Lettera aperta di Movi@Vento al prefetto di Vibo Valentia. "Continueremo a proporre, sollecitare, denunciare" Lettera aperta di Movi@Vento al prefetto di Vibo Valentia. "Continueremo a proporre, sollecitare, denunciare"

Lettera aperta di Movi@Vento al prefetto di Vibo Valentia. “Continueremo a proporre, sollecitare, denunciare”

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“Questa lettera è di necessità aperta, visto che sarebbe troppo mortificante, per noi, consiglieri di minoranza del Comune di Nicotera, scriverle nuovamente “per via istituzionale”, dopo che le nostre precedenti richieste di essere da lei ricevuti ed ascoltati sono rimaste prive di una qualsiasi risposta”.

Esordisce così la lettera aperta firmata dal gruppo consiliare Movi@vento e indirizzata al prefetto di ViboValentia,  Roberta Lulli.

Tante le loro richieste di essere ascoltati, numerose le denunce e le segnalazioni inviate in Prefettura,  ma nessuno ha mai risposto.

“Silenzio per noi incomprensibile – affermano -, visto che con tutti i predecessori vi sono stati incontri e confronti sulle tematiche da noi portate, con pieno riconoscimento dei rispettivi ruoli. E tanto più incomprensibile alla luce di quanto dalla stessa dichiarato

Antonio D’Agostino

all’atto del suo insediamento – “di voler ascoltare tutti” -, intenzione lodevole, perchè l’ascolto allargato è la base per la conoscenza vera del territorio, se si vuole davvero governarne certi fenomeni. E dunque di necessità dobbiamo rivolgerle una lettera aperta, anche perché è doveroso per noi rendere conto ai cittadini dello sforzo profuso per assicurare non soltanto la bontà delle scelte politiche, ma anche e innanzi tutto la loro legittimità, che più volte abbiano riscontrato mancante, notiziandone puntualmente il suo ufficio; abbiamo il sospetto che lei si sia sentita infastidita dalle nostre denunce, che le abbia lette come un tentativo di strumentalizzarla politicamente, se, addirittura, ci ha costretto a fare un ricorso (risultato vincente) avverso il diniego di accesso agli atti che il suo ufficio ci aveva opposto. Ma le nostre segnalazioni e denunce non hanno mai riguardato aspetti politici: non siamo soliti prendere vie traverse per le attività di lotta e di impegno che vogliamo portare avanti, attività nelle quali mettiamo da sempre la nostra faccia, e non chiediamo a nessun altro di farlo per noi. Piuttosto, i fatti per cui ci siamo rivolti, nel tempo, a lei come ai suoi predecessori, non attengono alla sfera politica, ma a quella del funzionamento secondo legge del Comune, ossia dell’osservanza delle leggi che ne regolano la vita”.

Il gruppo fa un elenco dettagliato di questi fatti e delle varie criticità  del territorio comunale.

“Rifiuto di convocazione del Consiglio Comunale, all’epoca da poco insediatosi, richiesto dalla minoranza secondo le disposizioni del TUEL e del regolamento, rifiuto rimosso solo all’esito di sollecitazione all’esercizio dei poteri sostitutivi; Rifiuto pervicace del sindaco, tutt’oggi perdurante, di non convocare le Commissioni consiliari, già designate nei loro componenti, in contrasto con quanto previsto dal TUEL e dal Regolamento tutt’ora in vigore; Pubblicazione delle delibere di giunta con enorme ritardo e senza l’osservanza di un ordine temporale o di criteri predefiniti; fatto che, secondo le stesse indicazioni fornite dal Ministero dell’Interno, ove mai ve ne fosse bisogno, rappresenta una violazione del principio di trasparenza cui l’azione amministrativa deve conformarsi, oltre che un vulnus al potere di controllo istituzionalmente riconosciuto alla minoranza; Violazione della disposizione che impone che gli organi collegiali non elettivi del comune siano composti in misura pari al 40% di persone di sesso femminile; nel silenzio e nell’inerzia di quest’ufficio si è dato spazio ad astuzie ed espedienti da parte del Sindaco, e a comportamenti tesi solo ad assicurarsi,

giuseppe marasco
Il sindaco Giuseppe Marasco

tramite la scadenza dei termini per ricorrere al tribunale amministrativo, l’impunità su un aspetto che dovrebbe essere al centro dell’azione amministrativa, ma di cui evidentemente l’attuale compagine amministrativa fa volentieri a meno; Ripetuti ritardi nell’approvazione dei bilanci e sforamento di tutti i termini relativi agli atti connessi, stigmatizzati invero “solo” ( le violazioni sono assai più numerose) tre volte da quest’ufficio, con diffide di cui siamo stati, ahinoi, destinatari benché proprio nel corso della seduta consiliare avessimo preavvisato l’amministrazione della prossima scadenza del termine; così come sono stati violati i termini minimi di legge per l’esame dei relativi atti da parte dei consiglieri, e che stanno a garanzia anche dell’intrinseca legalità dell’atto; La ripetuta omissione della seconda convocazione del consiglio; è successo così che consigli andati deserti in prima convocazione siano morti lì, nonostante l’obbligo sul punto sancito dal regolamento e la minuziosa regolamentazione ivi contenuta sul quando e sul quomodo della prevista seduta in seconda convocazione; il fatto che ad oggi un presidente del consiglio più attento alla normativa non cada in simili defaillances nulla toglie alla violazione avvenuta per oltre due anni e mezzo, e cui nessuna autorità ha ritenuto di porre rimedio; ai più forse sfugge la rilevanza di tale fatto, ma non certo a chi è addentro ai meccanismi di funzionamento del consiglio comunale, e che sa che ciò può fa cadere nel vuoto il consiglio fissato; L’approvazione di un nuovo statuto comunale nello stravolgimento di tutte le regole dettate in proposito dal precedente statuto, nonchè con violazione del diritto delle minoranze di proporre emendamenti; il nuovo statuto non è inoltre conforme a quanto previsto dal TUEL, perché in esso mancano contenuti che questo prescrive come necessari e obbligato; L’omessa adozione della procedura di decadenza di consiglieri che sono venuti ripetutamente e ingiustificatamente meno agli obblighi di presenza ai consigli comunali, decadenza sancita dal regolamento comunale; procedura la cui attivazione è affidata, tra gli altri, al prefetto, soprattutto nella (già conclamata) inerzia del sindaco; Lo svolgimento di propaganda elettorale da parte del Sindaco dalle sede istituzionale nel corso delle ultime elezioni politiche”.

Questi, per Movi@vento, soli i fatti più emblematici che non dimostrano solo lo scostamento dalle regole sancite nella legge; “essi – dichiarano – comportano difatti la continua, pervicace ed illegittima espropriazione dei poteri di partecipazione e controllo che sono attribuiti alle minoranze consiliari, che non a caso la legge si preoccupa di assicurare con norme che sono state e continuano ad essere ignorate. Non è dunque assicurata l’agibilità democratica, fatto che ci pare già ex se gravissimo, ma che significa anche, o meglio soprattutto, l’impossibilità del contrasto alle opacità dell’azione amministrativa, e il venir meno di quegli strumenti che possono evitare quelle devianze così ricorrenti in territori complicati come quello in cui viviamo. Nella nostra innocenza pensavamo che questo fatto avrebbe dovuto motivare più di una reazione da parte di qualsiasi autorità deputata ad assicurare la tanto invocata legalità, ossia la pura e semplice osservanza della legge. Ben sappiamo che codesto Ufficio non è deputato ad intervenire sugli atti amministrativi, né sulla discrezionalità delle scelte politiche che ne stanno alla base; e non è difatti questo il profilo che muove questa missiva, quanto piuttosto quelli relativi per un verso alle “funzioni di generale garanzia del normale funzionamento e costituzione degli organi elettivi di Comuni e Province”, in ragione del fatto che “le prefetture Uffici territoriali del governo svolgono sul territorio un’azione propulsiva, di indirizzo, di mediazione sociale e di intervento, di consulenza e di collaborazione – anche rispetto agli enti locali – in tutti i campi del ‘fare amministrazione’, in esecuzione di norme o secondo prassi consolidate, promuovendo il processo di semplificazione delle stesse procedure amministrative”, (così lo stesso sito del Ministero dell’Interno); e, per altro verso, “alla leale collaborazione dell’ufficio con gli enti locali” ed alla “cura delle attività dirette” ad assicurare tale principio “al fine di garantire la rispondenza dell’azione amministrativa all’interesse generale” (così alcune tra le disposizioni di legge in materia, d.lgs. 300/1999 e l 131/2003). Attribuzioni che peraltro, secondo il T.U. degli enti locali, abilitano l’Ufficio territoriale a promuovere il procedimento di scioglimento dei consigli comunali per gravi e reiterate violazioni di legge, potere che altrimenti non si spiega se non con quello più generale del controllo sull’operato degli enti locali, esercitato però innanzi tutto in maniera preventiva, secondo quella leale collaborazione/interlocuzione tra l’ufficio periferico e l’ente locale prevista dalle norme ricordate”.

L’osservanza delle norme di funzionamento democratico, per il gruppo consiliare di minoranza, garantisce al contempo la trasparenza dell’attività amministrativa e il controllo dell’operato; opera cioè anche come argine ad abusi ed opacità che l’azione amministrativa può esprimere, fatto che in un contesto territoriale come quello di cui parliamo non è cosa di poco conto.

Opacità – affermano – che nella specie emergono alla sola lettura delle denunce che ripetutamente abbiamo reso pubbliche, evidenziando fatti emblematici della gestione amministrativa, tra cui: l’assenza del sistema di sicurezza e videosorveglianza, che gli addetti comunali riferiscono essere da tempo non funzionante, benchè si tratti di appalto eseguito su impulso proprio di codesto ufficio; Le costanti violazioni nella gestione degli appalti pubblici sia per quello relativo alla raccolta dei RSU ( nel quale sono stati segnalati pagamenti duplicati per le medesime prestazioni e la totale tolleranza mostrata avverso la plateale inosservanza del contratto da parte delle ditte aggiudicatarie) e sia per le irregolarità commesse nell’esecuzione di quasi tutti i lavori pubblici ( sospensioni di dubbia legittimità, omissione delle figure per legge deputate alla sicurezza dei cantieri, perizie di variante eseguite senza la esistenza dei presupposti di legge; e amenità simili); con il risultato che la quasi totalità delle opere più importanti risultano ferme al palo; Le opacità nella scelta dei contraenti degli appalti pubblici che hanno poi trovato conferma nei provvedimenti adottati da codesto Ufficio ; La scandalosa omissione di provvedimenti sanzionatori per il mancato versamento dell’imposta di soggiorno, pur a fronte di versamenti ampiamente inferiori a quelli dovuti e già desumibili dalle stesse dichiarazioni rese dai soggetti debitori; se una sola sanzione amministrativa è stata elevata per l’anno 2019, dopo le ripetute proteste dell’opposizione, si è invece omessa l’attività di accertamento e sanzionatoria per gli anni successivi, nei quali si riscontrano per tabulas ( ossia dal solo esame dei prospetti di versamento dell’imposta da parte delle strutture) i medesimi comportamenti di evasione; La violazione delle più elementari e doverose norme in tema di sanità ed igiene, poichè vengono sistematicamente omesse le disinfestazioni, e nella decorsa estate si è così registrato, forse complice l’elevarsi delle temperature, una particolare criticità degli odori fognari provenienti dai tombini, mai lavati a memoria d’uomo ( benché la ditta appaltatrice ne abbia l’obbligo per contratto), e l’assidua presenza di insetti – come zanzare, pulci, zecche – e di non insetti come topi, nonché sporcizia diffusa ( e questa dovuta all’inosservanza del contratto sulla raccolta dei RSU, sia con riguardo allo spazzamento che al ritiro degli ingombranti)”.

I consiglieri di Movi@Vento si fermano qui solo per carità di patria, poichè innumerevoli sono,  a loro dire, i problemi del territorio che si vanno incancrenendo, quali il Piano spiaggia, adottato ma mai approvato al pari del Piano Strutturale Comunale, “anch’esso perduto nelle nebbie. Quindi, lo stato di completo abbandono della pineta malgrado l’attività di sensibilizzazione portata avanti da noi con la predisposizione di una convenzione con il Consorzio di bonifica Tirreno-Vibonese, anche questa lasciata inspiegabilmente cadere; il Piano di emergenza, aggiornato ma riposto nei cassetti e a tutt’oggi inattuato, malgrado i rischi elevati di calamità naturali a cui è soggetto il nostro territorio; il Piano della Toponomastica, redatto esautorando la commissione nominata dalla precedente amministrazione e con modalità davvero poco ortodosse (anche aderendo a sollecitazioni amicali) e anch’esso congelato. Ad oggi, i nostri rilievi e le nostre istanze di interlocuzione non hanno avuto risposta, nemmeno una che ci dicesse se puta caso avessimo torto e perché. Le risposte d’altronde non è che sarebbero date a noi; sarebbero date al territorio. Il quale da sempre convive con la convinzione che chi ha un qualche potere (piccolo o grande che sia) possa ignorare e calpestare le regole, senza subirne alcuna conseguenza; e che chi si voglia dolere di una qualche ingiustizia debba farlo a propria cura e a proprie spese, inutile essendo, per le ragioni più varie, il ricorso a chi potrebbe controllare, raddrizzare, correggere. La percepita inutilità delle istituzioni frustra i tentativi di chi ad esse vuol dare ancora dignità e significato, lasciato a sbrogliarsela da solo, sempre che abbia voglia, soldi e tempo da impiegare in questo sforzo; che, va ribadito, non è per un interesse privato, ma per un interesse generale, che certo non può dirsi affidato solo alla buona volontà dei singoli. Noi comunque a questo sforzo non ci sottraiamo; e se prima pensavamo di dare corpo alla nostra delusione dimettendoci dalla carica di consiglieri, e rimettendo tali dimissioni direttamente a quest’ufficio, oggi pensiamo che la vera protesta consiste nel restare al nostro posto e svolgere il nostro compito, continuando a proporre, sollecitare, denunciare, come fino ad oggi fatto, dandone conto a quanti vogliano ascoltare“.

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