La criminalità organizzata mette nel mirino la Polizia di Stato sull’intero territorio nazionale. Dopo le violentissime minacce che ad Avola i familiari del capomafia al 41bis, Michele Crapula, hanno rivolto alla Polizia di Siracusa, e i quattro colpi di pistola sparati da due malviventi a volto coperto a bordo di uno scooter nell’incrociare una pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine nell’area tra Piazza Garibaldi e Forcella al centro di Napoli, pronta e puntuale arriva la presa di posizione Coisp, sindacato indipendente di Polizia. <Le pesanti minacce di un boss alla Polizia di Siracusa, come i colpi di pistola sparati da due criminali nell’incrociare una pattuglia a Napoli – afferma Domenico Pianese, il segretario generale del Coisp al termine di una settimana particolarmente calda sul fronte della sicurezza – fotografano né più e né meno la stessa aberrante realtà testimoniata dalla testata di Roberto Spada a un giornalista a Ostia. Tutto questo – prosegue – è frutto di un problema gravissimo e non più trascurabile: la sempre più diffusa mentalità che in certe zone del territorio le regole dello Stato democratico non esistano, ma che si tratti piuttosto di una giungla in cui ci si deve comportare come vuole il prepotente e il violento di turno che detta il passo a proprio piacimento>.
In ogni caso <è inutile fingere – aggiunge – che non sia così e sbandierare risultati e numeri che distolgano l’attenzione da ciò che è sempre più drammaticamente evidente: ci sono parti di questo Paese che sono ‘realtà parallele’ e, in termini di mentalità diffusa su legalità e sicurezza, sono completamente fuori dalla realtà civile, democratica, libera che vogliamo assicurare ai cittadini. Si tratta certamente delle periferie delle grandi città, ma anche di interi quartieri problematici delle metropoli italiane. Palermo come Ostia, Foggia come Milano, Napoli come Caserta, e poi litorali ed entroterra troppo lontani dagli occhi e dall’interesse di chi a Roma ha il dovere di intervenire per garantire che la legge valga nello stesso modo in ogni angolo del Paese>.
Peraltro <pochi giorni fa – ricorda Pianese – abbiamo registrato le dichiarazioni del ministro Minniti che a Gallipoli ha messo in risalto come nella Legge di stabilità si sia pensato a intervenire sugli organici delle forze di polizia con un piano quinquennale che possa consentire di ripianarli. Questo va certamente bene ma non può bastare. L’emergenza è adesso e non è cominciata certamente ieri. Un’emergenza – sottolinea – che non consente di attendere 5 anni ancora, l’incolumità dei colleghi è troppo a rischio ogni giorno, il diritto alla sicurezza dei cittadini pretende risposte, numeri e mezzi dei presidi su certe zone del Paese non sono sufficienti. Le intimidazioni noi le subiamo tutti i giorni in tanti luoghi diversi. Al di là dei singoli casi che si guadagnano l’onore delle cronache mediatiche – conclude Pianese – il Governo, con la cognizione di causa e l’enorme esperienza che contraddistingue chi si occupa di questo settore vitale per il Paese, deve fissare delle priorità, dichiararle pubblicamente e comportarsi di conseguenza>.
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