REGGIO CALABRIA: INCONTRO ASSOCIAZIONE CULTURALE ANASSILAOS

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Il Centenario della “Marcia su Roma” (28 ottobre 1922/2022) sarà al centro di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con la Biblioteca “Pietro De Nava”, che si terrà giovedì 27 ottobre alle ore 17,00 presso la Sala Giuffrè della stessa Biblioteca. L’incontro si inserisce tra le manifestazioni culturali realizzate nel centenario della scoperta dei Bronzi di Riace e si avvale del Patrocinio del Comune di Reggio Calabria e di quello della Deputazione di Storia Patria per la Calabria il cui Presidente, Prof. Giuseppe Caridi, porterà i saliti.  A introdurre l’incontro sarà il Dott. Fabio Arichetta, Socio della Deputazione Storia Patria della Calabria e  Responsabile  del Centro Studi per la Storia Moderna e Contemporanea “Rosario Romeo” dell’Associazione Anassilaos. <La Marcia su Roma, un bluff che nessuno volle andare a “vedere”> è invece il tema della conversazione del Prof. Antonino Romeo, Deputato della Storia Patria della Calabria. Una riflessione che nasce dalla considerazione che lo Stato, in quell’ottobre del 1922,  aveva tutti gli strumenti per reprimere un tale tentativo eversivo. Non a caso l’allora Presidente del  Consiglio  Luigi Facta  aveva predisposto quel decreto di stato d’assedio che il sovrano si rifiutò però di firmare                       consegnando di fatto il Paese alla dittatura fascista. Sul rifiuto di Vittorio Emanuele III molte le congetture. Certo è che il sovrano “vittorioso” della Prima Guerra Mondiale godeva tra le forze armate dell’autorità per stroncare ogni velleità di Mussolini. Lo fece, del resto, senza colpo ferire, il 25 luglio del 1943, allorquando si sbarazzò del Duce e del Fascismo dopo ben ventuno anni di dittatura. Altri sovrani e leader politici si trovarono in seguito di fronte a situazioni quasi simili. Il Presidente Charles De Gaulle nell’aprile del 1961 fronteggiò con successo il  tentativo dei generali golpisti Raoul Salan, Maurice Challe, Edmond Jouhaud, André Zeller  pronunciando il 23 aprile un celebre discorso «Un potere insurrezionale si è installato in Algeria in seguito ad un pronunciamento militare (il generale usa quasi in senso spregiativo il termine spagnolo “pronunciamiento”)  … Vieto ad ogni francese e, soprattutto, a ogni soldato di eseguire alcuno dei loro ordini» e in Spagna nel 1981 Re Juan Carlos sventò il golpe organizzato da elementi della Guardia Civil e dell’esercito guidati dal tenente colonnello Antonio Tejero Molin. Questo non avvenne in Italia  la sera del 27 ottobre del 1922 perché la battaglia per la democrazia era stata persa qualche anno prima a causa della discordia e delle divisioni tra le forze politiche democratiche; per il massimalismo dei socialisti e il rivoluzionarismo impossibile del neonato Partito Comunista, per le lacerazioni, anche di carattere personale,  all’interno della  la vecchia e ormai logora classe dirigente liberale, per le incertezze del Partito Popolare dipendente dagli orientamenti della Chiesa e del Vaticano. Benito Mussolini, che non mancava di fiuto politico, intuì tutto questo, giocò il suo bluff e vinse.

 

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