La Guardia di Finanza di Cosenza ha sequestrato su disposizione del Tribunale di Cosenza un patrimonio di oltre 22 milioni di euro nei confronti di quattro soggetti socialmente pericolosi per ripetuta evasione fiscale realizzata attraverso la gestione di società operanti nel settore del commercio di autoveicoli e immobiliare.
Le Fiamme Gialle calabresi del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Cosenza, Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito di un’articolata e complessa attività di accertamento che ha consentito di applicare a diversi soggetti ritenuti fiscalmente pericolosi in quanto dediti, nel tempo, alla commissione di una pluralità di reati fiscali, societari e fallimentari, le norme previste nel Codice Antimafia, per il contrasto ai reati di criminalità organizzata.
In particolare, il soggetto principale destinatario della misura di prevenzione si è reso responsabile dei reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, nonché bancarotta fraudolenta per aver sottratto illecitamente al fisco i proventi destinati alla tassazione, reimpiegandoli nella realizzazione di altre attività commerciali facenti capo ai sodali ovvero investendoli nell’acquisto di beni immobiliari riconducibili al cospicuo patrimonio del medesimo.
Gli accertamenti patrimoniali sono stati avviati a seguito di una preliminare analisi di rischio effettuata in sede dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza (Scico) e sviluppata dai Finanzieri del capoluogo Bruzio.
Partendo dall’esame dei plurimi reati fiscali, fallimentari e societari commessi e già oggetto di indagini e culminate nell’anno 2016 con l’arresto e la condanna alla pena di anni tre di reclusione del principale soggetto responsabile, i finanzieri hanno operato una puntuale ricostruzione dei redditi e delle disponibilità economico-finanziarie maturati in un arco temporale di oltre 20 anni in capo ai diversi soggetti appartenenti ad un medesimo nucleo familiare.
Gli approfondimenti investigativi hanno portato alla luce una netta sproporzione del patrimonio disponibile rispetto ai redditi dichiarati, peraltro insufficienti a soddisfare anche primarie esigenze di vita. L’esecuzione del provvedimento di sequestro ha consentito di sottrarre ai soggetti per poi farli acquisire al patrimonio dello Stato: 3 complessi aziendali, 19 fabbricati, 1 villa di prestigio, 2 capannoni industriali di rilevanti dimensioni, 3 appezzamenti di terreno, per un valore complessivo di oltre 22 milioni di euro.