“La letteratura per l’infanzia e l’adolescenza” sarà il tema del 3^ incontro di approfondimento, nell’ambito del “Progetto De La Fontaine”, promosso congiuntamente dal Comune di Reggio Calabria, dal Garante per l’Infanzia della Città Metropolitana, dall’Associazione Anassilaos e dalla Biblioteca Pietro De Nava  in occasione della mostra libraria e filatelica in corso presso la Villetta De Nava che si terrà venerdì 17 dicembre alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della stessa Biblioteca relatrice la Dott.ssa Daniela Scuncia. 

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La letteratura per l’infanzia e l’adolescenza” sarà il tema del 3^ incontro di approfondimento, nell’ambito del “Progetto De La Fontaine”, promosso congiuntamente dal Comune di Reggio Calabria, dal Garante per l’Infanzia della Città Metropolitana, dall’Associazione Anassilaos e dalla Biblioteca Pietro De Nava  in occasione della mostra libraria e filatelica in corso presso la Villetta De Nava che si terrà venerdì 17 dicembre alle ore 16,45 presso la Sala Giuffrè della stessa Biblioteca relatrice la Dott.ssa Daniela Scuncia.

La letteratura per fanciulli non è mai quella che gli scrittori scrivono, ma quella che i fanciulli nel leggere accettano e fanno propria, scelgono e prescelgono. Tutto ciò che rientra nella denominazione di “Letteratura per l’infanzia”, è un insieme di produzioni letterarie, anche estremamente diverse fra loro, la cui comparsa si perde nelle radici della storia: le favole, le fiabe, i racconti di avventura, sono stati considerati a partire dalla seconda metà del 1900, come genere letterario dedicato ai più piccoli. La grande letteratura per l’infanzia nasce però non prima del XVIII secolo, con le esperienze intellettuali dell’Illuminismo, quando l’infanzia viene riconosciuta come fase della vita indipendente e autonoma. Tutto questo rispecchia la grande utopia pedagogica tracciata da Jean Jacques Rousseau nell’Emilio. Se l’infanzia viene riconosciuta esclusivamente come fase di passaggio, la letteratura per l’infanzia si fa carico di contribuire a portare i soggetti verso l’obiettivo della vita adulta, e quindi ha un chiaro scopo educativo: proliferano testi spesso collegati all’ambito scolastico, che si propongono di inculcare nel bambino la coscienza della società che lo vuole educare; se invece l’infanzia è riconosciuta come fase più autonoma, la letteratura per l’infanzia si preoccupa di fornire al destinatario i mezzi per vivere la sua condizione di bambino in tutte le sue potenzialità, dandogli strumenti per elaborare il suo percorso di crescita, senza imporli dall’esterno. “L’imperativo umano a produrre e consumare storie è qualcosa di ancora più profondo della letteratura, dei sogni e delle fantasie. Siamo inzuppati di storie fino alle ossa”.  Ma se questo è un dato di fatto, la domanda è: ”perché gli esseri umani raccontano storie?” Ovvio: perché ci piacciono. Ma “è il piacere che ricaviamo dalle storie che necessita di una spiegazione”. “L’enigma […] si riduce a questo: l’evoluzione è implacabilmente utilitaristica; come mai l’apparente lusso rappresentato dalla finzione narrativa non è stato eliminato dalla vita umana?”…A questa domanda fondamentale – e solo apparentemente semplice – tenta di rispondere l’interessantissimo saggio L’istinto di narrare di Jonathan Gottschall, docente di Letteratura Inglese in Pennsylvania, non nuovo a pubblicazioni sull’argomento. Con il Novecento, a livello internazionale, si assiste all’irrompere nella società di nuove aspirazioni di vita, improntate al desiderio di rottura con la tradizione anche per quanto riguarda la mentalità e il costume educativo: dal concetto del bambino da educare secondo criteri sostanzialmente autoritari, a un riconoscimento della sua singolarità individuale e del suo diritto di svilupparsi come persona e non solo più come ubbidiente componente della struttura sociale. Da Karl Philipp Moritz, il geniale autore del bellissimo romanzo di formazione Anton Reiser (1785-1790), passando per Piccole donne di May Louse Alcott, e ancora Stevenson, Collodi con il suo Pinocchio, Salgari fino a Rodari e Pitzorno, arrivando a oggi o meglio ancora a domani. Quale sarà la direzione della letteratura per l’adolescenza del futuro? Quali forme prenderà?

 

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