“…e  io che non amavo il mare…”  di Natale Ioculano, Editoriale Progetto 2000

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“…e  io che non amavo il mare…”  di Don Natale Ioculano, Editoriale Progetto 2000,  è il racconto di un’ avventura in un mondo sconosciuto all’autore, ma che conoscendolo arriva ad amarlo.

Un libro  di un uomo, un grande sacerdote, che  grazie alla sua fede e alla sua tenacia è  stato capace di varcare i confini del mare per spingersi oltre le frontiere stesse della Sua Chiesa.

Don Natale sfida i suoi timori. Sfida il mare come un confine e lo oltrepassa, spingendosi là dove anche la Sua fede deve imparare a respirare un’aria nuova.

Il mare non separa, unisce e diventa un luogo di conoscenza senza più etichette.

Il racconto inizia con la nomina di Don Natale,  da parte del vescovo Mons Luciano Bux, a  diventare parroco per la parrocchia San Fantino in Taureana di Palmi, e in seguito nel 2005  primo sacerdote della Cappella del porto di gioia Tauro.

Don Natale, tra le altre cose scrive “Grazie alla guida di don Giacomo Martino ho conosciuto un mondo che disconoscevo, ma che ho imparato ad amare.

Ho capito che il Signore voleva quello per me e mi sono impegnato. E’ stata un’esperienza intensa e ricca di emozioni, fino alla Pasqua del 2012, quando iniziai il mio servizio alla conferenza episcopale Italiana come Direttore Nazionale dell’AMI”.

Tanti gli episodi raccontati e gli eventi ecclesiali.

Don Natale mai avrebbe immaginato nel giorno della sua ordinazione sacerdotale, che avrebbe vissuto esperienze così intense ed uniche.

Il libro trasmette tre importanti insegnamenti.

Il primo insegnamento è quello della conversione:  don Natale si è lasciato convertire dal mare e dai marittimi.

Nel titolo stesso si evince tuto. Dalla diffidenza verso il mare alla contemplazione di una parrocchia costiera, dal rifiuto al servizio pastorale nei confronti dei marittimi e dall’indifferenza alla cura amorevole e paterna verso le navi, che arrivano allo scalo gioiese, dal deserto pastorale all’accompagnamento della nascita della Stella Maris, dal timore di mettersi in gioco all’accoglienza gratuita e paterna.

Don Natale ascolta e accoglie l’invito che Gesù  aveva fatto ai primi discepoli sul lago di Tiberiade: duc in altum (Lc5,4).<<prendi il largo e getta le tue reti>>: solo così la pesca è abbondante.

Il secondo insegnamento è la consapevolezza di quanto l’azione pastorale è feconda se si incarna nella storia.

Infine il terzo insegnamento riguarda la capacità di abitare la soglia.

Il porto è zona di confine, una zona geografica, quindi soglia esistenziale, dove arrivano le domande profonde dell’uomo, inerenti il proprio ruolo nel mondo e soprattutto tra i fratelli; da quì la nascita dell’Apostolato del mare  che intercetta e risponde alle domande.

Don Natale , non senza emozione, ha dichiarato:”  Questo lavoro è nato perché rimanga traccia di un’opera che sa di miracolo; per parlare di un mondo sconosciuto; per testimoniare che le paure si possono vincere, con  la determinazione,  la tenacia, la fede e l’amore verso i fratelli e il territorio”.

L’opera gode della presentazione di Caterina Provenzano e di Don Bruno Bignami.

Un libro importante che tutti dovrebbero leggere, perché insegna a non arrendersi mai, a credere in Dio, a credere nei miracoli, a credere, come diceva Luis Sepùlveda che “vola solo chi ci crede”.

Don Natale ha saputo imparare a volare sul mare: il mare dell’amore.

Don Natale Ioculano, dal 1989 è sacerdote della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi.

Nel 2005, il vescovo Mons. Luciano Bux lo nomina Cappellano del Porto di Gioia Tauro.

Nel 2012(per cinque anni) viene chiamato a Roma a dirigere l’Ufficio Nazionale per l’apostolato del mare della Conferenza Episcopale Italiana.

Ha  guidato diverse parrocchie.

Attualmente è parroco nella Parrocchia San Francesco di Paola a Gioia Tauro.

Caterina Sorbara

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