EMOZIONI AL CHIARO DI LUNA PER IL CONCERTO OMAGGIO A BEETHOVEN ORGANIZZATO DALLA FONDAZIONE MURMURA.

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Grande successo e riscontri oltremodo positivi per il concerto di pianoforte della signora Maria Murmura Folino, moglie del Senatore Antonino Murmura. L’omaggio musicale all’illustre compositore tedesco Ludwig van Beethoven in occasione del 250° anniversario dalla sua nascita si è svolto giovedì 12 agosto in una suggestiva atmosfera al chiaro di luna, nell’elegante e accogliente giardino di Palazzo Murmura, nel cuore della città di Vibo Valentia.

Atteso da un folto pubblico di appassionati l’evento musicale di mezza estate che si ripete ormai da diverse edizioni e che si è rivelato anche quest’anno un’occasione di mondanità all’insegna dell’arte e della solidarietà. È stata la figlia Anna Murmura ad introdurre la mamma pianista e musicista, apparsa alquanto emozionata nel ricordare, attraverso le magiche melodie del grande compositore tedesco, il ‘marito speciale’ Tony Murmura.
In apertura di serata è stato ribadito lo scopo sociale dell’iniziativa musicale che – oltre al fine dell’intrattenimento – persegue anche un altro obiettivo ovvero consentire la raccolta fondi da destinare al Premio Nazionale indirizzato ai migliori ricercatori italiani che si occupano di tematiche giuridiche e pubblica amministrazione. Tutto questo nel ricordo e in memoria del Senatore Antonino Murmura, personaggio di alto spessore umano, politico e sociale, scomparso il 9 dicembre del 2014.

La pianista con grande leggiadria e dimostrandosi a completo suo agio, ha letteralmente trascinato i presenti grazie alla passione con cui ha interpretato i brani selezionati, un’esecuzione che conferma le sue doti artistiche che si coniugano perfettamente con le qualità tecniche che tra l’altro non sembrano assolutamente risentire del passare del tempo.

Ogni sonata, inframmezzata dal convinto scrosciare plaudente del pubblico intervenuto, è stata presentata dal fine e competente commento del musicologo e giornalista Federico Capitoni. Ciò per meglio accompagnare il pubblico all’ascolto della musica. In prima fila ad applaudire le eccellenti performance musicali c’era anche il prof. Luigi Lombardi Satriani, che ha ricordato la grande amicizia che lo legava a Tony Murmura, complimentandosi con la signora Murmura alla fine del fantastico concerto. E la protagonista al pianoforte ha poi chiuso la serata con un fuori programma: il toccante ed emozionante brano Al chiaro di luna, la cui storia è sicuramente intrigante. La Sonata n.14 in do# minore op.27, famosa come “Al chiaro di luna”, è stata composta tra il 1800 ed il 1801 per Giulietta Guicciardi, il grande amore di allora di Beethoven. La giovane donna conobbe il Maestro, di cui ben presto divenne allieva, insieme alle sue due cugine Therese e Josephine. Il fascino del grande musicista misterioso e imperscrutabile folgorò tutte, ma solo una sarebbe stata la giovane oggetto del suo amore, Giulietta. Alquanto significativo e delicato il pensiero finale con cui Maria Murmura Folino ha voluto salutare i presenti: “L’arte, la cultura e la bellezza non hanno età”.

Contenta della splendida serata anche il sindaco della città di Vibo Valentia, Maria Limardo che ha presenziato all’evento: “Quello di aprire la propria dimora alla città – sottolinea il primo cittadino – è stato un grande atto di generosità, per cui voglio dimostrare la mia gratitudine alla signora Maria Murmura e alla sua famiglia. Lancio pubblicamente l’invito a regalarci una sua esibizione all’evento Città Capitale del Libro 2020 in occasione dell’arrivo del Ministro Franceschini”. E siamo certi che la virtuosa e valente pianista Murmura si lascerà coinvolgere ben volentieri portando il suo contributo per Vibo.

Alla fine del concerto abbiamo ascoltato sensazioni ed emozioni dei protagonisti della serata.

Una vita immersa nella musica quella della signora Maria Murmura, letteralmente innamorata delle sette note musicali che hanno contrassegnato il suo agire quotidiano, abbellendolo e ammantandolo di dolcezze e melodie che toccano il cuore e ritemprano l’anima. “Sono nata in una famiglia che amava la musica – inizia la pianista Maria Murmura – poi le vicende della vita e la scelta di seguire mio marito mi hanno allontanato, ma la prima parte della mia esistenza è stata completamente dedicata alla musica. Non l’ho mai abbandonata: ho sempre continuato a suonare, ho organizzato stagioni concertistiche a Vibo, ho promosso il Premio pianistico, ho fatto alcuni studi su Fausto Torrefranca (musicologo ed accademico vibonese a cui è intitolato il prestigioso Conservatorio di Vibo Valentia – ndr) che avevo conosciuto in gioventù. Una figura quella di Torrefranca, che ho riscoperto e ridato alla città. Quando sono rimasta sola – continua la pianista Murmura – mi sentivo in debito verso la musica e ho ripreso a studiare ed a suonare. Così ho pensato anche a questa serata di omaggio a Beethoven, che è l’autore che più mi si avvicina. Sono molto soddisfatta della buona riuscita dell’evento e della partecipazione del pubblico”. Aspetto collegato importante alla serata è stato quello della raccolta fondi per il Premio come da diverse edizioni. “Il Premio – spiega la pianista – è nato all’Accademia dei Lincei, ha una giuria molto prestigiosa e si svolge ogni anno all’Istituto Treccani di Roma. Al centro c’è sempre un argomento giuridico per ricordare la figura di mio marito, che è stato un grande giurista. Sono coinvolte tutte le Università d’Italia e abbiamo registrato sempre grande adesione. Di solito a tenere il concerto estivo è il vincitore del Premio Chopin (concorso internazionale pianistico ideato da Marcella Tuleli) che si svolge a Roma. Quest’anno a causa del Covid non è stato assegnato per cui non avevamo un ospite già predestinato. Da qui l’idea di esibirmi”. La chiusura di questo breve incontro con la pianista Murmura ripercorre il suo rapporto con la città di Vibo Valentia. “Sono arrivata qui nel 1963 e da sempre mi sono occupata di cultura attraverso attività di associazionismo e altro. Ho di fatto adottato questa città non essendo nata qui. Prima avevo una vita completamente diversa, fatta di studi tra Roma e la Germania. Quando sono arrivata a Vibo pensavo di poter continuare sulla stessa scia artistica, invece poi non è stato possibile per ovvi motivi. Ma si è creato comunque un legame affettivo con Vibo, lo testimoniano i concerti e gli eventi teatrali di cui sono stata promotrice negli anni, e di questo sono molto soddisfatta perché la città di Vibo Valentia mi ha seguito dimostrando interesse”.

Eccoci quindi all’analisi ‘critica’ del concerto da parte del musicologo Federico Capitoni: “La difficoltà di interpretare un compositore come Bethoveen – spiega – non è solo di natura tecnica e manuale ma è soprattutto di natura emotiva in quanto ci si misura con una personalità complessa, gigantesca. La sua musica è ricca di tante sfaccettature e moti dell’animo che non solo si alternano ma a volte sono anche compresenti. I cambiamenti da un sentimento all’altro sono repentini. Momenti di gioia e di dolore estremi in un uomo solo, che ha vissuto una vita difficile e che aveva un carattere particolare e che disponeva di questa grande emotività. Beethoven è uno spirito variegato: se non ci mettiamo nei panni del compositore e non riconosciamo questo tipo di emozioni manchiamo delle parti, dei momenti importanti delle sue composizioni perché lui dentro la sua musica ci ha messo tutto se stesso. Bisogna essere all’altezza della sua personalità per interpretare i brani altrimenti diventa esecuzione sterile, sicuramente possibile attraverso lo studio ma molto povera. Ciò che rende un interprete di Beethoven particolarmente efficace è la capacità di immedesimarsi nel personaggio e avere la sua stessa passione, vivere i suoi stessi dolori e gioie nel momento in cui suona”. Si passa quindi all’analisi dei singoli brani in cui si è articolato il repertorio del concerto (Sonata n. 21 op. 53 in Do mag. Waldestein; Sonata n. 17 in Re min. op. 31 n. 2 La Tempesta; Sonata n. 23 in Fa min. op. 57 Appassionata): “Le tre sonate eseguite dalla sig. Murmura appartengono allo stesso periodo. Scritte in un arco di tempo breve, dal 1802 al 1806, fase mediana del compositore in cui si lasciava alle spalle l’indirizzo classicista entro cui era cresciuto e andava verso il romanticismo. Sono sonate cruciali. Ci aiutano a capire il passaggio dal Beethoven classico che si ispira a Mozart e Hayden e quello nuovo che fonderà l’estetica di tutto l’Ottocento, del romanticismo musicale. Sono tra di loro connesse e hanno in comune lo spirito ‘beethoveniano’ dei contrasti, in pochissimi secondi si può cambiare stato d’animo, sempre molto tempestoso. Non a caso la Tempesta è una delle composizioni. C’è comunque da fare una precisazione: questi titoli dati alle sonate sono postumi, non sono nomi messi dall’autore ma da editori o studiosi proprio per renderle più popolari. Altra caratteristica della musica di Beethoven, come quella di Mozart, è legata ad un aspetto della sonorità. Quella che in gergo viene definita orecchiabilità. I suoi contenuti nonostante l’estrema complessità sono anche appunto molto orecchiabili. Viene da definirlo una specie di pop star della musica classica. Una musica che seduce il pubblico. È una musica pesante ma non nell’accezione negativa del termine. Pesante sta per gravido, ricco di contenuti, pregno di aspetti interessanti”.

 

 

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