“Da più giorni si verificano nel mare di Nicotera, ancora una volta con frequenza irregolare, fenomeni di intorbidamento e colorazione delle acque di balneazione che sconsigliano, per ovvi motivi, ai residenti e ai turisti, di fare il bagno. Paradossalmente, e per l’ennesimo anno, ciò avviene dopo che l’Arpacal ha pubblicato i risultati del monitoraggio eseguito nelle scorsa stagione che, come ormai avviene da molti anni, certifica la qualità “eccellente” delle acque in questione sulla base dei campionamenti mensili effettuati da aprile a settembre di ogni anno, ma trascurando del tutto il fenomeno dell’inquinamento di breve durata che è poi quello maggiormente presente nel nostro mare”.
A denunciare una situazione allarmante è Antonio D’Agostino, consigliere comunale del gruppo Movi@Vento, in attesa che la task force istituita congiuntamente dal Procuratore di Vibo Valentia e dal Presidente della Regione Occhiuto, col supporto tecnico-scientifico del biologo marino Silvio Greco, direttore della stazione zoologica Anton Dhorn, “esplichi del tutto i suoi effetti – afferma D’Agostino -, che come ufficialmente dichiarato non possono riguardare la presente stagione, ritengo opportuno, come consigliere di opposizione, fare alcune considerazioni su quanto avviene da noi. E’ dell’altro ieri una diretta facebook con la quale il sindaco Giuseppe Marasco comunicava che l’inquinamento evidenziatosi il 15 era di natura fognaria e la sua origine andava individuata nei persistenti sversamenti nel fiume Vena dei reflui non collettati di un quartiere di Rosarno, come peraltro già testimoniato nel 2019 dallo stesso sindaco di San Ferdinando. Dopo appena un giorno, lo stesso Marasco, autocompiacendosi per la ritrovata trasparenza delle acque, annunciava che “la denuncia aveva raggiunto l’obbiettivo auspicato” e per questo ringraziava le Capitanerie di posto di Vibo e di Gioia Tauro per la tempestività dei loro interventi“.
“Ora – dichiara il consigliere di minoranza – non è chi non veda la contraddizione in cui è caduto platealmente il sindaco, perché delle due l’una: o nella notte intercorsa tra le date del 16 e 17 i reflui non collettati del quartiere incriminato di Rosarno sono magicamente spariti, oppure, e molto più verosimilmente, il gioco delle correnti marine ha fatto prendere un’altra strada al flusso inquinante del Vena, consentendo ai nostri bagnanti di godersi qualche ora di mare pulito, ma solo fino alle ore 11 del giornata del 17, perché poi è tornata a farsi vedere, sia pure in misura attenuata, la colorazione poco invitante del giorno prima”.
Per D’Agostino tale vicenda sarebbe emblematica di come si continui a pensare che il fenomeno dell’inquinamento si possa risolvere come “per incanto” con una semplice telefonata alla Capitaneria o ai Carabinieri.
“Per Nicotera, in più occasioni abbiamo avanzato proposte di metodo e di merito per contribuire ad affrontare il problema. Appartiene al primo la delibera del 4 luglio 2019 da noi proposta ed approvata all’unanimità con la quale veniva promossa l’istituzione di un coordinamento tra i sindaci della nostra costa, convinti che da un lato loro e dall’altro le associazioni ambientaliste presenti sul territorio, possano e debbano prima di tutto guardare responsabilmente in casa propria redigendo un proprio quadro conoscitivo, che riguardi sia le reti fognarie sia le strutture preposte alla depurazione. Se infatti il lavoro della task force, con prevalente funzione repressiva, è da ritenersi necessario, allo stesso tempo non può essere considerato sufficiente senza il lavoro compartecipativo dei primi cittadini e dei cittadini stessi, associati o meno, che prendono coscienza dell’importanza di essere le più avanzate sentinelle a difesa del proprio territorio. Venendo al merito, e seguendo tale metodo, avevamo ripetutamente proposto al consiglio comunale, come gruppo Movi@Vento, alcune importanti verifiche che, in estrema sintesi, riguardavano: il monitoraggio dei canali di bonifica dove sono stati rilevati e documentati con video, alcuni sversamenti sospetti; la video-ispezione all’interno della rete fognante delle acque bianche per individuare gli allacci abusivi che creano commistione tra queste e quelle nere, con la conseguenza di sversamenti misti nel fosso San Giovanni e, da questo, a mare; e con l’ulteriore effetto di fuoruscita di miasmi dalle caditoie stradali, che finiscono per appestare l’aria della Marina; un’ulteriore, ripetuta richiesta, è stata quella di analizzare le acque di falda per accertare se l’ingente concimazione con digestato animale, operata nei campi coltivati posti a qualche centinaio di metri dalla battigia, non sia la causa del fenomeno della fioritura algale per l’apporto in mare di rilevanti quantità di composti prevalentemente azotati. La conclusione è stata che la delibera del luglio 2019 è stata completamente affossata e che nessuna delle verifiche richieste ha avuto seguito. Né il sindaco può obiettare di non disporre delle risorse finanziarie per fare i controlli da noi richiesti essendo essi di entità accettabile e in parte eseguibili in proprio e in parte attraverso l’Arpacal, i Carabinieri e la Capitaneria di porto, che vanno però ben indirizzati sui punti da verificare”.
Riguardo a quanto avvenuto negli ultimi giorni e la denuncia del primo cittadino “va ricordato che, nel caso di acque di balneazione identificate a rischio di inquinamento di breve durata, come avvenuto con l’episodio da lui stesso denunciato pubblicamente nella diretta facebook, la normativa prevede (art. 15 c. 1 del d.lgs. 116/2008 e s.m.i.) che venga dato “avviso tempestivo di inquinamento, previsto o presente, con divieto temporaneo di balneazione” oltre alle “informazioni sulla natura e durata previste”. Tutti obblighi questi che, a tutela della salute dei cittadini, attengono al sindaco in quanto prima autorità sanitaria. E non ci risulta che tutto ciò sia avvenuto”.