A Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli uomini e all’unica donna della loro scorta caduti nella strage di Capaci e in quella di Via D’Amelio a Palermo (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina) e a tutti gli esponenti della Magistratura, delle Forze dell’Ordine e ai “semplici e comuni” Cittadini caduti nella lotta alla criminalità organizzata o perché hanno provato a resistere ad essa, va sempre la nostra gratitudine. Così Stefano Iorfida, Presidente dell’Associazione Culturale Anassilaos. Al contrario di altri, sia pur più autorevoli di noi, che ne difendono la memoria a parole, a giorni alterni e a seconda delle convenienze politiche e/o peggio elettorali, il loro ricordo è per noi sacro come sacra è la memoria di quanti sono caduti per la Patria nei più diversi accadimenti della storia d’Italia, nelle guerre e, da ultimo, nelle missioni di pace all’estero. Uccisi questi ultimi da un nemico aperto e dichiarato, assassinati gli altri da un nemico interno e più subdolo. Siamo e saremo sempre a fianco dei magistrati impegnati a combattere, con le leggi che il Parlamento si è dato, la criminalità; sempre a fianco delle Forze dell’Ordine che giorno dopo giorno, la notte e il dì, nelle strade di questo Paese, difendono la legalità, un concetto che può forse suonare “astratto” (cosa è poi mai questa legalità ?) se non lo traducessimo nella libertà, tutta nostra, di vivere in una comunità ordinata e pacifica dove la violenza e il sopruso, che pure sono presenti, possono purtuttavia essere rintuzzati e combattuti.