“Sera del 4 agosto una nostra concittadina ha un malore. Viene chiamato subito il 118 che, come al solito, arriva con notevole ritardo. La signora trasportata in ospedale, dopo un’attesa estenuante nel Pronto Soccorso, viene finalmente visitata, gradualmente si riprende e rientra a casa. Potremmo dire “tutto bene quel che finisce bene”. E invece no! Perchè ci risulta che spesso, a qualunque malcapitato, prima del finale della storia, può succedere, di avere la sfortuna di essere “parcheggiato” per un tempo interminabile nel corridoio, in preda alle sue preoccupazioni, malesseri e relative sofferenze fino alle lacrime“.
Ad affermare tutto ciò è il consigliere di minoranza del gruppo consiliare Movi@Vento, Maria Adele Buccafusca la quale, con una nota, si sofferma sulla sanità nicoterese e non solo.
Accanto ad un paziente in ospedale, per la Buccafusca, può succedere che altri pazienti gridino il loro doppio dolore: fisico e morale. “Non ci sono medici – dichiara – e quei pochi che resistono, danno il massimo, ad eccezione di qualcuno che dovrebbe cambiare mestiere, se addirittura non trovando un maledetto strumento si mette a cercarlo, con la stessa grazia di un elefante, dove sta distesa una paziente dolorante, in attesa di essere visitata. Qualcuno dovrebbe cambiare mestiere, perchè i pazienti, quando si trovano in situazioni già difficili, diventano più fragili e hanno bisogno di essere visitati e rassicurati; qualcuno dovrebbe seguire l’esempio di altri medici che sanno svolgere il proprio lavoro con altruismo e umanità. Vero è che sarebbe troppo facile se un simile episodio lo relegassimo ad una semplice storia di malasanità legata ad una delle consuete pagine della sanità calabrese: ritardo dell’ambulanza, pronto soccorso affollato con personale medico/sanitario ridotto e quindi numericamente inferiore, rispetto alle esigenze degli utenti di un territorio vasto che fa riferimento all’ospedale di Vibo Valentia. Non possiamo e non vogliamo assuefarci a tutto ciò che non funziona, come se fosse colpa di un “destino avverso”. Se mancano medici e tutti i servizi sanitari vengono dimezzati e depotenziati, come sta succedendo col nostro presidio sanitario, dove persino il servizio della Guardia medica h24 è stato soppresso, c’è da chiedersi che fine abbiano fatto i fondi destinati alla nostra sanità col Decreto Calabria, Dicembre 2020“.
180 milioni di euro per il triennio 2021/2023. Con tale decreto il Commissario ad acta viene autorizzato dal Ministro della salute, “ad un piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e socio-sanitario al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza nella regione Calabria.
“Abbiamo il diritto di sapere, o no – si chiede il consigliere comunale -, perché nonostante ci siano i soldi, noi stiamo continuando ad essere privati del diritto alla salute? Abbiamo il diritto di sapere, o no, perché noi cittadini di Nicotera e comuni limitrofi, dobbiamo continuare ad essere la cenerentola sanitaria del vibonese? Abbiamo il diritto di sapere o no, perchè nonostante la necessità oggettiva di fornire il nostro territorio, di una postazione del 118, la dottoressa Bernardi, commissaria dell’Asp di Vibo Valentia, rimanga sorda ai nostri appelli? Non vogliamo il “centodiciottino”, ce lo hanno “imposto” già l’estate scorsa, non lo possiamo accettare: non serve a nulla, se non per offendere l’intelligenza dei cittadini nicoteresi e comuni vicini. Pretendiamo il vero diritto alla salute dei nostri cittadini, pretendiamo il potenziamento dei nostri servizi sanitari, pretendiamo un servizio di pronto intervento. I soldi ci sono. Se questa dirigenza sanitaria non è in grado di spendere ciò che possiede, si deve dimettere. Dal Commissario Longo, all’ultimo dirigente Asp della nostra provincia, sono stati nominati per garantire i servizi di assistenza sanitaria alla cittadinanza calabrese e non per fregiarsi del titolo di “commissario” e neanche per essere retribuiti senza alcun merito. Se nulla è cambiato in meglio e, anzi, tutto sta peggiorando, come dimostra quanto da noi sopra raccontato, vuol dire che sono incapaci , e non rimane che se ne tornino a casa per evitare ulteriori danni alla salute e alla vita fisica e psichica, dei calabresi. Il diritto alla salute e alla vita è il problema prioritario del nostro territorio, tutto il resto viene dopo, incluse visioni politoco/ideologiche. La salute non è di Destra o di Sinistra, è un diritto di civiltà. Almeno su questo, abbiamo il dovere di unirci, o no?Lo abbiamo sempre proposto inutilmente a tutto il Consiglio Comunale, senza alcuna risposta. Rivolgiamo ancora una volta l’appello a tutte le istituzioni locali di fare fronte comune e pretendere dalle autorità competenti ciò che ci è dovuto”.