ll dubbio come certezza: è ciò che emerge dal libro “Il certo è incerto” di Saverio Fortunato, Rettore dell’Istituto di Criminologia di Vibo Valentia, è una riflessione sulle fonti della conoscenza e dell’ignoranza, ma anche sull’errore, che condiziona il nostro ragionare e agire umano e scientifico. Nel ragionamento c’è un problema gnoseologico della verità e uno ermeneutico dell’interpretazione, ma più che interessati – scienza compresa – a trovare la risposta giusta, si deve evitare quella sbagliata; né ha senso dire di conoscere qualcosa di qualcosa in un contesto dove non ci è dato di dubitare, posto che il vero e il falso sono contigui quando si tratta di fonti.
Il volume è stato presentato nei giorni scorsi nella Sala Conferenze del Comune di Limbadi.
L’evento si è aperto con i saluti del dott. Carlo Capria, Presidente Rotary Club Nicotera Medma, che si è soffermato sull’importanza della cultura volano di sviluppo di un territorio.
Il dott. Capua ha poi introdotto l’evento, sottolineando l’importanza della filosofia.
Subito dopo il sindaco di Limbadi dott. Leo Mercuri, dopo i saluti istituzionali, ha rimarcato l’importanza della Cultura e dell’Associazionismo.
A Seguire l’avv. Giacomo Saccomanno, Vicepresidente Rotary Club Nicotera Medma, si è soffermato sui contenuti del libro, molto profondi e attuali.
Ha presentato il libro l’avv. Stefano Luciano, il quale dopo aver tracciato a grandi linee la nota biografica dell’autore, ha sottolineato che nel libro il pensiero filosofico viene analizzato dentro una cornice di attualità.
“E’ un libro che spinge ad una riflessione introspettiva”.
L’autore ha dialogato con il pubblico sui contenuti dell’opera, toccando temi giuridici, filosofici, religiosi, storici e sociali.
Numeroso il pubblico presente, tra cui autorità rotariane, scolastiche e del mondo dell’associazionismo, tra cui, il Cav. Gaetano Vaccari Past President Rotary Club Polistena, la prof.ssa Sara Saladino socia Rotary Club Nicotera Medma e Giuseppe Miceli Direttore Accademia Templare Sezione di Limbadi Ermengarda D’Oluya.
