano tutte le condizioni – afferma Enzo Comerci, coordinatore del “Comitato intercomunale pro 118” – per ridisegnare la sanità della nostra provincia in modo più equo e più funzionale. Niente di tutto questo. La “montagna”, ancora una volta, ha partorito il classico topolino. Ci eravamo premurati – prosegue – di chiedere al commissario Bernardi, con pec dello scorso 5 marzo, l’istituzione nella struttura sanitaria nicoterese di una postazione territoriale di emergenza, motivandone l’urgenza e la necessità, nonché l’integrazione di tutti quei servizi mancanti nella struttura stessa per assicurare i Livelli essenziali di assistenza ai cittadini del territorio. Di tutto ciò nell’Atto aziendale non c’è traccia! Hanno speso un sacco di soldi dei cittadini per redigere un qualcosa che andrà a peggiorare l’esistente>.

ospedale nicotera
ospedale nicotera

In sostanza, <un Atto aziendale fumoso, non rapportato al territorio ed alle esigenze dei cittadini, che va respinto in toto. Al commissario ad acta per la sanità regionale, Guido Longo, chiediamo di modificare – la legge gliene dà facoltà – il documento dell’Asp recependo le nostre sacrosante richieste>. Delusa e amareggiata anche Maria Buccafusca, consigliera del gruppo “Movi@vento”che, per i guai della sanità nicoterese, mette sulla graticola in primis l’amministrazione comunale a suo avviso <incapace di rivendicare i diritti della cittadinanza> e che dovrebbe dimettersi <per i limiti dimostrati nel rappresentare i cittadini>. La stessa amministrazione sarebbe portatrice di <una politica serva e che rivendica questo servilismo come appartenenza politica. Così facendo nega i diritti dei suoi cittadini>. La consigliera non risparmia neppure l’Asp, guidata da un commissario, Pompea Bernardi, che, a suo parere, <non ha la sensibilità e l’attenzione necessaria nei confronti della salute e della vita dei cittadini del nostro comprensorio>. Clima di forte delusione anche tra i responsabili del “Comitato pro ospedale di Tropea” che, passati al vaglio l’intero Atto aziendale e le tabelle allegate, portano alla luce due grossi inconvenienti: la cancellazione della farmacia ospedaliera, al cui interno opera un’Unità di preparazione per i farmaci antiblastici che serve anche altre realtà regionali, e il depotenziamento del laboratorio di analisi, che diventa punto prelievi per l’utenza esterna, mentre rimane funzionante per i ricoverati interni. Nella programmazione aziendale non c’è più traccia nemmeno della specializzazione oncologica più volte ipotizzata.

ospedale di tropea
ospedale di tropea

Ne consegue che <la valutazione dell’atto aziendale – sostengono i membri del Comitato pro ospedale di Tropea – non può che essere insufficiente anche perché nel nosocomio l’unico reparto in funzione è quello di medicina generale, mentre continuano a rimanere chiusi i reparti di chirurgia, ortopedia e geriatria>. Da qui l’appello al management dell’Asp affinché corregga scelte che <appaiono incomprensibili e mortificanti per la struttura>. Appello che si traduce anche nell’invito <ad uscire dalla logica degli annunci e ad attivare, finalmente, una serie di azioni volte a sostituire le figure professionali che, via via, vanno in pensione, convinti come siamo che un ospedale di Tropea efficiente non può che fare il bene dell’azienda nel suo complesso e che quelle che sembrano inutili pastoie burocratiche incidono in maniera drammatica sulla vita delle persone>.

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