Delitto d’onore, mafia, sciopero: sono questi i temi a cui Pasquale Lo Torto, magistrato tropeano coraggioso e dotato di grande umanità, ha dedicato la sua vita facendo della necessità di adeguare la legge alle esigenze dei tempi la sua bandiera, il suo obiettivo principale. L’associazione storico-culturale “Libertas”, presieduta da Dario Godano, in collaborazione con Regione, Comune e Istituto d’istruzione superiore, lo ha voluto ricordare chiamando attorno al tavolo dei relatori il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini, il dirigente dell’Iis Nicolantonio Cutuli, il presidente dell’Aiga Domenico Tomaselli, e il generale dell’Aeronautica Antonino Lo Torto, figlio del magistrato scomparso. I lavori, moderati dal giornalista Francesco Barone, hanno preso il via con l’intervento del vicesindaco di Tropea Roberto Scalfari e sono stati seguiti con la massima attenzione da tutto il pubblico presente, nonché dagli alunni dell’Istituto alberghiero. L’iniziativa della Libertas è occasione per il ritorno nel Vibonese della dott.ssa Marisa Manzini, che per anni ha operato sul territorio provinciale imprimendo un vistoso cambio di passo alla lotta alla criminalità organizzata. Il magistrato spazia sul delitto d’onore e rimarca l’impegno profuso da Pasquale Lo Torto per sbarrare il passo ad una norma che ritenuta in netto contrasto col valore della vita umana. La morte che lo raggiunse ad appena 48 anni gli impedì di portare al traguardo la sua battaglia, ma quanto da lui seminato continuò a germogliare con crescente vigore sino a portare all’abolizione della legge nel 1981. Questo non significa, tuttavia, che il delitto d’onore sia stato del tutto cancellato.
Per Marisa Manzini quell’anacronistico istituto – il sostituto procuratore Lo Torto, nelle sue arringhe, neppure lo citava limitandosi a chiedere la concessione delle attenuanti suggerite dalla <territorialità del delitto> – purtroppo vive ancora negli ambienti malavitosi, ma anche fuori dagli stessi. Non a caso cita una sentenza della corte d’Appello di Bologna che riduce notevolmente la pena ad un giovane che aveva strangolato la fidanzata perché lo stesso, al momento del delitto, era <in preda a tempesta emozionale>. Sul delitto d’onore ancora vigente nel contesto criminale e sul ruolo delle donne nel contesto ‘ndranghetista, il procuratore aggiunto di Cosenza sviluppa un articolato ragionamento che la porta a citare numerosi casi tra cui quelli di Lea Garofalo e Francesco Bellocco per poi soffermarsi sulla violenta fine, nel Vibonese, dei giovani Santo Panzarella e Valentino Galati. Per la sua volontà di cambiare le cose e adeguare la legge alle esigenze dei tempi <Pasquale Lo Torto – conclude Marisa Manzini – continuerà ad essere presente nella nostra società>. A completare il quadro della nobile figura di Pasquale Lo Torto è il figlio Antonino, che, con garbo e affetto, tratta lo stile del padre nell’affrontare i processi di mafia e i reati legati alle manifestazioni di sciopero. <Tutto quello che so di mio padre – precisa – l’ho acquisito leggendo le sue carte. Per certo, era un uomo che lavorava con umiltà e passione, tutte cose che restano nel tempo>.