Pubblichiamo nella sua stesura integrale il messaggio per la Quaresima di Mons. Giuseppe Alberti Vescovo della diocesi Oppido Mamertina-Palmi:
Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della
santa Quaresima. La vita cristiana è sempre un cammino verso Cristo, centro della nostra
fede e fonte della nostra speranza. Siamo chiamati a seguire il Signore Gesù verso
Gerusalemme, luogo teologico della nostra salvezza, facendo passi di vero discepolato. Il
nuovo tempo liturgico ci trovi pronti, disponibili a crescere nella vita cristiana. Tutto il tempo
quaresimale che ci prepara alla Pasqua è un invito a un rinnovamento profondo, una
opportunità personale e comunitaria, familiare ed ecclesiale. L’anno giubilare diventa
l’occasione per camminare insieme nella speranza e trova nell’evento pasquale di morte e di
resurrezione del Signore il suo fondamento e la sua forza. I suggerimenti che ci vengono
dalla Parola di Dio, che vorremmo ascoltare con più attenzione in questo tempo forte, sono
orientati a percorsi di riconciliazione. L’evangelista Luca ci guida con parole di misericordia e
di perdono.
La nostra Diocesi, in sintonia con tutta la Chiesa, ha fatto la scelta di un cammino sinodale
ma incontra sui suoi passi situazioni di fatica, atteggiamenti di chiusura, tentazioni di
autoreferenzialità, difficoltà nell’ascolto reciproco, timori per il giudizio altrui, incapacità a
intraprendere percorsi di riconciliazione. Il Signore ci vuole donare parole di perdono e gesti
di misericordia. Come dice la Preghiera della Riconciliazione I “Anche a noi offri un tempo di
grazia e di riconciliazione perché, affidandoci unicamente alla tua misericordia, ritroviamo
la via del ritorno a te, e aprendoci all’azione dello Spirito Santo, viviamo in Cristo la vita
nuova”. Una autentica esperienza giubilare passa attraverso la dolcezza del perdono,
ricevuto da Dio, donato ai fratelli. ‘Lasciarci riconciliare con il Signore’ (cfr. 2 Cor 5,20) è
premessa di vita nuova, possibilità per ricominciare lì dove si era caduti, esperienza di
risurrezione, fonte di rinnovata fiducia e di sicura speranza. Non solo, ciò diventa il primo
passo per avere la forza di riconciliarci con chi ho litigato, rotto un rapporto, incrinata
un’amicizia, distrutto un amore. Il perdono ha una forza terapeutica che solo chi lo vive lo
percepisce in tutta la sua efficacia. L’esperienza delle ‘viscere di misericordia’ (cfr. Col. 3,12)
di Dio è il principio di una vera conversione per il nostro cuore. La Quaresima è uno spazio
concreto per intraprendere questo cammino, guardando al Cristo che perdona sulla croce,
condividendo con i discepoli la sera di Pasqua l’attesa dello Spirito che rimette i peccati e
che abilita a una testimonianza credibile ed efficace, gioiosa e contagiosa.
Una seconda strada che ci porta verso la Pasqua è sicuramente la scelta della carità intesa
come espressione di giustizia. E’ ciò che ci viene insegnato precisamente dal significato
originario del giubileo. Questo ‘anno di grazia’ era considerato un tempo di condono dei
debiti, per riportare all’equilibrio iniziale di una giustizia che si era persa tra persone,
nell’uso delle cose, nel rapporto con Dio. I beni per la terra sono per tutti; i ricchi sono
chiamati a diventare generosi con i poveri per ‘salvare’ la dignità di ognuno; il debito deve
trovare meccanismi che permetta di rimanere umani e creare le premesse di una fraternità
universale, secondo il progetto originario del Padre.
Il gesto di carità non si po’ ridurre ad elemosina verso il povero, a un aiuto per tacitare la
propria coscienza, ma, unito a scelte di sobrietà e di rinuncia, è espressione di condivisione
solidale con chi vive nella fatica e nel disagio. La vera attenzione all’altro diventa impegno
per arrivare a cambiare le cause strutturali della povertà, per creare le premesse di un
mondo più giusto e fraterno.
Oltre alle iniziative personali o comunitarie, già presenti nelle nostre parrocchie e gruppi,
invito a tenere presente il progetto diocesano di aiuto alle persone e famiglie in difficoltà a
motivo della piaga dell’usura, presente anche nel nostro territorio. Questa iniziativa
giubilare vuole essere una opera-segno per poter alimentare la speranza in chi vede
preclusa ogni possibilità di soluzione del proprio problema.
Sentiamo che la speranza è dono di Dio e non delude (cfr. Rm 5,5) perché si fonda
nell’amore del Signore, ma è pur vero che passa attraverso i nostri atteggiamenti di
benevolenza, le nostre scelte di sobrietà e di solidarietà, espressioni di giustizia e di
umanità. Aiutiamoci a crescere in questa sensibilità traducendola in gesti concreti, famigliari
e parrocchiali, ecclesiali e sociali.
La Quaresima in quest’anno giubilare ci ricorda che i pellegrini di speranza non sono
persone che camminano e basta. Sono piuttosto cristiani che vanno incontro agli altri, non
hanno paura di dire la prima parola, di compiere un gesto di accoglienza, di avere
misericordia, di offrire perdono, di realizzare percorsi di riconciliazione. I pellegrini di
speranza sono persone non chiuse in se stesse e nei propri interessi o problemi, ma attente
al mondo del bisogno che bussa alla nostra porta e disposte a risposte di generosità che
rendano giustizia alla dignità di ognuno.
In questi giorni che ci preparano alla Pasqua, continuiamo a “tenere fisso lo sguardo su
Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Eb. 12,2), “ancora sicura e salda” (Eb. 6,19) della
nostra speranza, perché ricco in misericordia e samaritano di carità.
Buoni passi giubilari a tutti voi
+ Giuseppe