Andrea Agostinelli sull’accorpamento delle funzioni di Dogane e Monopoli

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Il 30 gennaio 2025 l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha ufficializzato la nuova articolazione delle Direzioni Regionali e degli uffici territoriali e la loro rispettiva graduazione, dando così attuazione ad una legge del 2012 che aveva già disposto la fusione in un’unica agenzia fiscale (ADM) delle Amministrazioni delle dogane e di quella dei Monopoli.

L’accorpamento in un’unica struttura amministrativa delle funzioni di Dogane e Monopoli prevede ora una nuova articolazione degli Uffici territoriali, finora denominati Uffici delle Dogane (UD) con competenza in materia di dogane e accise, che assumono la nuova denominazione di Uffici Accise Dogane e Monopoli (UADM), con competenza unitaria in materia di dogane, accise, tabacchi e giochi.

Per quanto attiene alle strutture calabresi, ed in particolare all’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro (competente attualmente solo sul Porto di Tauro), la riforma prevede che questo Ufficio – pur continuando ad assicurare le funzioni di presidio, controllo e gestione sulla movimentazione commerciale del più grande snodo portuale italiano – assuma le funzioni di presidio, controllo e gestione anche in materia di dogane, accise, tabacchi e giochi su un enorme territorio extra-portuale, ovvero sui comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando e su tutti i comuni della provincia di Vibo Valentia (funzioni finora assicurate, nei rispettivi settori, dall’Ufficio delle Dogane di Reggio Calabria e dall’Ufficio Monopoli – Sezione Operativa Territoriale di Reggio Calabria).

Tale circostanza desta viva preoccupazione, considerato che l’Ufficio di Gioia Tauro svolge un ruolo determinante di presidio istituzionale nel più grande porto italiano ed uno dei più grandi porti europei.

A Gioia Tauro le dogane effettuano il maggior numero di controlli scanner di tutta Italia e, in sinergia con la Guardia di Finanza, assicurano i più grandi sequestri di stupefacenti a livello nazionale ed europeo; processano decine di migliaia di dichiarazioni doganali in importazione, esportazione e transito ed analizzano i dati di milioni di container in transhipment per individuare e neutralizzare il rischio che vengano introdotte nel territorio nazionale (ed unionale) merci illecite (dalle armi ai prodotti pericolosi); senza contare le rilevanti somme che vengono introitate con l’accertamento e la riscossione dei diritti doganali (comprese le tasse portuali).

Tutto questo in un luogo – il porto di Gioia Tauro – notoriamente sottoposto fin dalla sua nascita ad una enorme e continua tensione ambientale/criminale.

E questa Autorità di sistema portuale, avendo ben nota la specificità e la complessità del porto, è intervenuta (a proprie spese) a sostegno delle dogane di Gioia Tauro assegnando ad esse uno scanner di ultima generazione da utilizzare per i controlli sulle merci.

È auspicabile e doveroso che tale presidio sia costantemente mantenuto e che le riforme amministrative – per quanto legittime – siano improntate a ragionevolezza e proporzionalità.

Il porto di Gioia Tauro sta crescendo in maniera esponenziale (quest’anno verosimilmente saranno battuti tutti i record di movimentazione) e le istituzioni di controllo e regolazione devono essere messe in condizione di assicurare i propri compiti e le proprie funzioni in maniera adeguata, anche per supportare e favorire la crescita commerciale ed economica dell’intero territorio.

Affidare alle dogane di Gioia Tauro anche compiti e funzioni ulteriori e gravosi ne accresce, indubbiamente, la già peculiare complessità: desta, quindi, ulteriore perplessità che ADM non abbia inteso confermare tale complessità, tanto da determinarne un declassamento di graduazione (da I livello a II) pur a fronte di un consistente aumento di funzioni (e di complessità) rispetto al passato.

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